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Rimini Venture 2027: il documento della CdO sul Piano Strategico

di Redazione   
Tempo di lettura 7 min
Mar 16 Dic 2008 18:35 ~ ultimo agg. 12 Mag 19:21
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Il documento di sintesi:

Rimini Venture, 2027

La Compagnia delle Opere di Rimini ha condiviso la decisione delle maggiori istituzioni pubbliche e dei soggetti economici, sociali e culturali riminesi di dar vita a quella grande opera comune di analisi, di riflessione e di elaborazione che è un Piano Strategico, avvertendo tutta l’urgenza (ma anche il fascino) di misurarsi con le sfide della contemporaneità, individuando un percorso che traguardi «orizzonti temporali di lunga durata» e garantisca «fin da subito azioni ed interventi coerenti».
Lo ha fatto dapprima incoraggiando i promotori nella fase di avvio; in seguito, partecipando con convinzione ai lavori del Forum e delle Commissioni. Il contributo che segue è frutto della riflessione di chi, appassionato al destino della propria vita e a quello dei suoi concittadini, porta il suo “mattone” per la costruzione della città comune. A partire dalla condivisione della riflessione sui limiti della passata «pratica di governo territoriale basata sulla pianificazione ordinaria e sulla progettualità quotidiana che sfugge alla verifica di un quadro di coerenza e di efficacia» e sul fallimento di una progettazione urbanistica che «non ha garantito né il controllo del consumo di territorio né quello della rendita immobiliare, senza peraltro produrre gli attesi effetti di qualità urbana e di vivibilità ambientale».
In una società complessa, le sfide della modernità necessitano infatti di un nuovo metodo di governo che «non è compatibile con una concezione dirigistica dell’amministrare e postula invece la versione orizzontale del principio di sussidiarietà». La sussidiarietà è la chiave non solo nella fase di elaborazione del Piano, ma anche nel suo dipanarsi in azioni e iniziative concrete negli anni a venire. Senza quel percorso virtuoso che porta i cittadini e le loro libere aggregazioni ad essere in prima fila nel disegnare il proprio futuro e le istituzioni al loro fianco per crearne le condizioni, anche il Piano più affascinante e convincente sarebbe infatti destinato a rimanere lettera morta o a non vincere lo scetticismo di tanti, più attenti agli aspetti “concreti” dello sviluppo.
Il Piano Strategico di Rimini deve essere, appunto, un Piano, ossia un disegno sufficientemente identificabile della Rimini Venture, senza le rigidità e le ingessature di un progetto pre-confezionato. Un Piano aperto, permeabile ed agibile da parte di tutti gli attori in campo, e soprattutto strategico, capace di andare oltre l’analisi dei trends mondiali prossimi/venturi, per individuare e far proprio quell’unicum che renda sempre più riconoscibile e indispensabile sullo scenario internazionale il volto e il contributo della nostra comunità.
La nostra storia e il nostro presente, se letti in profondità, contengono spunti preziosi per individuare una missione comune per il nostro futuro. Lo è stata, ad esempio, “l’invenzione” del turismo di massa. Lo sono le tante realtà associative presenti oggi nel nostro territorio, che nei campi più diversi (culturale, educativo, sociale, assistenziale) hanno raggiunto punte di eccellenza; un territorio dove vitalità e creatività sono le caratteristiche principali degli imprenditori. In questo momento di grave crisi economica diventa ancora più importante lasciare le posizioni acquisite per affrontare le nuove sfide che la realtà pone al lavoro di ognuno. Partendo da questo sguardo sulla nostra storia e sul nostro presente, sono stati colti spunti e suggestioni significative, che offriamo al comune lavoro di riflessione e di elaborazione.

Rimini, città incontro

I termini che fanno da perno a quella che alla Compagnia delle Opere sembra sintesi della strategia da adottare per lo sviluppo dei prossimi venti anni della nostra storia urbana, sono Città e Incontro.

Nel primo termine vediamo compresa l’esigenza di crescita intelligente e sostenibile del nostro territorio che sappia rispondere alle tante domande ancora pressanti ed inevase. Questa nuova e più grande città dovrà conservare e sviluppare un suo carattere peculiare, che può essere (ed è già stato) variamente definito, ma che ha nel suo essere motore di occasioni, spazi e motivi di incontro, la sua consistenza più evidente.

