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Rimini su Facebook: anticamera dell’Inferno o Paradiso terrestre

di Gianluca Angelini   
Tempo di lettura 3 min
Mar 12 Apr 2016 10:52 ~ ultimo agg. 19 Mag 10:45
Tempo di lettura 3 min

Pendolo tutti i giorni – ferroviariamente parlando – tra Rimini e Bologna. Ho un bel po’ di tempo, sul treno, per scorrazzare, zigzagando, lungo le praterie della Rete. Andare a zonzo sulle pagine dei social media. Quella personale. E pure quelle dedicate alla città. Esperienza esilarante, talvolta. Schizofrenica, spesso.
Già, perché a leggere Rimini su Facebook – il social network per eccellenza – quel che si ricava è l’immagine di un posto che oscilla tra l’anticamera dell’Inferno e il Paradiso in terra. O di qua o di là. Lasciando nel dubbio più amletico il malcapitato Internauta, costretto a interrogarsi se il ‘puntino sull’Adriatico’ sia una replica in salsa romagnola di Gotham City o il Giardino dell’Eden.
Scorrendo i post delle due pagine più amate e frequentate – che sommano, complessivamente, oltre 37.000 seguaci – pare di vivere in due realtà antitetiche. Smaccatamente diverse, quasi inconciliabili. Su una la città è cupa, raccontata con il taglio della cronaca nera. Decaduta, incapace di rialzarsi. Quasi un posto da cui tenersi ben bene alla larga. Potendo andarsene. In cui se si riesce a fare qualcosa è molto probabile che accada perché si è amico degli amici, degli amici, degli amici. E rimining, il neo-verbo inventato dai creativi dell’Amministrazione, usato in modo sarcastico per sottolineare mancanze dal punto di vista della sicurezza o stigmatizzare cose poco gradite, come i cartelloni di Cattelan, o, giusto fuori dai confini, l’artistico ‘uomo-pipì’ del Festival di Santarcangelo. Senza contare la politica, derubricata a eterno ‘gomblotto’. Un mezzo Inferno, insomma.
Poi, un click con il mouse e, incredibilmente, tutto cambia. Scorci fotografici di rara bellezza cittadina, primi piani su piatti prelibati figli della migliore tradizione romagnola. Racconti, sull’oggi e su ieri. Tenui, tesi a mettere in luce, tutto sommato, quanto, ancora, ci possa essere di buono. Consigli pratici. Un mondo completamente rovesciato in cui, se volessi andare alla ricerca del più improbabile e immaginifico dei cassoni – non so, alla paella valenciana per dirne una – forse forse riuscirei pure a trovarlo. Anzi, probabilmente, lo troverei. Una pagina in cui il mantra pare essere il pubblicitario, ‘Guerresco’, “l’ottimismo è il profumo della vita”. Che, se anche il mal comune non è mezzo gaudio ma un’epidemia, una soluzione alla fine la si trova
Chissà, avran ragione i medici a dire che a star troppo davanti al computer o a uno smartphone sui social media ci si fa del male. Ci si fa venire il mal di testa. O, quanto meno, si rischia di non capire più in che razza di posto si è finiti a vivere. Mah. Che avesse avuto ragione Umberto Eco.

Il blog di Gianluca Angelini.

 

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