Sanità malsana, con finanziamenti inadeguati. Una riflessione


Tra gli infiniti problemi che attanagliano la sanità pubblica, tre sono saldamente sul podio, ormai da decenni, colpiscono ogni provincia italiana, dovrebbero seriamente preoccupare tutti i cittadini, molto più di un viaggio da organizzare, o di una qualsiasi manifestazione sportiva da seguire. Eppure, tutto scorre, nel disinteresse pressoché generale, salvo qualche rara protesta. Sintetizzo i punti di questo dramma, che si è ormai cronicizzato. Il primo: insufficienti investimenti pubblici. Il secondo: carenza endemica di personale medico ed infermieristico. Il terzo: implemento assai significativo della sanità privata convenzionata.
Sarebbe estremamente complesso analizzarli in un solo articolo, partiamo dal primo. Il Fabbisogno Sanitario Nazionale, salvo errori o modifiche, sarà finanziato con ulteriori 3 miliardi (circa) nel prossimo anno, 4 nel 2025, traguarderà quota 134 miliardi nel 2024. Sembrerebbe una buona notizia. Peccato, che una parte molto consistente dei nuovi finanziamenti, sarà presumibilmente destinata ai doverosi aumenti contrattuali del personale, solo il rimanente, a tutto il resto. Peccato, che l’inflazione dello scorso anno, ha eroso il valore reale dell’importo totale destinato annualmente alla sanità, per una cifra infinitamente superiore ai 3 miliardi di aumento previsti. Peccato, che in rapporto al PIL (Prodotto Interno Lordo), il nostro investimento nella sanità pubblica è sotto alla media OCSE. Peccato, che sempre in percentuale al PIL, la spesa sanitaria pubblica del nostro Paese è sotto alla media europea, lontanissima dai maggiori competitori : Italia 6,8%, Germania 10,9%. Peccato, che rapportando la spesa sanitaria pubblica pro-capite, tra il nostro Paese ed i maggiori dell’Europa, siamo saldamente tra più scarsi, meno della metà rispetto alla Germania. Per portare tale spesa in linea con la media dei Paesi europei dell’area Ocse, servirebbero presumibilmente tra i 40 ed i 50 miliardi! Altro che 3 miliardi, compresi i rinnovi contrattuali.
Cosa fare: è sempre la solita storia, da decenni, si ripete inesorabile. Abbiamo un debito stratosferico, che condiziona ogni nostra necessità e sviluppo, ponendoci spesso in situazioni di alto rischio. E’ necessario ed impellente ridurlo, invece, continua ad aumentare. E’ necessario ridurre in modo consistente la spesa pubblica. E’ necessario tagliare “bonus” e “finanziamenti”, che in tanti casi, hanno un fine che appare prettamente rivolto al consenso. E’ necessario mettere in atto le attese riforme, anziché continuare a rinviarle. Intanto, sempre più persone evitano di curarsi, perché non sono in grado di sostenere i costi. Sarebbe necessario un drastico cambiamento, incompatibile al consenso, pertanto : “Panta Rei” tutto scorre.
Carlo Alberto Pari