13enni fuggono da casa per andare a Roma da un amico conosciuto in rete


E
proprio nella capitale, dopo dieci ore di affannose ricerche,
sono state trovate martedì scorso due dodicenni riminesi, la
cui fuga ha tenuto con il fiato sospeso i genitori e impegnato
gli avvocati di famiglia e i carabinieri della compagnia di
Rimini, che hanno messo in campo uomini e sofisticate tecnologie
per risolvere il caso in tempi brevi.
Avevano pianificato tutto le due adolescenti, che ai genitori
attoniti hanno detto di non aver mai pensato di aver corso un
grosso rischio: ai nonni che dovevano badarle in attesa del
rientro dei genitori avevano raccontato che andavano a casa di
una terza amica.
Una ha anticipato l’orario di una lezione di
ripetizione, l’altra ha parcheggiato la bicicletta in un
parcheggio pubblico per depistare chiunque le avesse cercate.
La coppia, che abita nello stesso condominio di un complesso
popolare in città, ha quindi preso la via di Roma, dove é
arrivata in treno alle 18.
L’allarme é scattato alle 13, al momento del ritorno a casa
dei genitori che, dopo inutili ricerche tra amici e conoscenti e
nei luoghi abitualmente frequentati dalla ragazzine, hanno
deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine ”trovando nei
carabinieri tanta umanità – ha sottolineato uno dei loro
avvocati – e piena collaborazione che hanno permesso di
risolvere il giallo in un battibaleno”.
Alle indagini hanno collaborato anche due legali riminesi, Fabio Gaia
e Paolo Righi. Ascoltando tutti gli inquilini del condominio,
hanno scoperto che un anziano aveva incrociato le ragazzine
mentre una incitava l’altra a muoversi, ”altrimenti avrebbero
perso la corriera”.
Sempre loro hanno scoperto la passione per
Internet delle adolescenti, il cui uso era stato però
interdetto dai genitori, e che una delle due fuggitive, la
domenica, aveva ricevuto strane telefonate, spacciate per
chiamate dell’amica dove avrebbero dovuto essere quella mattina
e che in realtà si trovava in vacanza in Trentino.
I carabinieri si sono quindi messi a lavorare sui pc e sul
telefonino di una delle adolescenti, rimasto a casa e ritrovato
dal padre: attivato il telefono dopo aver fatto saltare il
codice d’accesso, i militari si sono imbattuti in messaggi e in
un numero di utenza registrato come ‘Cla’. A questo punto é
spettato all’ avvocato Gaia mettersi in contatto con l’ignoto
interlocutore, un 15enne romano conosciuto virtualmente sulla
chat collegata ad un sito da dove si scarica musica.
Dopo alcune
resistenze, impaurito per le eventuali conseguenze e saputa l’avventura e l’età delle amiche, il ragazzino ha assecondato e
trattenuto le ragazzine nella pizzeria di Roma dove si erano
appena seduti assieme a un altro amico, suo coetaneo.
Lì, alle
23 circa, sono state ritrovate e prese in consegna dai
carabinieri della capitale in attesa dell’arrivo dei genitori,
avvenuto nel cuore della notte.
E’ così finita una bravata dettata un pò dall’ingenuità un pò dall’incoscienza.
Le due ragazzine, candidamente, hanno ammesso che avrebbero
fatto rientro a casa il giorno dopo. Come, non lo sapevano: i
soldi delle paghette che avevano messo da parte, infatti, erano
stati sufficienti solo per pagarsi il viaggio di andata.