Sequestro bagno 26. Sos albergatori: ‘una cattiveria intimidatoria’


Nella lettera, dal titolo ‘questa è la verità’, la definisce una cattiveria intimidatoria verso il suo stabilimento, secondo lui, uno dei più attivi veicoli promozionali Riminesi.
(newsrimini.it)
Pubblichiamo la lettera:
QUESTA E’ LA VERITA’….
In sintesi è questo il messaggio lanciato dai quotidiani questa mattina.
Tra camion che disperdono liquidi tossici sulla strada, cubani che ammazzano di botte con una mazza da baseball i camerieri dei ristoranti, negozi del lungomare svaligiati da teppistelli extracomunitari e spiagge e viali impestati da venditori abusivi, spunta tale gip Ardigò che cosa fa? Mette i sigilli al bagno 26.
Ma andiamo con ordine.
Gabriele Pagliarani, famoso co-titolare del bagno incriminato, ritiene “una cattiveria intimidatoria” l’azione di sequestro posta in atto ieri pomeriggio attorno alle 17.00 da parte della Capitaneria di Porto, i Carabinieri e la Polizia Municipale di Rimini.
L’ordine delle priorità sulle emergenze riminesi, è stato drasticamente invertito impegnando un cospiquo numero di uomini per sigillare tende, vasche e forno della pizza. Avete capito bene, anche il forno della pizza.
Pare sussistano “gravi irregolarità” che giustificano un’azione tanto drastica nei confronti di uno dei più attivi veicoli promozionali Riminesi.
Pagliarani infatti è famoso per le numerose apparizioni televisive in trasmissioni di rilevanza nazionale e non.
Alcuni lo identificano come simbolo di una ospitalità romagnola da preservare.
“Rustico” e divertente, con la sua tipica e caratteristica “zeta” riminese, bisogna riconoscere che è uno dei pochi imprenditori locali che ha ben compreso che il successo di un’azienda turistica locale, passa per una promozione a largo raggio.
Proprio Gabriele, che ha portato il nome di Rimini nei salotti più importanti della televisione italiana, si vede ferito da quelle istituzioni che in realtà dovrebbero proteggerlo ed appoggiarlo.
Il Bagno 26 è da sempre precursore dei tempi. L’ariete utilizzato per abbattere il comune bigottismo per aprire successivamente la via a tutti gli altri.
Gabriele ha cambiato l’immagine del bagnino “ombrellone e lettino”, trasformando la sua professione in una vera e propria Azienda il cui principale obiettivo è il benessere della clientela.
Negli anni non si è limitato a dare una mano di bianco alle cabine ma ha investito nella qualità e nella promozione del suo stabilimento e del nome Rimini.
E’ un dato di fatto che il Bagno 26 è un’Azienda che da anni opera sia nell’interesse proprio che quello collettivo. Probabilmente, o per meglio dire sicuramente, ha commesso degli errori che in parte giustificano un provvedimento di questo tipo ma noi tutti ci chiediamo: Il mondo intero se ne accorge solo oggi?
E ancora… Questi gazebo sono tutti tanto grandi da essere gli unici così evidenti da meritare questo isolato caso di sequestro?
E’ più evidente un gazebo del Bagno 26 rispetto alle centinaia di venditori abusivi che infestano tutte le spiagge della costa romagnola di giorno e i viali cittadini di sera?
Arrecano più danno i gazebo del bagnino o gli scarichi della fogna nel mare dove facciamo bagnare i nostri figli?
Arreca più danno una pedana di legno in spiaggia piuttusto che uno stuolo di lenzuoli con merce contraffatta e donne extracomunitarie con imbraccio neonati che fanno le treccine ai capelli per 30 Euro?
Fermorestando il fatto che nell’eventuale presenza di comprovati e gravi abusi edilizi, riteniamo giusto procedimenti di questo tipo, in questo specifico caso, qualche lecito dubbio ci balena per la mente.
Si parla tanto del nuovo piano spiaggia, del progetto della nuova Rimini che vuole atteggiarsi alla Dubai dell’Adriatico, ma se non si può mettere un gazebo in spiaggia per rendere più accogliente il ristoro dei turisti, come si può pensare di costruire un grattacielo a soli 30 metri dall’arenile?
Da oggi Rimini è un po più povera. Un’altra Azienda chiude prima del tempo o comunque riduce il suo operato del 50%.
In questo anno in cui il mondo intero soffre di una crisi economica che fa perdere migliaia di posti di lavoro ogni giorno, in questo anno in cui la stagionalità delle imprese turistiche è circoscritta ai week end e alla settimana di ferragosto, in questo anno in cui vediamo aziende morire e famiglie intere passare dalla cassintegrazione ai licenziamenti di massa, si mettono i sigilli ad un’Azienda che si vedrà costretta ad anticipare i licenziamenti offrendo agli ultimi stralci ti questo “provato” turismo, un’immagine di Rimini segnata dai sigilli del tribunale.
Noi albergatori di SoSAlbergatori, esprimiamo solidarietà per l’accaduto.
Purtroppo (o per fortuna), la legge non è una formula matematica. 1+1 spesso, non fa 2.
L’applicabilità della stessa è subordinata all’interpretazione che le competenze e la sensibilità di un giudice gli attribuiscono.
Probabilmente modalità e tempistiche differenti, avrebbero ottenuto lo stesso risultato senza suscitare un tale scalpore che sicuramente, avrà ripercussioni mediatiche più generalizzate rispetto all’evento stesso.
Già oggi, mentre scriviamo, i nostri Clienti commentano l’accaduto e ci chiedono delucidazioni.
Molti invece vanno in “pellegrinaggio” al bagno più famoso di Rimini per scattare una foto ai gazebo incriminati. Ecco il loro ultimo scatto estivo di una Rimini che tutti ricordavano diversa. Noi non sappiamo cosa aggiungere.
E’ tutta l’estate che i giornali rincorrono notizie su spiagge e alberghi, ed oggi finalmente hanno un titolo vero da sbandierare in prima pagina. E’ tutto inutile, Rimini deve rimanere così com’era nel dopoguerra: Qualsiasi cambiamento futuristico, non s’ha da fare!