Indietro
menu
I due Sigismondo d'Oro

Eron ed Elio Tosi sono i Sigismondo d'Oro 2018

In foto: Eron al lavoro
Eron al lavoro
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 5 dic 2018 14:44 ~ ultimo agg. 6 dic 13:37
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min Visualizzazioni 1.337
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Sono l’artista Davide Salvadei, noto come Eron, e l’imprenditore della ristorazione Elio Tosi i due Sigismondo d’Oro 2018, il riconoscimento attribuito ogni anno dal comune di Rimini a chi attraverso la propria attività rende onore alla comunità riminese. Eron, classe 1973, è uno dei più noti esponenti del graffitismo italiano e della street art, mentre Elio Tosi, classe 1930, è l’imprenditore che ha gestito per 40 anni l’Embassy facendolo diventare punto di ritrovo per riminesi e turisti.

La consegna avverrà nel corso della cerimonia del “Saluto di Fine anno” che si terrà nel foyer del Teatro Galli nel fine settimana precedente il Natale.

Con Eron e Elio Tosi – commenta il sindaco Andrea Gnassi -, quest’anno intendiamo rimarcare due aspetti fondamentali di quel mood indefinibile che qualcuno chiama ‘riminesità’: la cultura nel senso più esteso del termine e lo spirito pionieristico che ci anima in ogni impresa si intraprenda. La cultura intesa come fondamento dell’arte nel rapporto tra modernità e tradizione; e come cultura dell’accoglienza, sintesi di passione per il proprio lavoro, conoscenza, stile, discrezione e empatia. Eron e Tosi, in settore ed epoche diversissime, sono stati e sono innovatori, persone coraggiose, pionieri che hanno saputo trasmettere ad altri il loro mondo interiore e la loro immensa passione, facendone un patrimonio comune per la nostra città e anche oltre Rimini.

Una breve biografia dei due premiati

. Davide Salvadei, in arte Eron, è nato nel 1973. E’ considerato tra i più dotati e virtuosi interpreti dell’arte figurativa e della pittura contemporanea internazionale, anche secondo l’Enciclopedia Italiana Treccani. Eron è uno dei più noti esponenti del graffitismo italiano e della street art a cavallo fra XX e XXI secolo. Le sue opere sono state esposte in gallerie e musei di tutto il mondo tra cui: Chelsea Art Museum (New York), Biennale di Venezia, Saatchi Gallery (London), Galleria Patricia Armocida (Milano), PAC – Padiglione Arte Contemporanea di (Milano), MACRO – Museo d’Arte Contemporanea (Roma), Italian Cultural Institute (New York) solo per citarne alcuni. Nel 2016 realizza un’opera dedicata ai migranti dipinta sulla fiancata di un relitto navale dal titolo “Soul of the Sea” dove ritrae alcuni volti di donne e bambini che sembrano dipinti dalla ruggine del relitto stesso. L’immagine dell’opera in poco tempo fa il giro del mondo e viene pubblicata dall’Economist e dal Chicago Tribune come miglior immagine del giorno nel mondo.
Nel 2018 Eron ha realizzato quella che è considerata una delle più grandi opere d’arte murale urbana al mondo.

. Elio Tosi, nato nel 1930, dopo essersi fatto le ossa come barman e cameriere al Dancing Savioli, approda nel 1955 all’Embassy, il locale di Marina Centro tra i più celebri in Italia, con il ruolo di responsabile del bar, ristorante e concerti all’aperto. Dal 1964 al 1968 è al Paradiso, la nuova discoteca di Covignano che anche grazie a Tosi diventa un mito nazionale e internazionale. Nel 1968 torna all’Embassy, trasformando l’American bar con tavola calda in indimenticabile ristorante e luogo meta per 40 anni di riminesi, turisti, cantanti, attori, artisti. Accolti sempre da Tosi con impeccabile eleganza, affabilità, gentilezza, sapienza. Se il musicista riminese Carlo Alberto Rossi ha contribuito a ‘mettere in smoking la musica italiana’, Elio Tosi con il suo stile ineguagliabile ha senz’altro contribuito a mettere in smoking l’accoglienza riminese, di cui è perfetto testimonial. Tra mille aneddoti e altrettante invenzioni nell’ambito della cucina e di tutto ciò che è attenzione verso l’ospite, a Tosi, alla moglie Rita e al loro staff dell’Embassy si deve ‘l’invenzione’ della piadina sottile, detta poi ‘riminese’.