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De Luigi arcangelo d'oro

L'arcangelo d'oro a De Luigi. Parma: ambasciatore di Santarcangelo

In foto: la consegna dell'Arcangelo d'Oro
la consegna dell'Arcangelo d'Oro
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
dom 23 dic 2018 09:47 ~ ultimo agg. 24 dic 10:31
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Tante persone ieri mattina nella sala consiliare di Santarcangelo per il saluto di fine anno dell’amministrazione che ha insignito dell’Arcangelo d’Oro Fabio De Luigi. IL sindaco Alice Parma spiegando le motivazioni della scelta ha detto che l’attore è “un ambasciatore in Italia e nel mondo della città di Santarcangelo, vissuta quotidianamente in prima persona e raccontata con autentico affetto e genuino entusiasmo a ogni occasione pubblica”

Benemerenze anche per Gloria Ravegnini, vincitrice del premio L’Oreal-Unesco “Per le donne e la scienza”, e ai locali che hanno aderito all’iniziativa “Slot free E-R”. Menzioni speciali per collaboratori in congedo e per alcuni santarcangiolesi che si sono distinti.  Tessera di “socio onorario” Pro Loco 2018 per Giorgio Gallavotti, creatore del museo del bottone.

Per il sindaco l’occasione per fare il punto sul criterio “che ha guidato l’azione amministrativa, particolarmente evidente in quest’ultimo anno di mandato“. La Parma cita il processo di partecipazione avviato, la mobilità sostenibile, la nuova scuola di Canonica, il cantiere permanente della cultura e le politiche per le fasce deboli.

Di seguito il discorso del sindaco Parma

Si tratta in tre parole dello sguardo al futuro. C’entra forse la nostra giovane età media? Può darsi, ma non è certo l’unico motivo. Il punto è che sono e siamo convinti che questo sia il modo più utile e serio di fare politica, e quindi di amministrare. Non certo andare avanti con la testa girata a guardare il passato, e nemmeno con gli occhi bassi che guardano le punte dei piedi. Dopo tutto, parafrasando l’assessore regionale Mezzetti, “nel Medioevo abbiamo costruito le mura per proteggerci, ma il Campanone per guardare al di fuori”.

È con lo sguardo alto verso il futuro che in questi anni abbiamo cercato di realizzare politiche di ampio respiro. Azioni in grado di produrre risultati non solo nell’oggi, ma anche per gli anni a venire. Cercando di uscire dall’eterno presente, dall’emergenza quotidiana che condiziona le nostre vite.

Questo perché senza qualche certezza sul futuro è difficile fare qualunque cosa: immaginare un percorso di vita, costruire una famiglia, fare impresa. Senza volersi prendere chissà quali meriti, quindi, ci teniamo a sottolineare che il nostro impegno si è sempre orientato a garantire stabilità nel presente e una visione per il domani. Cercando di dare certezze alle famiglie e alle imprese.

E lo abbiamo fatto provando a tracciare una strada diversa rispetto a quella intrapresa a livello nazionale, perché partiamo da visioni diverse. Nei giorni dei tagli all’editoria, ad esempio, ci chiediamo: ma sono questi i problemi del nostro tempo? Gli organi di informazione sono “nemici” a cui guardare con sospetto? Noi pensiamo di no, anzi siamo favorevoli a qualsiasi iniziativa in grado di stimolare la conoscenza e la partecipazione. Come la proposta di legge dell’ANCI per l’educazione alla cittadinanza, che vi invito a firmare. Ci sentiamo distanti da una politica che non mette al primo posto i valori e i diritti delle persone sia nei toni che soprattutto nelle azioni, intraprese oggi ma proiettate verso i prossimi dieci, quindici anni.

L’esempio più facile sarebbero gli strumenti urbanistici, ma si tratta di materia anche molto tecnica su cui non vorrei dilungarmi. Preferisco fare un esempio concreto, come la pista ciclabile di collegamento tra il Capoluogo e Santa Giustina. L’attesa è stata lunga, è vero, ma finalmente ci siamo, e non credo ci sia operazione più rivolta verso il futuro di un’infrastruttura che favorisce la mobilità sostenibile e allo stesso tempo ricuce lo strappo tra il centro e una frazione. Anzi, forse a pensarci meglio qualcosa che guarda ancora più lontano c’è. È la costruzione di una nuova scuola, nel nostro caso la materna a Canonica.

Non c’è nemmeno bisogno di spiegare perché una nuova scuola è sinonimo di futuro, un futuro concreto con tre sezioni e uno spazio civico per la comunità. Dopo due cantieri veri e propri, vorrei citarne un terzo che è simbolico, ma altrettanto importante per Santarcangelo rispetto alla sua storia. È il cantiere permanente della cultura, con il lavoro di questi anni sulla poesia, il percorso che ci porterà al cinquantennale del Festival e le iniziative per rivitalizzare l’interesse per i nostri musei grazie all’arte contemporanea.

