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Reagire alla violenza. Per le vittime Gessica diventa riferimento

In foto: Gessica Notaro
Gessica Notaro
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
ven 10 feb 2017 13:23 ~ ultimo agg. 11 feb 14:11
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Gessica Notaro è già diventata un punto di riferimento per le donne vittime di violenza. Lo racconta il vicesindaco di Rimini Gloria Lisi che ieri all’ospedale Bufalini ha fatto visita alla ragazza all’ospedale Bufalini di Cesena. A Gessica, racconta la Lisi, si è rivolta una donna vessata dal compagno per chiederle consigli. Come strumento aggiuntivo al lavoro dei centri antiviolenza, la Lisi annuncia inoltre l’attivazione di un numero dedicato ai presidi ospedalieri e alle forze dell’ordine per rispondere anche in orario notturno e nei giorni festivi alle esigenze di chi ha necessità di intraprendere percorsi.

Ieri sera inoltre in Consiglio Comunale a Rimini è stato approvato, con 25 voti favorevoli e un astenuto, l’ordine del giorno dal titolo “Posto occupato” presentato trasversalmente da diversi consiglieri: Filippo Zilli, Enrico Piccari, Mario Erbetta, Kristian Gianfreda, Luca Pasini, Gennaro Mauro, Marzio Pecci, Gioenzo Renzi, Carlo Rufo Spina. Tra le iniziative di prevenzione e sensibilizzazione sulla violenza contro le donne, si propone anche l’invito ai gestori di cinema e teatri a riservare un posto nelle prime file a donne vittime di violenza.


La dichiarazione di Gloria Lisi:

“Ieri pomeriggio sono andata a fare visita a Gessica Notaro, che con grande coraggio e forza sta combattendo la sfida più difficile della sua vita. La sua storia sta diventando un esempio di cosa significhi non arrendersi: non arrendersi davanti ad un lungo percorso di recupero, fatto di settimane in ospedale, interventi chirurgici, terapie. E soprattutto non arrendersi alla violenza, al male, all’odio. Non nascondo che i minuti che ho passato con Gessica – alla quale ho voluto portare la vicinanza dell’intera comunità riminese, che continua ad esserle vicina a quasi un mese dalla drammatica aggressione di cui è stata vittima – hanno lasciato un segno. In primo luogo perché ho potuto constatare lo spirito con cui Gessica sta affrontando questo percorso ad ostacoli e quanto le sia di aiuto sentire il supporto sincero degli amici, della famiglia, delle persone care e dei tanti che sono rimasti toccati dalla sua storia. Una forza tale da renderla, così com’è stato per Lucia Annibali, un esempio e un punto di riferimento per chi come lei ha subito violenza. Nel corso del nostro incontro infatti Gessica mi ha raccontato di una donna, romagnola, che si è recata a trovarla in ospedale per chiederle aiuto, per sapere come comportarsi e reagire perché anche lei vessata dal suo compagno. E Gessica, ovviamente, non s’è tirata indietro.

Ma l’incontro con Gessica mi ha fatto riflettere anche per un secondo aspetto. Lasciando l’ospedale non ho potuto fare a meno di riflettere sul sottile confine tra il bene e il male, su come sia possibile come un uomo che hai amato e che ti ha amato, con cui hai condiviso un pezzo di vita, emozioni, esperienze, possa arrivare al punto di volere la tua cancellazione. Troppo semplice ‘derubricarlo’ – se così si può dire – ad un momento di follia, ad un gesto inconsulto. Dietro a un gesto simile, premeditato o estemporaneo che sia, c’è l’impossibilità ad accettare che certi vincoli si possono rompere, che le relazioni possono finire e che l’altro non è una proprietà che ci sente il diritto di rivendicare o, peggio, di distruggere. Come ho già avuto modo di ripetere in queste settimane, il contrasto a questo tipo di fenomeno deve partire dalla diffusione di una nuova cultura del rispetto di genere, soprattutto nelle giovani generazioni di uomini e di donne, che devono essere educati al rispetto e alla libertà. Una formazione che deve andare di pari passo con un irrobustimento della rete di supporto alle vittime di violenza, vittime che vanno messe nella condizione di poter denunciare e che devono essere affiancate nel percorso di ritorno alla normalità. A tal proposito, in una recente tre giorni di formazione promossa dall’Ausl Romagna e dedicata agli operatori che ogni giorno si occupano di violenza sulle donne, era emerso come ci fossero delle fasce orarie – le ore notturne, i giorni festivi e prefestivi – in cui era necessaria una ulteriore risposta in aggiunta al prezioso lavoro dei centri antiviolenza e delle associazioni. Per questo motivo con l’Ausl Romagna è stato deciso di attivare a partire da lunedì 13 febbraio un numero sociale dedicato, esclusivamente a disposizione dei presidi ospedalieri dell’ambito di Rimini e delle forze dell’ordine del territorio, attraverso il quale attivare percorsi protetti a tutela delle donne vittime di violenza. Un ulteriore strumento, di cui si farà carico il Comune di Rimini, per garantire il massimo appoggio a chi necessita di un aiuto per uscire da situazioni critiche e per ricominciare a vivere in serenità”.


