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Politica Rimini

Erbetta saluta Patto Civico e la maggioranza: non sono uno "yes man"

In foto: Erbetta in aula (Magnetofono 2.0)
Erbetta in aula (Magnetofono 2.0)
di Andrea Polazzi   
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gio 5 lug 2018 19:01 ~ ultimo agg. 6 lug 17:49
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[fvplayer src=”https://www.youtube.com/watch?v=9ggw8yl4nL0&feature=youtu.be” splash=”https://i.ytimg.com/vi/9ggw8yl4nL0/sddefault.jpg” caption=”Erbetta saluta Patto Civico: non sono Yes Man. Muratori: cerca visibilità personale”]

La notizia era nell’aria e oggi, in apertura di consiglio comunale a Rimini, è arrivata l’ufficialità. Prima Mirco Muratori, visibilmente commosso, ha comunicato l’avvicendamento nel ruolo di capogruppo di Patto Civico poi ha spiegato quello che è il Patto (“non un partito ma persone che hanno a mente il futuro di Rimini“): “la visibilità che ci interessa non è quella delle persone, il narcisismo quotidiano di chi si impegna a riempire un social network, ma quella dei risultati. Rappresentare con rigore la comunità riminese significa portare a casa risultati e non costruirsi una carriera politica basata sulla vanagloria personale.” E ancora Muratori spiega: “il ruolo di capogruppo non può essere svolto in modo personalistico” “Spiace che la serietà venga confusa col servilismo“. Ringraziando Erbetta, ha poi sottolineato come “molte volte ha svolto bene il suo ruolo ma altre non ha tenuto conto della natura di Patto Civico e ha messo davanti il suo desiderio di visibilità.” “Ci auguriamo – conclude – che il consigliere Erbetta in questa aula continui a dare il suo contributo per il bene di Rimini e non solo a fare la ruota del pavone per se stesso.

L’ormai ex capogruppo di Patto Civico Mario Erbetta ha preso subito dopo la parola e annunciato l’abbandono del partito e della maggioranza consigliare. Troppe negli ultimi mesi le frizioni con gli altri esponenti di Patto Civico e del Pd. Erbetta parla di una decisione sofferta ma doverosa perché, spiega, “non posso limitare il mio agire ad uno Yes Man come qualcuno vorrebbe” e ricorda le ultime occasioni di attrito: gli ordini del giorno relativi al bando europeo per il servizio rifiuti e quello sull’istituzione delle unità cinofile. Due provvedimenti, poi approvati, che definisce “indigesti” e sui quali gli era stato criticato il metodo e non il merito. L’ultima goccia, le critiche alla gestione della sicurezza durante la Molo Street Parade che, attacca Erbetta, “è stato interpretato come una lesa maestà”. A stretto giro l’annuncio dell’ex collega di Patto Civico Muratori in merito al cambio di capogruppo “senza neanche che qualcuno mi avesse avvisato”, dice. Erbetta spiega poi che il suo modo di fare “non è mai piaciuto al Sindaco e alla sua Giunta che non sono abituati ad avere dei contraddittori validi e competenti.”  Da tempo prosegue – il sindaco voleva la mia testa per avere un Patto Civico addomesticato ai suoi piedi”. Col passaggio in minoranza Erbetta svela anche il suo progetto: lavorare alla creazione di una lista civica che riunisca chi non si sente rappresentato dalla maggioranza di centrosinistra. Erbetta, che titola il suo intervento “senza padrini e senza padroni”, pensa ad una coalizione allargata a popolari, socialisti, socialdemocratici, liberali e repubblicani “promotrice delle istanze del ceto produttivo e delle parti sociali” e guarda alla tornata elettorale 2019 che vede le urne aperte per amministrative, regionali ed europee. Con Erbetta salgono a 13 i consiglieri di minoranza a fronte di 19 della maggioranza. Quattro restano quelli di Patto Civico. A meno di nuovi colpi di scena. Chissà cosa ne penserà l’ideatore di Patto Civico, Sergio Pizzolante, che alle politiche di marzo aveva voluto Erbetta come capolista alla Camera della lista Civica e Popolare.

Dopo il suo intervento Mario Erbetta ha lasciato la sua postazione tra la maggioranza per accomodarsi tra i banchi della minoranza accanto al capogruppo della Lega Marzio Pecci.


L’intervento di Mario Erbetta in consiglio comunale

Comunico formalmente, con grande dolore nel cuore, la mia fuoriuscita da Patto Civico e dalla Maggioranza.

Tale sofferta decisione è dovuta non all’avvicendamento nel ruolo di Capogruppo voluto dai miei colleghi consiglieri ma alle motivazioni sottese a tale avvicendamento che non rispecchiano più i valori originali per cui ho aderito a Patto Civico.

Quello che si vuole fare passare come un passaggio condiviso e prestabilito non lo è.

