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In barca…per imparare la vita. Il progetto Albatross

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 30 ott 2015 13:29 ~ ultimo agg. 3 nov 14:31
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Un gruppo di adolescenti provenienti da Ravenna, Cesenatico e Rimini. Una partnership tra 9 soggetti: l’associazione onlus Piccoli Passi e la cooperativa sociale onlus La Vela di Cesenatico, le associazioni Marinando di Ravenna e di Rimini, l’associazione Sonora Social Club di Bagnacavallo, la cooperativa Il Millepiedi di Rimini, l’associazione Verba Manent onlus e la Fondazione Augusta Pini ed Istituto del Buon Pastore onlus di Bologna. Tre barche guidate da skipper esperti e un gruppo di educatori e operatori sociali.

Sono questi alcuni degli ingredienti dell’avventura in mare che hanno vissuto un gruppo di ragazzi tra i 14 e i 17 anni durante l’Estate grazie al progetto “Albatross. Giovani in Adriatico”, un progetto di prevenzione del disagio giovanile nato con l’obiettivo di potenziare l’autostima dei giovani coinvolti sviluppando in loro maggiori capacità di interazione e convivenza, responsabilizzazione e stimolo alla trasmissione delle proprie competenze attraverso un mediatore molto speciale: la barca a vela.

L’esperienza del mare in barca è infatti ricca di implicazioni anche dal punto di vista educativo e psicologico: il mare è un contesto ambientale straordinario e viverlo da protagonisti a bordo di una barca a vela è sicuramente occasione di crescita, in cui mettere alla prova se stessi, imparando a relazionarsi con gli altri e a cooperare, per raggiungere uno scopo comune: arrivare al porto di destinazione.

I partecipanti al progetto, 14 ragazzi tra i 14 e i 17 anni, sono stati selezionati nelle varie strutture coinvolte a livello territoriale: gruppi educativi territoriali, case-famiglia e comunità, centri di aggregazione, centri semi-residenziali.

Un ruolo importante è stato svolto da Radio Sonora che ha raccontato il progetto dando voce agli operatori, agli skipper e ai ragazzi stessi.

Per Marco, skipper e educatore: “La barca e il mare tirano fuori sentimenti ed emozioni molto forti…che portano i ragazzi a riflettere e a confrontarsi con se stessi, perché dal mare non si può scappare. Per questo l’esperienza in barca è anche una grande occasione di crescita”.

Prima di partire per la mini-crociera (della durata di due giorni, con una notte in barca in mare aperto) i ragazzi hanno svolto un corso di formazione per imparare a padroneggiare la barca e a superare alcune paure.

Per F., uno dei ragazzi protagonisti del progetto la cosa più bella è stata “stare in alto mare con i miei amici. E poi andare a prua, guardare l’orizzonte e sentire l’odore del mare”. Anche per E. è stato bello perché “in mezzo al mare stavo bene, ero felice”.

Ha aggiunto Enzo Pastore, responsabile di Marinando a Rimini: La barca è uno strumento polivalente, insegna a fare gruppo e a fare squadra rispettando delle regole, obbedendo a dei comandi, rispettando le autorità. Stare in barca è un modo di affrontare la vita. In barca non sei solo ospite, ognuno contribuisce al viaggio”.

Un viaggio in mare è un po’anche la metafora dell’adolescenza: ci si sente a volte in balia delle onde, a volte ci si gode la navigazione, si è costretti a levare l’ancora e lasciarsi indietro il passato, guardando l’orizzonte e il futuro. E, rubando le parole di J. Conrad ne La linea d’ombra: “O si è marinaio o non lo si è. E io di esserlo non avevo dubbi”. Complimenti a questi piccoli marinai e a chi ha fatto loro compagnia in questo viaggio e continua ad accompagnarli anche nel viaggio della vita.

Silvia Sanchini

Per ascoltare il podcast completo di Radio Sonora e saperne di più sul progetto: http://radiosonora.it/it/programmi/369-strongalbatross-giovani-in-adriaticostrongbr.htm#.Vifb6H7hDIX