Spacca la testa alla madre e compie una serie di bravate: figlio terribile finisce in carcere


Sia la madre che il suo avvocato hanno fatto di tutto per evitargli in carcere, ma alla fine non ce l’hanno fatta. Si sono dovuti arrendere davanti a quel giovane di 22 anni allergico alle regole, dai modi sfrontati e dal carattere aggressivo, che nell’ultimo mese ne ha combinate di tutte i colori.
Il fatto più grave è senza dubbio l’aggressione compiuta il primo di agosto a Rimini nei confronti della madre. E’ bastato un semplice rimprovero da parte della donna per la musica a tutto volume che il figlio ha perso completamente le staffe. Come una furia ha afferrato la testa della madre e l’ha sbattuta con violenza contro lo stipite della porta della camera da letto, provocandole una profonda ferita lacero-contusa all’altezza del sopracciglio destro. Arrestato per lesioni personali aggravate dalla polizia, davanti agli agenti ha reiterato le minacce di morte: “Tanto quando torno a casa li ammazzo tutti”, riferendosi al compagno della madre e al fratellastro minore. Il giudice del tribunale di Rimini, dopo aver convalidato l’arresto, ne aveva disposto l’allontanamento da casa e l’obbligo di presentazione quotidiana in questura, oltre che di permanenza nel nuovo domicilio indicato tra le 21 e le 6, dal venerdì alla domenica.
Obbligo che è stato disatteso in un paio di circostanze nonostante il suo difensore, l’avvocatessa Morena Ripa, gli avesse raccomandato di rigare dritto. Invece il 12 agosto è stato nuovamente arrestato (questa volta dai carabinieri) dopo essersi intrufolato nel giardino di un’abitazione privata in viale Todi a Riccione e aver rubato dell’uva. Non solo perché per il gusto di danneggiare aveva scarabocchiato con un pennarello i muri della casa e la carrozzeria dell’auto dei proprietari. Qualche ora prima, invece, i militari erano stati costretti a intervenire al Cocoricò per ben due volte perché si era intrufolato senza pagare e si era addirittura arrampicato sulla “Piramide”. Una volta in caserma, poi, ha staccato la cornice di legno della porta della camera di sicurezza e con alcuni frammenti ha minacciato un militare. Solo dopo essersi visto puntare contro il taser, il giovane ha deciso di lasciar cadere gli oggetti che aveva in mano evitando guai ancora peggiori.
Il giorno successivo altra “visita” in tribunale. Dopo che il suo legale aveva chiesto i termini a difesa, il giudice in attesa della nuova udienza aveva imposto al 22enne un nuovo obbligo di firma. Ieri mattina l’avvocato Ripa ha patteggiato per il suo assistito 10 mesi e 25 giorni di reclusione per il furto dell’uva, i danneggiamenti all’abitazione e alla caserma e la minaccia a pubblico ufficiale. Pena subordinata al pagamento di 150 euro per i danni arrecati nella Stazione dei carabinieri di Riccione. Peccato, però, che nel frattempo il 22enne abbia violato più volte anche l’ultimo obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria, costringendo così il giudice ad aggravare la misura cautelare. Per il ragazzo il 16 agosto si sono aperte le porte del carcere dei Casetti, dove resta tuttora rinchiuso.