Le mostre al Musas – prima Cristallino, poi Eron e Andreco, ora Leo Blanco – sono un esempio perfetto di sguardo al futuro. Perché oltre alla bellezza dell’evento in sé fanno scoprire o riscoprire a tanti visitatori e cittadini di Santarcangelo un patrimonio permanente che forse prima non conoscevano. E che speriamo sapranno diffondere grazie al passaparola.

Saper guardare al futuro, in ogni caso, non è una dote speciale che pensiamo di avere: non siamo “nati imparati” e non pretendiamo di insegnare niente a nessuno. Semplicemente, ci confrontiamo tra noi e con la città, rivolgendoci a esperti riconosciuti che possano aiutarci a costruire la nostra visione, mettendo poi i risultati a disposizione della città.

Lo abbiamo fatto anche di recente con la conferenza sul turismo, che ha coinvolto gli operatori del territorio, i maggiori soggetti istituzionali della regione e l’Università di Rimini. Lo studio che la conferenza ci ha lasciato in eredità, insieme a quello sull’economia di Santarcangelo dello scorso maggio, è un patrimonio di cui chiunque può disporre, e che nei prossimi anni sarà una guida fondamentale.

Guardare al futuro senza dimenticare il presente, dicevamo, perché è a partire dalla stabilità dell’oggi che si può provare a costruire il domani. E stabilità, in un momento in cui le difficoltà della crisi non si possono ancora considerare superate, significa prima di tutto sicurezza economica e sociale.

Per questo, negli anni, abbiamo messo in piedi una serie di misure innovative per contrastare le nuove povertà e l’emergenza abitativa, alle quali si aggiunge il nuovo fondo per gli affitti a canone concordato. Misure alle quali si affianca la scelta recente di dare un taglio deciso alle tasse, azzerando l’addizionale Irpef per metà dei contribuenti santarcangiolesi con il reddito più basso, abbassandola e rimodulandola per tutti gli altri. Un provvedimento che è frutto di un percorso durato tre anni, fatto di confronto con i sindacati e le associazioni di categoria. Dopo tutto, per capire un’azione amministrativa bisogna conoscerne il percorso.

Questo non sempre accade, anche perché il nostro stile amministrativo – se così si può definire – è orientato alla sobrietà… a volte persino troppa. Ma è un profilo basso tipico di Santarcangelo, che non è un luogo di scontro ma un posto dove si pensa prima di tutto al lavoro che c’è da fare. Un approccio che dalla città ereditiamo e alla città restituiamo.

Nel caso del bilancio, ad esempio, la partecipazione e il confronto sono stati allargati a tutti i cittadini grazie al bilancio partecipato. Che è allo stesso tempo un modo per coinvolgere le persone e un esercizio di cittadinanza attiva. Non ci si pensa mai, ma la partecipazione è il miglior investimento verso il domani. Lo dimostra il Consiglio dei ragazzi e delle ragazze, che in questi anni ha saputo stimolarci con richieste alle quali non si può dire di no. Oppure il regolamento per la gestione partecipata del verde: noi abbiamo lanciato l’idea, ma senza le persone che lo facciano vivere è lettera morta.

Questo per noi significa guardare al futuro: impegnarsi per una cittadinanza partecipe e consapevole, creare opportunità e sicurezza sociale nel presente, gettare le basi per il domani con interventi concreti e progetti di prospettiva”.

Annunciando l’Arcangelo d’Oro:

Forse “sarà l’aria”, chi lo sa… ma tutti noi siamo portatori di un patrimonio straordinario di cui dobbiamo farci tutori, che va coltivato giorno dopo giorno con l’attenzione per l’altro e lo sguardo aperto al mondo che ci circonda. Imparando prima di tutto a riconoscere le nostre eccellenze, le esperienze e persone che più di altre sono in grado di rappresentare quello che siamo. È per questo, senza nemmeno bisogno di citare nel dettaglio la carriera che tutti conosciamo, che sono felice e orgogliosa di consegnare l’Arcangelo d’oro a Fabio De Luigi.

      • per il ruolo di protagonista indiscusso del cinema italiano, grazie a decine di prove ad alto livello risultate in un ampio riconoscimento da parte della critica e in una popolarità sentita e diffusa;
      • per la capacità di evoluzione artistica dimostrata nel corso di una carriera poliedrica, cominciata come comico e proseguita al cinema in veste dapprima di attore, poi di sceneggiatore e regista;
      • per essere diventato ambasciatore in Italia e nel mondo della città di Santarcangelo, vissuta quotidianamente in prima persona e raccontata con autentico affetto e genuino entusiasmo a ogni occasione pubblica“.