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Strage del 2 agosto, il Gonfalone di Rimini a Bologna. Il ricordo di Flavia Casadei

di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Lun 3 Ago 2015 11:56 ~ ultimo agg. 20:29
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Anche il Gonfalone della Città di Rimini, accompagnato dal presidente del Consiglio comunale Vincenzo Gallo e dagli agenti della Polizia municipale, è stato presente alla cerimonia commemorativa del XXXV anniversario della Strage alla stazione di Bologna.

Una strage, quella che colpì Bologna e l’intero Paese, dove persero la vita 85 persone tra le quali la giovanissima riminese Flavia Casadei. Flavia Casadei, diciotto anni compiuti da poco, frequentava la quarta liceo scientifico a Rimini: aveva ottenuto la borsa di studio ogni anno fin dalle elementari. Quel sabato due agosto stava viaggiando verso Brescia dove l’aspettava uno zio. Flavia era uscita di casa, a Rimini, molto presto e un’ora dopo aveva telefonato ai genitori dalla stazione: “Il treno è in ritardo, avvertite lo zio a Brescia”. Per quel ritardo aveva perso la coincidenza a Bologna e alle 10,25 stava aspettando il treno per Verona. I genitori, il padre Egidio e la madre Virginia ne parlano con ammirazione: “Era una ragazza molto sensibile, ricca di interessi e di amici”.

Il padre di Flavia ricorda: “A Brescia avrebbe incontrato un pittore nostro amico che si interessava ai disegni di Flavia. Tutti quei ritardi però, che strano. A Bologna tutti i treni, dal Nord e dal Sud, erano in ritardo. E’ così che le stazioni si riempiono di gente: più ritardi, più persone in attesa”.

Le ultime ore di Flavia sono state raccontate da una ragazza che era accanto a lei al momento dello scoppio. Sabina Govoni, 17 anni di Cento, l’aveva conosciuta proprio alla stazione di Rimini; le due ragazze avevano fatto amicizia, un po’ di viaggio assieme e stavano aspettando la coincidenza nella stessa sala di prima classe (in quella di seconda non c’era posto). Racconta: “Ho sentito un gran botto, poi tutto ha tremato e mi è venuto addosso il soffitto. Mi ha salvato un militare scavando tra le macerie. Della mia amica non ho saputo più niente”.

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