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Attualità Lavoro

Crisi Fonderie. SCM: se accordo raggiunto meno tagli e investimenti di rilancio

In foto: una fonderia SCM
una fonderia SCM
di Simona Mulazzani   
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gio 20 set 2018 14:50 ~ ultimo agg. 18:53
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Si è svolto nella sede riminese di Confindustria il secondo incontro, un terzo è previsto il 26 settembre tra SCM Fonderie Srl, società che gestisce le Fonderie di Rimini e di Villa Verucchio, i sindacati e le RSU degli stabilimenti per affrontare il grave stato di crisi delle Fonderie, che prevede la chiusura di Rimini e un taglio dei dipendenti a Villa Verucchio.

L’Azienda ha confermato che, se si arrivasse ad una soluzione condivisa, gli esuberi saranno ridotti a 100 lavoratori, non più i 121 del piano originario. Inoltre, la procedura sarebbe limitata ai soli lavoratori volontari, con incentivi e interventi sociali. Tutti i lavoratori che raggiungeranno un accordo, rimarranno comunque impiegati fino alla primavera del 2019.

SCM Fonderie ha poi presentato un piano di rilancio per la fonderia di Villa Verucchio con investimenti per circa 1 milione di euro nel prossimo anno. Il piano prevede che lo stabilimento riassorba i 21 lavoratori in esubero e si predisponga all’incremento dei volumi di almeno 500-600 tonnellate/anno con una produzione giornaliera prevista in crescita del 10%. Verrà inoltre avviato un parziale rinnovamento del layout della fabbrica, ed una migliore organizzazione di alcune aree produttive, che permetteranno il miglioramento delle condizioni di lavoro e della sicurezza degli addetti.

Nel corso dell’incontro l’Azienda ha sottolineato l’importanza della prosecuzione di un confronto sereno e costruttivo con le sigle sindacali. E’ stato richiesto ai sindacati di favorire un clima di fabbrica il più possibile collaborativo, per garantire consegne puntuali e qualità delle lavorazioni, “nel comune obiettivo di non perdere quote di mercato ed evitare perdite di ordini e sfiducia nei clienti, dati che potrebbero compromettere un equilibrio di business, già di per se difficile, ed evitare così di pregiudicare il piano di rilancio e le garanzie sociali ad esso connesse.”