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E la "tutela" del nome

Case famiglia. Apg23 chiede il riconoscimento nazionale

In foto: dal set di "Solo cose belle"
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di Redazione   
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sab 23 feb 2019 17:26 ~ ultimo agg. 17:36
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Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, nonché papà di casa famiglia, interviene in merito all’intenzione della Regione Emilia Romagna di proporre modifiche di legge in seguito ai casi di violenze in strutture per anziani, alcune delle quali (come in un caso di Rimini) definite appunto dalle nuovenorme come “case famiglia per anziani”. La Comunità Papa Giovanni XXIII gestisce 65 case famiglia in Emilia Romagna. Lo scorso dicembre il Presidente Mattarella ha visitato una casa famiglia a Rimini in occasione del 50° anniversario della Comunità fondata da don Benzi: la prima casa famiglia è stata aperta in Italia nel 1973, proprio in Emilia-Romagna.

“Dopo tanti anni constatiamo con rammarico che si usa ancora impropriamente il termine “casa famiglia” per definire strutture residenziali che non hanno nulla di simile ad una famiglia.».
«Don Oreste Benzi è stato l’inventore delle case famiglia e solo una casa in cui la convivenza è imperniata su un’intensa e incondizionata relazione affettiva è una vera casa famiglia. Nelle nostre case non ci sono operatori e utenti ma papà e mamme che mettono la loro vita totalmente a servizio di chi ha bisogno di essere accolto, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno». «Il quadro legislativo in Italia conclude Ramonda – è ancora oggi confuso e cambia da regione a regione. Chiediamo con forza il riconoscimento delle “vere” case famiglia a livello nazionale. A maggior ragione dopo la visita del Presidente Mattarella che ne ha constatato la validità educativa e sociale».