 

Il testo dell’ordine del giorno:

Premesso che nel nostro paese la violenza contro le donne ha assunto un carattere pervasivo e strutturale. Una drammatica violazione dei diritti umani fondamentali, che hanno interessato, purtroppo, da vicino anche la nostra città; Esattamente un mese fa, 9 gennaio 2017, tutti quanti noi abbiamo appreso della brutale aggressione subita da una nostra concittadina, Gessica Notaro, il cui eco ha fatto ripiombare l’intera nazione sulla problematica della violenza sulle donne.

 Preso atto che questa amministrazione da diversi anni ha fatto propria la “battaglia” contro la violenza di genere e in particolare contro tutte le violenze (fisiche – psicologiche – lavorative) che nello specifico le donne subiscono all’interno delle mura domestiche, al lavoro e nel quotidiano, a causa di una cultura che non riesce a progredire e rimane legata a retaggi del passato.

Che l’Amministrazione Comunale si è fatta pro motrice di una manifestazione svoltasi in Piazza Cavour contro la violenza sulle donne, per sensibilizzare e richiamare i cittadini riminesi ad una tematica cosi delicata, ed inoltre, e soprattutto, per portare un messaggio di affetto e vicinanza a Gessica.

Ritenuto che per combatterla c’è bisogno di un cambiamento culturale e nessuna legge, anche la più rigorosa, può contrastarla se non è accompagnata da una volontà di cambiamento nel rapporto tra i sessi e le persone; che occorre una nuova stagione delle relazioni, la presenza appropriata delle donne in tutti gli ambiti della società, la valorizzazione del ruolo e della soggettività femminile; che il fenomeno deve essere contrastato con un’efficace ed urgente strategia politica, soprattutto alla luce degli ultimi fatti di cronaca.

Tutto ciò premesso, impegna il Sindaco a:

– intraprendere misure volte a sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto al fenomeno della violenza di genere e a promuovere una rappresentazione rispettosa della dignità femminile:

– a creare una rete territoriale di contrasto, attraverso protocolli d’intesa tra soggetti istituzionali,
quali province, comuni, aziende sanitarie, consigliere/i di parità, uffici scolastici provinciali, forze
dell’ordine e del volontariato che operano sul territorio;

– a contattare i gestori degli spettacoli pubblici e/o aperti al pubblico per proporre l’iniziativa di
riservare, in tutte le sale cinematografiche private presenti sul territorio riminese, un posto a sedere nelle prime file, in particolare, presso il nuovo Cinema FULGOR, il nuovo Teatro GALLI, la
biblioteca GAMBALUNGA, con un cartello affisso con la scritta: “POSTO OCCUPATO”.

 Il “Posto Occupato è un gesto concreto dedicato a tutte le donne vittime di violenza.

Ciascuna di quelle donne – prima che un marito, un ex, un amante, uno sconosciuto decidesse di
porre fine alla sua vita – occupava un posto a teatro, sul tram, a scuola, in ufficio, in
metropolitana, nella società. Questo posto va riservato a loro, affinché la quotidianità non lo
sommerga “.

La violenza contro le donne si nutre di indifferenza e di rassegnazione, questo piccolo gesto racchiude in se un grande significato, e produrrà un forte impatto sulle coscienze di ognuno di noi.

 

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