Tutti i Risultati che Patto Civico ha ottenuto in questi anni se li è dovuti conquistare con i denti. Nulla ci è stato mai regalato. Ma questo modo di lottare non è mai piaciuto al Sindaco e alla sua Giunta che non sono abituati ad avere dei contraddittori validi e competenti. Sono un personaggio scomodo e da tempo il sindaco voleva la mia testa per avere un Patto Civico addomesticato ai suoi piedi. E ora lo avrà con mio enorme dispiacere.

Ma io, per il mandato ricevuto dai miei e dagli elettori di tutto Patto Civico, non posso limitare il mio agire ad uno Yes Man come qualcuno vorrebbe. I tempi sono cambiati e censurare il pensiero con parole come metodo e maggioranza vuol dire vanificare la pragmaticità che era la forza motrice di Patto Civico.

Le ragioni politiche possono limitare la legittima manifestazione di pensiero sancita dall’art. 21 della Costittuzione? “Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” dice l’articolo ma questo per una distorta politica non vale per i membri della maggioranza e in particolare per i capigruppo come lo ero io.

E allora censura, sotto forma di collegialità delle comunicazioni, una gabbia fatta apposta per evitare liberi pensieri e addomesticare le opinioni. Questo era il mio dictat per poter rimanere Capogruppo. Ma uno spirito libero che guarda solo il bene dei cittadini non può rimanere prigioniero in una gabbia d’oro.

Ed ecco la creazione dell’ #lerbettapensiero, il pensiero di Erbetta personale per distinguerlo da quello di Capogruppo di Patto Civico. Ma non è bastato. La verità è scomoda sotto qualsiasi punto di vista.

E arriviamo agli ultimi due ODG sul Bando europeo dei Rifiuti e sull’istituzione delle unità cinofile da me presentati, due ordini del giorno indigesti “ non per il merito ma per il metodo” così mi è stato detto.

E su un’ennesima riunione in cui mi si chiedeva di smettere di parlare e di fare il Capogruppo dissi che con tali divieti non potevo coesistere e che dopo il congesso sull’elettrodotto avremmo deciso il da farsi.

Gli ODG sono passati e il convegno è stato un successo e le richieste si assopirono.

Poi il mio intervento sulla Molo streat Parade e sulle sicurezza carente dell’evento. Un intervento dettato dal turbamento del momento. Ho vissuto attimi di terrore cercando di proteggere mia moglie e mia figlia con le maglie sulla faccia dalla nuvola di gas che ci stava investendo e dalla folla che ci stava venendo addosso. Attimi terribili che mi hanno fatto riflettere sull’evento e sulle carenze di sicurezza e su cosa sarebbe potuto succedere se invece di 4 ragazzini sfigati si fossero trovati dei malintezionati organizzati.

Questo intervento è stato interpretato come una lesa maestà e la prova è stata sotto gli occhi di tutti. Un comunicato alla “volemose bene tanto non è successo niente” di Patto Civico che contrasta enormemente con i dati di 250 soccorsi dalla Croce Rossa e dalle foto e immagini pubblicate sui giornali Online. Poi una dichiarazione del giorno successivo del Consigliere Muratori che preannunciava già il cambio di capogruppo senza neanche che qualcuno mi avesse avvisato.

Questa è la realtà dei fatti: o rimango nel gruppo come un consigliere che non può e non deve esprimere le sue opinioni o esco e cerco di mantenere fede alla parola data ai miei elettori che si aspettano un #erbettapensiero anche divergente dal senso comune ma che porti dei risultati concreti.

Quindi, facendo mio un vecchio slogan tanto caro agli amici della Uil di cui mi onoro di aver fatto parte come delegato e di cui tutt’oggi sono il legale, ho deciso che il mio futuro sarà come è sempre stato, SENZA PADRINI E SENZA PADRONI e pertanto annuncio formalmente la fuoriusciuta dal gruppo di Patto Civico e dalla Maggioranza.

Ma la via avventura politica continua, come continua in me il fervore e gli ideali iniziali di Patto Civico, la pragmaticità del fare, il dare la voce al ceto medio produttivo e silente, a tutti coloro che si alzano la mattina per portare un tozzo di pane a casa.

Il mio impegno futuro sarà la costruzione di una lista civica locale e regionale che raccolga tutti gli uomini e donne di buona volontà che non si sentono rappresentati da questa maggioranza di centrosinistra, una forza centrista che raggruppi popolari, socialisti, socialdemocratici, liberali e repubblicani che si faccia promotrice delle istanze del ceto produttivo e delle parti sociali e calmieratrice dei populismi in un’allargata coalizione.

Faccio un invito a tutti gli uomini e le donne di buona volontà dei Comuni della Provincia di Rimini, Cesena, Forlì e Ravenna che vogliono dare il loro contributo: la nuova casa vi aspetta. Ci saranno nell’anno prossimo le elezioni di molti Comuni della Provincia di Rimini, le elezioni Regionali e le elezioni Europee. Organizziamoci e costruiamo un nuovo e migliore futuro insieme. SENZA PADRINI E SENZA PADRONI.


