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Cocoricò. De Meis annuncia dimissioni: solo e impotente contro lo sballo

In foto: De Meis durante la conferenza stampa
De Meis durante la conferenza stampa
di Redazione   
Tempo di lettura 6 min
Sab 25 Lug 2015 13:01 ~ ultimo agg. 18 Mag 22:58
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Dopo la tragica morte del 16enne Lamberto Lucaccioni, amareggiato e solo nella battaglia contro lo sballo arrivano le dimissioni di De Meis il General Manager del Cocoricò. “Abbiamo fatto tanto in questi anni – spiega – ma non è bastato”. La decisione è stata presa da Fabrizio De Meis a inizio settimana.

L’impegno contro lo sballo. Quando tre anni fa era arrivato a gestire la discoteca, De Meis ne sapeva la nomea di “disco dello sballo” ma l’obiettivo era quello di cambiare l’approccio al mondo della notte: “abbiamo cambiato anche la musica – dice – il Cocoricò non è più quello degli anni ’90. Abbiamo fatto la lotta agli spacciatori, spesso perquisendo i clienti a campione anche contro la legge, accompagnadoli in uno stanzino, controllandoli alla ricerca di droga e subendo anche minacce personali. Ma è meglio subire un’azione legale che non controllare i ragazzi.” E, come esempio, De Meis cita anche la recente lettera di due genitori che hanno paventato, tra le righe, una azione legale per la perquisizione del figlio.

“Abbiamo – prosegue, elencando quanto messo in campo contro lo spaccio – un sistema di videosorveglianza unico per controllare interno ed esterno. Siamo stati anche in parlamento per presentare la proposta di Daspo per le discoteche. Abbiamo messo in campo anche campagne di comunicazione forti.” “Il nostro messaggio è chiaro – prosegue – non c’è ambiguità. Se viene recepito o no è un’altra cosa.”

Sulla decisione criticata da più parti di tenere aperto ieri, nel giorno dei funerali di Lamberto, De Meis chiarisce le motivazioni: “abbiamo riflettuto tutta la settimana e alla fine abbiamo deciso di approfittare della grande esposizioni mediatica per lanciare un messaggio forte contro la droga”. L’ex general manager dice però umanamente di comprendere le critiche arrivate anche dai genitori del giovane.

cocoFuori dalla discoteca fanno capolino anche alcuni cartelloni antidroga.

Nella decisione ha pesato poi anche il fatto che l’ospite atteso ieri sera al Cocoricò non ha accettato di annullare o rinviare la serata già programmata.

L’amarezza per la tragedia di sabato. “Abbiamo fatto tanto – dice De Meis – ma sabato sera ho capito che non è bastato. Non so se Lamberto abbia acquistato la droga: nella sua città oppure 100 metri prima o dopo la discoteca. La cosa importante è che è morto un altro ragazzo.”

Lo sfogo. “Sono solo nella battaglia – attacca De Meis – non ho strumenti di legge. Da una parte ci sono politica, istituzioni e forze dell’ordine e dall’altra l’imprenditore. Come se fossimo su due posizioni diverse mentre invece vogliamo la stessa cosa. Mi sento solo e impotente. Il problema non è a livello locale (c’è grande rispetto per le istituzioni) ma sono le leggi nazionali. Io stasera potrei trovare all’ingresso il pusher, che è solo stato denunciato, e non potrei impedirgli di entrare.” 

Tante cose si potrebbero fare e non vengono fatte. “Penso ad esempio – spiega – ad Ibiza e al tampone all’ingresso per verificare se una persona ha assunto droga prima di entrare in discoteca, con la possibilità di vietarne l’accesso, questo ci permetterebbe anche di verificare se un cliente ha assunto droga in discoteca.”

Ipotesi chiusura: non è soluzione. L’ormai ex general manager commenta anche la richiesta di chiusura del locale. “Se fosse legata alla morte di Lamberto Lucaccioni la potrei capire – spiega – ma in queste ore si parla di una possibile chiusura legata ad un dossier nel quale vengono elencati episodi relativi agli ultimi due anni. Ci si è concentrati sul pregresso, su cose che si conoscevano già a maggio.”

Futuro a rischio per il Cocoricò. Dover chiudere nel mese di agosto per la discoteca significherebbe perdere il 50% del fatturato. Ma il problema è soprattutto l’addio con le dimissioni di De Meis. “E’ con grande dolore per le circa 200 persone che lavorano nel locale – ammette – che comunico le mie dimissioni. Potrebbe non esserci futuro per l’azienda se il provvedimento fosse lungo. Nel caso però ci fosse c’è una compagine sociale che deciderà chi prenderà il mio posto.”

Le parole dell’avvocato Catrani, legale rappresentante del Cocoricò. “Quale legale del gruppo Cocorico che, da ormai tanti anni, segue i successi a livello mondiale di Fabrizio De Meis ed i suoi partners desidero esprimere la mia totale solidarietà al Presidente per la scelta sofferta che ha, inevitabilmente, dovuto prendere innanzi ad un attacco indiscriminato di cui è stato vittima costante, ora per ora, da Sabato scorso ad oggi. E ancor prima della chiusura delle indagini preliminari volte a ricostruire le reali dinamiche dell’accaduto. Cioè ancor prima degli esiti degli accertamenti che comprovino o meno qualsivoglia eventuale coinvolgimento del locale nella tragica morte del giovane ragazzo.
Da più parti si invocano chiusure esemplari del locale?
Per questi tipi di interventi esistono autorità preposte che valutano e decidono secondo legge e non a furor di popolo.
E, a tal riguardo, intendo precisare che fino ad indagini concluse del PM le autorità preposte, secondo la mia opinione, non sono in grado di decidere.
Io desidero semplicemente ricordare i grandi sforzi, sotto gli occhi di tutti, che da anni portiamo avanti in team, me compreso, in tema di prevenzione di reati, di uso di droghe e di fatti comunque cruenti.
Attività che ci hanno portato ad interagire sinergicamente addirittura con la Comunità di San Patrignano e col mondo dello sport giovanile.
Perdere una figura come Fabrizio De Meis significa perdere un imprenditore capacissimo, intelligente, sensibile e leale; un autentico leader nel suo settore; persone così, a mio avviso, andrebbero aiutate e non lasciate sole. Specie prima di comprovate responsabilità certe ed inoppugnabili da potergli contestare secondo legge.”

Da Newsrimini.it

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