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La lettera di Stefano Goffi per il G8

In foto: Stefano Goffi, dell'Associazione Papa Giovanni XXIII di Rimini, malato di AIDS, ha scritto una lettera in occasione del G8 di Genova. Il testo della lettera:
Stefano Goffi, dell'Associazione Papa Giovanni XXIII di Rimini, malato di AIDS, ha scritto una lettera in occasione del G8 di Genova. Il testo della lettera:
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mar 24 lug 2001 07:14 ~ ultimo agg. 00:00
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19 Luglio 2001.
Mi chiamo Stefano Goffi e sono un malato terminale di Aids. Noi come Associazione facciamo parte del Genoa Social Forum e facciamo animazione di piazza delle azioni dirette non violente delle associazioni aderenti al Genoa Social Forum e domani (Venerdì) organizziamo una Via Crucis e all’interno porterò la mia testimonianza. Ho pensato che forse poteva interessarvi. Grazie per quello che farete per dare voce a chi non ha voce.

Ero malato….. e voi dov’eravate?

Quando diversi genitori si sono opposti e non mi hanno voluto nella scuola dei loro figli per parlare di AIDS, perchè avevano paura che parlando dal palco potesse uscirmi della saliva che andava a contagiare i ragazzi nelle prime file: voi dov’eravate? Quando mi hanno rifiutato un lavoro perchè sono un malato di Aids: voi dov’eravate? Quando mi sono sentito rifiutare un aiuto economico dal mio Comune di residenza (Rimini) perché sia per comprarmi delle medicine naturali che per avere i farmaci per curarmi sono dovuto andare in un altro ospedale: non è servito a niente, esami alla mano, dire che le mie difese immunitarie erano a zero, che dopo 4 mesi di febbre ininterrotta stavo morendo, che qui non trovavo i farmaci che mi potevano aiutare ma che in un altro ospedale c’erano dei protocolli compassionevoli dove mi avrebbero dato i farmaci per provare a curarmi, e che quindi il mio andare lì era solo per cercare di “sopravvivere” ancora un po’, e non una scelta di parte. Ma capisco che, forse, quando c’è di mezzo la politica e l’economia, tu conti solo se dai un tornaconto (vedi ticket sanitari) e allora forse quel politico, che qualche tempo fa diceva raccontando una barzelletta che a noi malati di AIDS le sabbiature fanno bene per abituarci a stare sotto terra, non è un caso isolato ma ha, purtroppo, dei seguaci: ma voi dov’eravate? Quando ogni volta che desidero fare l’amore con mia moglie ho sempre quei sensi di colpa e non capisco cosa devo fare, perché da una parte devo usare il preservativo per non mettere in pericolo mia moglie, ma dall’altra la Chiesa mi dice che non devo usarlo; quando non so da che parte stare: voi dove siete? Quando alcuni genitori hanno scritto al Preside della scuola dicendo che mia figlia non poteva stare nella stessa classe dei loro figli perchè il padre è un malato di Aids e lo stesso Preside ha cercato di farmi cambiare scuola: voi dov’eravate? Quando sono andato dal ginecologo perché avevo desiderio di un figlio e mi hanno sfruttato chiedendomi dai 20 ai 30 milioni, perché l’inseminazione artificiale, vietata per legge, viene fatta al mercato nero: voi dov’eravate? Quando a mio figlio è stato negato di giocare con vostro figlio (e non sapevate neanche se mio figlio era sieropositivo o no: la paura e l’ignoranza vi hanno detto che se il padre è malato anche il figlio lo è!): voi dov’eravate? Però d’ora innanzi avrete molte altre occasioni per rispondere con il vostro impegno a queste ed altre domande che tanti altri fratelli come me vi porranno!
Anche per questo avrei voluto essere qui con voi a condividere questo momento, ma la mia Via Crucis, il mio essere un malato terminale di AIDS, mi ha inchiodato al letto. Sono comunque con voi e allora vorrei raccontarvi che ci sono i nuovi farmaci scoperti che ci allungano la vita: ma come faccio a dirlo se le 15.000 pastiglie prese solo quest’anno delle volte non sembrano allungare la mia vita, “ma solo la mia agonia”. A volte mi sembra che noi malati di AIDS dobbiamo stare in vita così, in questa maniera, per dare la possibilità a qualcuno di speculare e guadagnare molti miliardi; ricordate: i poveri servono per far esistere i ricchi!!! Vorrei raccontarvi che questi farmaci ci hanno dato un po’ più di speranza, ma come faccio a non dirvi che è difficile sopravvivere ai 35 farmaci chemioterapici giornalieri che prendo per curare l’AIDS e agli altri che prendo per contrastare gli effetti collaterali dei farmaci chemioterapici e agli altri che prendo per cercare di alleviare gli effetti collaterali dei farmaci che uso per contrastare gli effetti collaterali dei chemioterapici e agli altri che prendo per……. Vorrei raccontarvi che ogni Venerdi la mia Via Crucis inizia perchè faccio la mia iniezione settimanale che mi porta ad avere la febbre per 4 giorni alla settimana, e che gli altri 3 giorni li passo fra il divano ed il letto, a parte quei momenti in cui riesco a fare qualcosa. Questa Via Crucis finisce stasera, ma la mia ricomincia ogni Venerdì, inizia ogni mattina ……… Vorrei raccontarvi……. vorrei raccontarvi ancora molte altre cose, vorrei stare qui ancora insieme a voi per sentirmi partecipe di questa manifestazione, per sentirmi fratello di tutti, ma la febbre mi pretende, vuole stare tutta sola con me, ed allora ogni tanto mi tocca dargli retta e fare il buon malato. Ma prima di salutarvi tutti, uno ad uno, volevo dirvi: “oggi la Resurrezione siete voi”. Siete voi perché è attraverso il vostro impegno che rendete possibile tutto il resto, ma ancora di più, non è solo il vostro impegno, ma è il vostro amore che cambia le cose. Sai, l’aids mi sta uccidendo, ma prima di lei un altra cosa mi ha ucciso: la solitudine, l’indifferenza. La solitudine uccide prima dell’aids. Oggi quando mi incontrerai salutami, accarezzami e dammi un bacio di saluto sulla guancia: non c’è pericolo di contagio, non c’è pericolo di infezione; il rischio grosso che correrete sarà quello di accorgervi che anch’io, che anche noi, siamo come voi, con gli stessi vostri sogni, con le stesse vostre preoccupazioni, con le stesse vostre gioie. Il rischio sarà che dopo ci vogliate un pò più bene e non riuscirete più a camminare senza di noi, come noi non riusciamo a camminare senza di voi. Come ci insegna Gesù: Giovanni non l’ha ucciso solo Erode, ma tutti i commensali, perché non hanno fatto niente per cambiare le cose.
Stefano (Ass. Papa Giovanni XXIII)