L’intervento di Mirco Muratori

Presidente, signor Sindaco, gentili consiglieri,
prendo la parola per comunicare formalmente all’aula l’avvicendamento dal ruolo di presidente del gruppo consiliare ‘Patto Civico’ dal consigliere Mario Erbetta al sottoscritto. Credo necessario aggiungere una riflessione sul ruolo di Patto Civico in quest’aula.

Patto Civico fonda la sua innovativa esperienza su un elemento essenziale: il bene della comunità. A Patto civico non interessa altro che questo. Non abbiamo mai voluto essere un partito ma persone, donne e uomini, di estrazione diversa, che hanno nel cuore e nella mente il presente e il futuro di Rimini. La P sta per Patto, non per Partito, con questo senza nulla togliere ai movimenti politici vecchi e nuovi del nostro Paese e della nostra città. 

Ci siamo messi insieme, concordando un programma amministrativo di ‘cose da fare’, volendo rappresentare pezzi di comunità- il ceto medio, le professioni, l’impresa, le famiglie- che troppo spesso in Italia sono stati presi in giro e presi in mezzo, schiacciati da opposte ideologie e da visioni datate della società. Patto Civico esprime se stesso nel suo nome, e gli intenti e gli obiettivi sin dall’inizio sono stati semplici: lo sviluppo di Rimini, il miglioramento della qualità urbana e sociale della città, al di là di ogni ideologia o irrigidimento ideologico. La visibilità che ci interessa non é quella delle persone, il narcisismo quotidiano di chi si preoccupa di riempire il profilo di un social network, ma quella dei risultati. Rappresentare con rigore la comunità riminese significa portare a casa risultati, non costruirsi una carriera politica basata sulla vanagloria personale.

L’avvicendamento del capogruppo – un ruolo che non può essere interpretato in maniera personalistica ma come espressione di una vera collegialità- non porta Patto civico a cambierà né natura né qualità del proprio lavoro. 

Stiamo rispettando il programma di mandato concordato: pur nelle mille difficoltà strutturali in cui versano gli 8mila e passa Comuni d’Italia. Abbiamo dato, stiamo dando e daremo, il nostro contributo per il completamento di quella visione di una Rimini nuova e fortemente innovativa, in cui gli imprenditori, il ceto medio, il lavoro autonomo abbia quel protagonismo che merita. Se Rimini oggi è tra i Comuni più dinamici del Paese, se addirittura si è riusciti ad ‘andare oltre’ al programma attraverso la capacità di cogliere obiettivi che non vi erano inseriti, penso ai 18 milioni di euro del bando delle periferie, ai 4.5 milioni di euro per il riacquisto della Novarese, al nuovo museo di arte moderna e contemporanea, Porta Galliana, museo Fellini, lo si deve anche al nostro positivo e propositivo contributo, espresso nelle sedi istituzionali e in maggioranza. La meno narcisistica ma più importante delle grandi opere messe in campo – il Piano di salvaguardia della balneazione e la separazione delle reti fognarie- fotografa lo spirito e il senso autentico di come intende il perseguimento del bene pubblico Patto Civico: il primato dei fatti, degli interventi che migliorano concretamente la qualità della vita dei cittadini e la competitività delle imprese e non un effimero protagonismo da quattro soldi.

Spiace che la serietà venga confusa con il servilismo. Rispettare i cittadini e il mandato ricevuto significa lasciare da parte il protagonismo individuale, un’idea vecchia della politica dove l’esaltazione della persona sfocia facilmente – questo sì- in un rapporto di clientela servile e privilegiare il rigore dei contenuti. Basta vivere a Rimini per respirare e toccare con mano i risultati di una legislatura che l’innovazione e la qualità l’ha realizzata nei fatti e la sta realizzando. Ed é anche grazie al contributo di una parte importante della nostra città che ha premiato con il voto Patto Civico che questo é stato possibile.

Naturalmente continueremo ad essere attenti, a tenere le antenne diritte sulla società, a essere elementi attivi e pungolo, perché siamo convinti che solo dalla discussione e dal confronto aperto nascano non solo le idee migliori ma soprattutto la concretizzazione più rapida delle stesse. 

Patto civico c’è e ci sarà, in forza del suo nome e per conto delle persone che abbiamo l’onore e l’onere di rappresentare. Patto civico è questo: non una palestra dove allenare un individualismo che, stringi stringi, non fa il bene della città ma sa troppo di vecchia politica.

Questo tenevo a dire, nello stesso momento in cui Patto Civico comunica ufficialmente al consiglio una variazione della sua rappresentanza. Ringraziamo Mario Erbetta per il lavoro che ha svolto su questi banchi. Voglio e devo essere sincero: molte volte ha svolto questo ruolo bene, altre non tenendo in minimo conto della natura originale di Patto Civico, mettendo avanti il suo desiderio di visibilità del tutto individualistico, e dando l’impressione di usare l’originale forza del Patto per un proprio tornaconto, ovviamente politico. Ci auguriamo tutti che il consigliere tenga fede a quanto si è impegnato con gli elettori e dia in quest’aula il proprio contributo al bene di Rimini e non solo a ‘fare la ruota del pavone’ per se stesso. La P sta per Patto e non per Poltrona.