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Rimini Sanità

Vaccini. 22 famiglie ricorrono al Tar contro l'obbligatorietà

In foto: repertorio
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di Andrea Polazzi   
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gio 16 feb 2017 17:22
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L’obbligo vaccinale per l’iscrizione dei bimbi ai servizi 0-3 anni continua a far discutere. 22 famiglie di Rimini aderenti al comitato E Pur Si Muove, Coordinamento di Genitori per la Libertà di Scelta sui vaccini, hanno dato mandato ad un legale di presentare ricorso al Tar impugnando la delibera comunale che recepisce la legge regionale in materia. Chiamati in causa il Comune di Rimini, nella persona del Sindaco, il presidente della Regione Bonaccini e il direttore dell’Ausl Romagna Tonini. Nel ricorso si fa riferimento, spiegano i genitori, “all’infondatezza dei presupposti che hanno portato l’Emilia Romagna a stabilire l’obbligatorietà dell’adempimento delle vaccinazioni obbligatorie come requisito sine qua non per l’iscrizione e la frequenza ai servizi educativi e ricreativi pubblici e privati della Regione Emilia Romagna per l’anno scolastico 2017-2018”. Secondo il Coordinamento a dimostrare questa infondatezza sarebbe anche l’ultimo Rapporto sulle “Coperture Vaccinali nell’infanzia e nell’adolescenza – Anno 2015” dove la Regione dichiara, in merito alle coperture al 36° mese, un notevole recupero con le quattro le vaccinazioni obbligatorie che si attestano sopra il 95%, percentuale che garantirebbe la tutela della salute pubblica in base alla teoria dell’Immunità di Gregge. Secondo il comitato non esistono “ragioni evidenti ed onestamente difendibili che possano giustificare la discriminazione e l’emarginazione che si stanno attuando in Regione”. Inoltre i genitori di E Pur Si Muove ritengono la legge “inapplicabile perché impone l’obbligo per 4 vaccini ma di fatto reperibili in Italia ce ne sono, in singola dose, solamente 3 e l’ASL non può autoderogarsi per la propria incapacità di reperire anche il singolo antidifterico. È paradossale una deroga autoconcessa sulla difterite – avente sicuramente margini di contagiosità maggiori rispetto a poliomielite ed epatite – mentre viene imposto in modo tassativo l’obbligo per la vaccinazione antitetanica che non è una malattia trasmissibile. Qualora – prosegue la nota – una qualunque famiglia decida di adempiere agli obblighi di Legge, in questo momento si trova nell’impossibilità di farlo”.
Il comitato ha anche inviato una richiesta di incontro privato e, possibilmente, congiunto con l’assessore alla scuola Mattia Morolli, il vicesindaco con delega alla Sanità Gloria Lisi e il sindaco Andrea Gnassi. I genitori contestano alle Istituzioni la mancanza di dialogo e confronto sul tema.