Tenevano in casa il cadavere della madre di 80 anni, morta da ormai due mesi.


Il giardino incolto, le rose appassite, le tapparelle arrugginite, sempre chiuse. A guardarla, la casa di via della Rondine 20 a Rimini, a ridosso del centro, sembra disabitata da anni. Invece, fino a ieri, ci abitavano tre persone: una donna di 80 anni e i due figli, 53 anni lui, 47 lei. “Ci abitavano” è espressione più appropriata di “ci vivevano”. Da due mesi, infatti, il cadavere di Bice Manoni, ex maestra elementare, era sul suo letto, in una stanza ormai infestata da larve e mosche. I due figli, entrambi malati psichici, vegliavano accanto all’anziana madre giorno e notte.
La famiglia Palmieri, (questo il cognome del marito, un ex militare morto da molti anni), era seguita dagli assistenti sociali del servizio igiene mentale dell’Ausl e, i due figli, erano in cura da uno psichiatra. Ieri pomeriggio, gli assistenti sociali, insospettiti dall’ennesimo rifiuto a farli entrare, hanno chiamato i carabinieri. All’arrivo della squadra mobile, insieme agli agenti sono entrati il medico e il personale dell’Ausl. Davanti alla macabra scoperta, i due fratelli si sono giustificati dicendosi convinti che la donna sarebbe risuscitata. Entrambi sono ora ricoverati in psichiatria all’Infermi di Rimini, la casa è sotto sequestro. Sul posto è intervenuta anche la polizia scientifica.
Sarà l’autopsia a stabilire la data e la causa precisa della morte. La frattura di alcune costole, infatti, fa sospettare che la donna non sia deceduta per cause naturali.
Il giorno dopo, i vicini si dicono scossi dalla vicenda. Una famiglia strana, ma nessuno immaginava fino a questo punto.