Omicidio Morri: due rumeni in stato di fermo. I ‘raid’ notturni del branco


Un’indagine lampo, ha detto il Questore, nonostante non ci fosse nessun movente da cui partire.
Dai particolari dell’omicidio, infatti, emerge un quadro agghiacciante di violenza brutale e gratuita.
“’L’avete ammazzato” “No, l’abbiamo solo preso a calci”. “Guarda che i giornali dicono che l’avete ucciso”. Brandelli della conversazione al cellulare che ha incastrato gli assassini di Elio Morri, e che testimoniano quanto fosse cieca la violenza del branco che seminava il terrore sul lungomare di Rimini Sud. La sera percorrevano la passeggiata tra il bagno 105 e il 120 per sfogare la loro brutalità. L’aggressione di Morri, quella sera, era stato solo l’ultimo atto di una serata di ordinaria follia.
Avevano avvicinato un’altra persona in bicicletta, che però è riuscita ad andarsene senza danni, e avevano aggredito una ragazzina tedesca colpendola alla testa e rubandole borsetta e cellulare. Quello da cui poi è stata intercettata la chiamata. Avevano preso a insulti un gruppo di tedeschi, che però aveva reagito. E intorno alle 2, davanti al bagno 106 l’aggressione a Morri, colpevole forse di una parola di troppo o semplicemente di essere finito sul loro percorso. E’ arrivata ieri sera la svolta alle indagini sul caso che da martedì sta monopolizzando l’attenzione dell’opionione pubblica. Sette giovani clandestini rumeni sono stati prelevati dal residence dove alloggiavano e portati in Questura a Rimini. Per cinque di loro scatterà la procedura per il rimpatrio. Gli altri due, un 18enne e un 19enne, dopo un lungo interrogatorio sono invece finiti in stato di fermo per l’omicidio di Morri. La Questura per ora non conferma che siano gli stessi autori delle altre aggressioni avvenute di recente nella stessa zona.
Questa mattina, intanto, alla chiesa della Resurrezione di Rimini si sono svolti i funerali di Morri. A celebrarli don Oreste Benzi, il fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII di cui il 48enne era ospite e collaboratore.
Un omicidio che lascia lo sgomento per la sua insensata gratuità, per il clima di paura che ha generato nella zona, per l’immagine negativa che di Rimini sud è uscita a livello nazionale proprio in apertura di stagione. Ma soprattutto il dolore per l’assurda morte di un uomo, come hanno ricordato in molti, mite e generoso.