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Economia Provincia

Bugli (CNA): ridurre aliquote Imu per imprese. Il 17 scade seconda rata

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lun 10 set 2012 13:21 ~ ultimo agg. 00:00
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Ridurre l’Imu per le attività artigianali e del commercio. La richiesta arriva dal direttore della CNA di Rimini, Salvatore Bugli, ai comuni del territorio con i quali nei prossimi giorni sarà riaperto il confronto alla luce della possibilità di rivedere le aliquote fino al 30 di settembre. L’intervento di Bugli arriva in seguito alla notizia che buona parte dei comuni italiani si troveranno in bilancio più trasferimenti di quelli indicati in sede di preventivo. E’ chiaro – spiega il direttore della Cna – che le manovre di inizio 2012 stanno pesando prevalentemente su imprese e lavoro con il rischio reale che centinaia di piccole imprese scompaiano.
Intanto il 17 settembre scade il termine per il pagamento della seconda rata Imu per le abitazioni principali (ancora calcolata sull’aliquota base): un’opzione scelta solo dal 5% dei cittadini in Italia. A Rimini, secondo le rilevazioni della Cgi di Mestre, l’importo medio della rata sarà di 143 euro a fronte di un importo annuo medio di 428 (16esima in Italia). L’ultima rata, a conguaglio, scadrà invece il 16 dicembre. L’aliquota sulla prima casa a Rimini varia dallo 0,5% (un punto in più di quella base) allo 0,6 per le abitazioni di lusso. Sulla seconda casa si pagherà invece lo 0,99% con un aumento all’1,06 per le più pregiate così come per le case sfitte. Dati ricapitolati oggi, come quelli di tutti i comuni capoluogo, dal Sole 24 Ore che rileva come i primi cittadini italiani abbiano cercato di tutelare l’abitazione principale (0,44% l’aliquota media) ma abbiano avuto la mano pesante su imprese e seconde case. E se tassare gli immobili in un periodo d’emergenza può essere comprensibile, il quotidiano economico rileva alcuni difetti dell’Imu da correggere al più presto. Tra questi il ritardo nella revisione degli estimi catastali, che rendono diseguali i valori degli immobili creando sperequazioni, e l’ambiguità sulla natura dell’Imu: se è una tassa comunale lo Stato non deve trattenerne metà, se invece è erariale perchè, si chiede il Sole, è il comune a definire l’aliquota? Infine una riflessione sugli immobili locati: secondo il quotidiano, la genesi confusa dell’imposta ha condotto a eliminare alcuni dei vantaggi per gli immobili locati previsti nella versione originale riducendo gli incentivi a dare in affitto un’abitazione. Le soluzioni proposte sono due: o si riduce per legge l’aliquota Imu sugli immobili locati o si reintroducono in sede Irpef le rendite catastatali per gli immobili non locati.

L’intervento di Salvatore Bugli, Cna

E’ notizia di questi giorni che buona parte dei comuni si troveranno in bilancio più trasferimenti di quelli indicati in sede di preventivo.

E altrettanto chiaro che le manovre di inizio 2012 stanno pesando prevalentemente su imprese e lavoro, che attraverso l’applicazione al massimo dell’IMU su immobili ad uso commerciale e produttivo, ha reso insostenibile il peso del fisco locale.

La crisi in atto sta colpendo principalmente l’artigianato ed il commercio, con il rischio reale che centinaia di piccole imprese scompaiano anche dalla nostra provincia, mettendo a rischio non solo la democrazia economica ma anche la coesione sociale, laddove queste piccole attività svolgono appunto una funzione di servizio alla comunità.

Oggi alla luce di queste maggiori risorse che arriveranno dallo stato occorre che i comuni riducano l’aliquota IMU sugli immobili commerciali nell’esercizio d’impresa.

C’è ancora tempo per intervenire e rivedere l’aliquota, attraverso la finestra aperta fino al 30 settembre ed utilizzando la facoltà riconosciuta ai comuni dall’art. 13. comma 9 del D.L. 201 del 2011; alcuni comuni l’anno già fatto in sede di preventivo altri lo stanno facendo in queste ore.

Siamo oltremodo convinti che una sensata operazione di alleggerimento fiscale, non possa dimenticarsi dei redditi da lavoro, saremmo quindi consapevoli che un altrettanto alleggerimento delle addizionali IRPEF darebbe qualche respiro in più anche ai consumi.

Ribadiamo la richiesta quindi di ridurre l’ IMU sugli immobili utilizzati nell’esercizio delle attività artigianali e del commercio, per i quali non si verifica l’effetto sostitutivo dell’IMU rispetto alla determinazione dei redditi fondiari, per le categorie C1 (Negozi e Botteghe) C3 ( Laboratori per Arti e Mestieri) e D1 / D7 ( Manifatturiero).

Nei prossimi giorni riapriremo il confronto con i comuni su questo argomento, consapevoli che difendendo l’impresa ed il lavoro si può fermare la recessione e ricominciare a crescere.