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A Bellaria Igea Marina il titolo di “Città”

In foto: Il sindaco di Bellaria Igea Marina, Enzo Ceccarelli
Il sindaco di Bellaria Igea Marina, Enzo Ceccarelli
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura 4 min
Gio 5 Feb 2015 16:57 ~ ultimo agg. 18 Mag 17:29
Tempo di lettura 4 min

A pochi giorni dalle celebrazioni della sua Patrona Sant’Apollonia, è ufficiale il decreto con cui a Bellaria Igea Marina viene concesso il titolo onorifico di “Città”. Il documento, firmato da Pietro Grasso nell’esercizio delle funzioni di Presidente della Repubblica, rappresenta l’atto conclusivo di un iter avviato dall’amministrazione comunale nel febbraio 2013. 

La relazione del Ministero dell’Interno, che accompagna ed è parte integrante del decreto, offre una fotografia di Bellaria Igea Marina ed evidenzia i motivi che rendono opportuno il conferimento del titolo. Nella relazione vengono in primis richiamate le radici storiche di Bellaria Igea Marina, che precedono di secoli la costituzione formale del Comune, avvenuta nel 1956.

Il nome Bellaria – si legge – compariva già in un documento del 1359, come nome di una fattoria fortificata che si trovava nei pressi della Chiesa di Santa Margherita, vicino alla foce del fiume Uso”. Una storia che passa poi attraverso il coinvolgimento nel XIV secolo “nelle lotte per la conquista del Regno di Napoli tra Carlo Durazzo e Ludovico d’Angiò”, ma anche attraverso l’opera di urbanizzazione condotta a inizio Novecento da Vittorio Belli nella parte Sud del territorio, quella “Igea” che fa riferimento alla dea greca simbolo di salute e benessere.

Un riferimento che negli anni Bellaria Igea Marina ha saputo rendere un vero e proprio marchio di fabbrica, in nome della propria vocazione turistica e all’accoglienza: sono quasi quattrocento, oggi, le strutture ricettive presenti su un territorio apprezzato, si legge sul decreto, per “gradevolezza, organizzazione ed ospitalità”.

Un successo, quello di Bellaria Igea Marina quale meta turistica, che nasce anche da altri aspetti culturali rilevanti. Centrale la figura e la memoria del letterato Alfredo Panzini, che affianca altre testimonianze storiche quali la Torre Saracena, la Chiesa di San Martino, il Palazzo Benelli, la Chiesa di Santa Margherita, l’imbarcazione storica “La Teresina” e la stessa Casa Rossa di Alfredo Panzini.

Hanno contribuito al conferimento del titolo di Città, anche “le innumerevoli attività ed iniziative che il Comune di Bellaria Igea Marina organizza”, come il Bellaria Film Festival, i tanti servizi socio-assistenziali e sanitari, e non da ultimo l’esteso mondo del volontariato, che “il Comune sostiene e favorisce”.

L’ottenimento del titolo di Città rappresenta un grande traguardo, per il prestigio e l’immagine di tutta la comunità – spiega il Sindaco Enzo Ceccarelli -. Siamo doppiamente soddisfatti, poiché questo ‘regalo’ arriva a pochi giorni da Sant’Apollonia e da un evento, la serata di sabato dedicata al Premio Panzini, che abbiamo creato proprio per celebrare l’unicità e l’autenticità di Bellaria Igea Marina. Chi vive la città, le sue tradizioni, i suoi valori e la sua crescita, sa benissimo che questo territorio rappresenta molto di più di una ex periferia divenuta indipendente quasi sessant’anni fa: è un luogo con un’anima, con radici profondissime e con un’identità che ci rende differenti da tutti gli altri. E’ questo – conclude il primo cittadino – che ci ha spinto a richiedere ed ottenere il titolo di ‘Città di Bellaria Igea Marina’”.

E proprio sul Premio Panzini interviene con una nota critica il Partito Democratico di Bellaria Igea Marina. La nota del Pd: “Sin dall’inizio del precedete mandato la destra al governo di Bellaria Igea Marina ha cercato di auto celebrarsi istituendo il Premio Panzini, che viene consegnato in occasione della festa di Sant’Apollonia patrona della nostra città. Sin dalle prime uscite questa festa si è caratterizzata per essere piena di luci, comici e discorsi (fiume) del Sindaco. Fra onorificenze e premi veri e propri sono stati omaggiati una serie notevole di personaggi più o meno noti della nostra realtà. L’intento sembra più quello di premiare un po’ tutti, perchè se è pur vero che il “premio” è uno solo le onorificenze invece vengono distribuite più o meno a pioggia. E’ da un po’ di anni che assistiamo più che ad una premiazione vera e propria ad una sorta di liturgia laica.

In questi periodi di crisi ha ancora senso una festa del genere? Si può condividere l’istituzione di un premio ma non per questo si devono spendere denari pubblici per organizzare una festa che più che festeggiare il premiato e la lunga serie di “attestati di onorificenza” è una sorta di glorificazione di chi premia e cioè il Sindaco. Diciamo questo semplicemente per il fatto che è il Sindaco (o meglio la giunta) che stabilisce chi premiare, con quali criteri non è dato sapere. Non sarebbe meglio istituire una commissione (non retribuita) di cui possano far parte rappresentanti dell’intera popolazione, e non solo di una parte di  essa. Basterebbe seguire l’esempio dato in occasione dei festeggiamenti per i 50 anni del nostro Comune il cui comitato venne istituito proprio sulla base di questi principi”.

 

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