Agli Agostiniani Pupi Avati con il suo ‘Il cuore altrove’


Avati, grande amico di Federico Fellini, incontrerà il pubblico prima della visione del film, interpretato da Neri Marcorè e da Vanessa Incontrada. Inizio dello spettacolo ore 21.30; l’ingresso intero è di 4,50 euro, il ridotto 3,50. In caso di maltempo le proiezioni si terranno al Supercinema.
La presentazione del film:
Ambientato nel 1910, il film racconta la storia di Nello, figlio del sarto del Papa Pio X, trentacinquenne dedito agli studi, impacciato e timido, che viene mandato dai genitori ad insegnare in un liceo di Bologna con la speranza che la permanenza in quella città lo porti a trovar moglie. Va a soggiornare in un pensionato dove divide la stanza con un barbiere napoletano, grazie ai cui suggerimenti vivrà una sorta di iniziazione all’altro sesso. Mentre nell’insegnamento scopre di possedere un notevole talento, per Nello la ricerca dell’anima gemella è senza successo fino a quando -per caso- incontra Angela, la più bella e spregiudicata ragazza di Bologna che un incidente ha reso cieca…
La biografia di Pupi Avati:
Bolognese, classe 1938, Giuseppe Avati, detto Pupi, ha frequentato nella lunga carriera ogni sorta di genere. Approdato al cinema dopo aver frequentato la facoltà di scienze politiche ed essere stato a lungo impiegato in una ditta di surgelati (e nel tempo libero fervido appassionato di jazz), Avati debuttò nel ’68 con Balsamus, l’uomo di Satana, atipica fusione di gotico e grottesco. Confermerà la sua vocazione verso storie irreali nel singolare La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone (1974), ove la narrazione assume toni che ricordano l’universo felliniano.
Nel 1975, il bizzarro fantamusical Bordella gli procura problemi con la censura, mentre l’anno dopo dirigerà, con La casa dalle finestre che ridono (1976) e Tutti defunti…tranne i morti (1977), film del mistero d’ambientazione padana.
E’ poi la volta di sceneggiati televisivi di successo, Jazz band (1978) e Cinema!!! (1979), colorati di quel delicato autobiografismo che ritornerà anche ne Le strelle nel fosso (1979), nella rievocazione inizio secolo de Una gita scolastica (1983), nella messa in scena d’una pagina dell’adolescenza mozartiana in Noi tre (1984), nell’amara parabola di Festa di laurea (1985), e – in epoca più tarda – in Storia di ragazzi e ragazze (1988) e Dichiarazioni d’amore (1994).
Tra le cose più riuscite, le incursioni nella contemporaneità di Impiegati (1985) e Regalo di Natale (1986), vicende amare nelle quali prevale un tono dolente e malinconico. Da ricordare inoltre il bellissimo horror Zeder (1981) il medievale Magnificat (1993) ed il gotico L’arcano incantatore (1997); tra gli ultimi lavori Il testimone dello sposo in cui torna a dirigere Diego Abatantuono (di cui Avati scoprì per primo i registri drammatici in Regalo di Natale) .