Se questa diviene la mission per i prossimi 20 anni, ne conseguono, per Rimini, conferme, correzioni e potenziamenti coerenti, in vari campi:

dell’ospitalità, che attraverso istituzioni educative e formative ritrova la piena dimensione dell’accoglienza.

della cultura (beni, attività e istituzioni culturali) che valorizza il suo carattere popolare anche attraverso forme di spettacolarizzazione e di partecipazione “immersiva”.

dell’impresa e delle categorie economiche, che trovano nella città dell’incontro risorse per organizzare e strutturare un sistema permanente di matching finalizzato ad innovazione e sviluppo.

del turismo, che conferma la sua vocazione “a temi” (mare, divertimento, convegni, fiere,…..) e si caratterizza attorno ad un “ tema” per riscoprire ogni anno una cità laboratorio.

dell’urbanistica, designata in particolare ad individuare ed a realizzare spazi per l’incontro, per il quotidiano e per nuovi contenitori pubblici.

dell’accessibilità e della mobilità, progettate e realizzate in funzione dei grandi numeri, salvaguardando la dimensione metropolitana del territorio e la qualità urbana.

della dimensione internazionale, che assume su di sé il compito di favorire e sperimentare l’amicizia fra culture e popoli diversi.

della nostra tradizione, che resta componente viva del presente e del futuro.

Le azioni conseguenti

Per dare concretezza agli obiettivi sopra indicati, occorre individuare azioni ed iniziative che per coerenza ed efficacia costituiscano, sin da subito, la traduzione operativa del Piano Strategico mantenendo come riferimento il principio di sussidiarietà.

Sarà compito dei soggetti già in campo proporre le azioni e le iniziative più consone al realizzarsi del comune disegno delineato nel Piano. Il percorso che appare più logico e rispettoso di una corretta impostazione sussidiaria dovrebbe essere il seguente:

* rispetto ai temi dell’ospitalità, del turismo, dell’impresa, della cultura e della tradizione, affidare l’onere delle proposte operative e della guida di un percorso condiviso ai soggetti economici, sociali e culturali già attivamente protagonisti dei rispettivi settori;

* rispetto ai temi dell’urbanistica, dell’accessibilità/mobilità e della dimensione internazionale, affidare l’onere di individuare le azioni e le iniziative concrete alle istituzioni pubbliche.

Nei primi cinque obiettivi l’azione del pubblico dovrebbe sostenere e promuovere la capacità di iniziativa dei soggetti privati in essi coinvolti; nel conseguimento degli altri tre obiettivi, sarebbe viceversa il “privato” ad essere chiamato a concorrere ad un’iniziativa a prevalente impulso pubblico. Avremo così uno scenario nel quale sarà essenziale, per ciò che riguarda:

– l’ospitalità: un’azione propulsiva da parte delle agenzie educative e formative presenti sul territorio (Facoltà di Turismo, Itinera, Istituto Alberghiero, Liceo “Lemaitre”, S. Patrignano, ecc.);

– la cultura: la capacità di proposta e di realizzazione delle principali associazioni ed istituzioni culturali della città.

– l’impresa: un ruolo attivo di guida e di proposta da parte delle associazioni e reti tra imprese.

– il turismo: la capacità propositiva e realizzativa di albergatori, operatori di spiaggia, ristoratori, operatori della notte e del divertimento, etc.

– l’urbanistica: uno sforzo consistente dell’amministrazione per definire percorsi certi, rapidi e trasparenti nel disegno urbano della “Rimini, Città dell’incontro”, accogliendo suggerimenti emersi nei Forum per quanto riguarda nuovi contenitori.

– l’accessibilità/mobilità: un disegno chiaro su scala provinciale e comunale della dimensione, del ruolo e della definitiva collocazione delle infrastrutture per la viabilità e di un piano per la mobilità che assecondino l’orizzonte di una città di relazioni, anche in questo caso accogliendo propose emerse nei Forum.

– la dimensione internazionale: una chiara scelta da parte dell’amministrazione comunale per un accordo strategico con la Repubblica di San Marino che consenta di portare a sinergia le relazioni diplomatiche tipiche di uno stato sovrano con la vocazione a città dell’incontro e dell’amicizia di Rimini; l’attivazione di un comitato pubblico/privato per una gestione non estemporanea delle autocandidature di Rimini a sede di ogni evento internazionale di rilevanza politica, istituzionale, diplomatica o culturale.

– la tradizione: una azione mirata, promossa da soggetti popolari e sostenuta dall’ente pubblico, per far conoscere, valorizzare e rendere patrimonio comune gli aspetti più diversi della nostra tradizione (dall’enogastronomia al dialetto, dal folklore alle arti e mestieri antichi, etc.).

Nella foto, Roberto Mingucci, delegato CdO Rimini al Piano Strategico; Domenico Pirozzi, Presidente di Cdo Rimini; l’architetto Maurizio Bellucci.

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di Stefano Ravaglia
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