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Attualità Rimini

Lotta ai furbetti. In trenta devono lasciare la casa popolare

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 11 apr 2018 15:59 ~ ultimo agg. 12 apr 13:46
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Diversi i casi eclatanti tra i trenta che risiedevano in alloggi popolare di Rimini, senza averne più i requisiti. Sono almeno una decina le situazioni dove la differenza tra patrimonio mobiliare dichiarato nel 2014 e nel 2016, quando sono entrate in vigore le nuove norme, risulta particolarmente alto. Si passa dal caso più noto dove a fronte dei 0 euro dichiarati nel 2014 si arriva a constatare un patrimonio mobiliare di 517 mila dichiarati nel 2016; quindi il caso in cui si passa dai 2 mila euro dichiarati al fisco nel 2014 si passa ad accertarne in realtà 124 mila nel 2016. Poi la persona che prima dichiara di avere reddito zero, e poi viene rivelato un ‘tesoretto’ di 282 mila nel 2016. In altre due situazioni le dichiarazioni passano entrambe dai 0 euro del 2014 a, rispettivamente, 182 mila e 89 mila due anni dopo. Altri casi rilevanti: un occupante che da un patrimonio dichiarato di 17 mila euro passa nel 2016 a 91 mila euro, un altro da 2 mila a 107 mila, i 6 mila e 550 euro di un’altra persona che diventano 107.

In totale i procedimenti di decadenza da appartamenti di residenza pubblica (Erp) già attivati nel corso del 2017 e nei primi mesi del 2018. La stretta è stata possibile in seguito all’applicazione di alcune importanti novità normative. Su tutte, la nuova normativa regionale in tema di Edilizia Residenziale che ha modificato i requisiti per l’accesso e la permanenza in E.R.P. e le modalità di calcolo e l’applicazione dei canoni di locazione. Dalle verifiche fatte dal comune sono risultate diverse irregolarità e la conseguente emanazione di una trentina di procedimenti di decadenza. Gli assegnatari coinvolti hanno un anno di tempo per riconsegnare le chiavi, otto lo hanno già fatto.

 

Si tratta prima di tutto – è il commento di Gloria Lisi, Vicesindaco con delega alla protezione sociale del Comune di Rimini – di stabilire un concetto di equità sociale.La priorità è quella di permettere ad un numero maggiore di famiglie in attesa, ed in regola con i requisiti, di usufruire di questo strumento di welfare. Favorire il turnover e la mobilità diventa una priorità per far scorrere le lista di attesa e dare il maggior numero di risposte alle tante famiglie che ne fanno richiesta. Ristabilire la giustizia e le regole vuol dire soprattutto garantire aiuto e sostegno a chi e davvero è in difficoltà”.

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