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Scene da un matrimonio

di Gianluca Angelini   
Tempo di lettura 3 min
Mar 3 Mag 2016 10:22 ~ ultimo agg. 10:33
Tempo di lettura 3 min Visualizzazioni 1.234

Arriva a ridosso dell’altare della chiesa. Si ferma. Mani dietro la schiena, rimira ben bene la navata addobbata per un matrimonio. E’ il perfetto umarell da cerimonia. Guarda a destra, a sinistra, poi si avvicina: ‘ciò burdel, se vi stringete sulla panca ci stiamo tutti…”. Si siede soddisfatto a godersi, in prima fila, la messa domenicale. E quello che, da lì a poco, si sarebbe dipanato sotto gli occhi dei partecipanti – occasionali e non – alla funzione.
In attesa degli sposi, parenti e amici – oltre ai parrocchiani accorsi all’appuntamento settimanale – iniziano a prendere posto. A fianco delle sedute per gli sposi si accomodano i testimoni, due per parte. Da un lato, un giovane testimone non riesce a far star dritto il papillon: alla fine rimane fermo in posizione obliqua con le due punte che – a mo’ di lancette di orologio – indicano le 7.10. Dall’altra parte, una giovane testimone inizia ad allungare, come può, una sorta di abito-stola – ogni volta che si siede – per coprire le gambe svelate da una gonna cortissima. Dietro di lei tre bimbe-paggette, tutte contente di essere lì alla ‘festa’.
Nelle panche-parenti-e-amici in prima fila, due ragazzine tirano fuori il loro smartphone che iniziano a compulsare ininterrottamente. Digitano e digitano mentre alla seconda lettura dall’altare – chissà, forse per l’emozione del momento – il lettore incaricato, trasforma la ‘città cinta da sette porte’ nella ‘città incinta da sette porte’.
Nella navata laterale, neanche troppo distante dall’umarell da cerimonia, un signore con capigliatura alla Einstein, giacca e papillon, conciona del più e del meno con un altro signore che da le spalle all’altare mentre un altro ancora, con figlio al seguito, si aggira riprendendo con lo smartphone la funzione.
Le due ragazzine digitanti si fermano: è il momento delle promesse nuziali. Si alzano e fanno partire la luce-torcia del telefono per riprendere il momento solenne. Dietro di loro una schiera di parenti-amici alza il telefono per scattare ‘la foto delle foto’ generando un curioso effetto muro-di-fotoreporter-alle-sfilate-di-moda-milanesi.
Il fotografo ufficiale, si muove da una parte all’altra della chiesa per carpire l’inquadratura più suggestiva. Contorcendosi tra invitati, avventori, panche e colonne. Quando allo scambio delle promesse gli sposi si prendono la mano, il concionatore con l’Einstein-crinito, si volta e proferisce, distintamente e solennemente, un ‘questo è solo l’anticipo’.
Parte il canto dell’offertorio, le due ragazzine digitatrici ripongono lo smartphone nelle borsette mentre si animano le tre bimbe-paggette: sulle note del coro, iniziano un allegro balletto degno di un ‘talent show’. Riuscendo a stento a tenere fermi i piedi, poi, ad ogni strimpellata di chitarra.
A metà messa, la frenesia si attenua. L’umarell da cerimonia siede compunto, il fotografo ufficiale scatta in continuazione in direzione degli sposi. Dall’aria emozionata, felice e sognante. Il papillon del testimone fa ancora le 7.10.

Dal blog Pendolarità

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