Ric. pubblichiamo. Commenti a Rimini città più cara d’Italia
Pubblichiamo il commento di Eraldo Giudici, consigliere comunale dei Popolari Liberali PDL, e di una studentessa riminiese:
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UN CARRELLO DELLA SPESA TROPPO PESANTE
Non é un caso che il carrello della spesa a Rimini è più pesante rispetto a tutto il resto d’Italia!
E’ questo il risultato di un’indagine effettuata dal Sole 24 Ore sulla base dei dati Istat, riferita a novembre, che ha preso in esame 60 capoluoghi di provincia!
Rimini si conferma al primo posto, per il secondo anno consecutivo, nella classifica che vede Potenza scalzare Napoli da città più “economica”, almeno per quanto riguarda il carrello della spesa di generi alimentari.
Ogni famiglia a Rimini spende in media 4151 euro mentre a Potenza ne sborsa 2.926.
Milano si piazza al 16esimo posto con una spesa di 3.713, Roma al 20esimo con 3.699.
Una classifica che mette una croce sopra le politiche economiche e di welfare di questa Amministrazione comunale, che si è voluta dotare di punti vendita della Grande Distribuzione Organizzata, che avrebbero dovuto calmierare il mercato e portare benefici diffusi, ma così non è stato.
Sembra che a Rimini si faccia di tutto e di peggio!
Né CAAR (Centro Agro Alimentare riminese) né mercatino a Kilometro zero hanno raggiunto gli scopi prefissi, non servono a ridurre i costi del paniere quotidiano delle nostre famiglie.
I dati del periodo gennaio-giugno 2010 dell’Osservatorio dei consumi ortofrutticoli delle famiglie italiane di Macfrut, curato da Gfk-Eurisko, confermano la tendenza del 2009: crescono le famiglie che acquistano frutta e verdura, ma cala la quantità media comperata per nucleo.
E mentre le risorse economiche di questa città vengono drenate e dirottate in sedi lontane dal territorio e il centro storico è depotenziato ed impoverito paiono emergere i segni di politiche commerciali di stampo monopolista quando si legge sul Sole “Le catene distributive mettono a punto politiche di prezzo differenziate in base al potere di acquisto e alle scelte di consumo delle famiglie” !
Rimini sembra sia un’ottima piazza ….. dove la Grande Distribuzione ha deciso, appena un anno fa, di togliere la “Family card” , che riconosceva sconti particolari alle famiglie con figli.
E mentre sconti generalizzati si fanno al sud, e qui l’entità delle promozioni sfiorerebbero addirittura il 50% del fatturato, è evidente la carenza sul nostro territorio di politiche sociali e commerciali, che dovrebbero privilegiare l’istituto solidaristico della famiglia.
Politiche che non sanno schiodarsi dalle logiche di un welfare ormai al collasso.
Consigliere Comunale Eraldo Giudici
POPOLARI LIBERALI – PDL
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Buongiorno,
ho letto questa storia, che si ripete per il secondo anno, che Rimini sarebbe la città più cara, secondo il quotidiano della Confindustria Il Sole 24 ore, considerati alcuni generi c.d. “di prima necessità”, pane, pasta etc. Onestamente, potrà sembrare un paradosso, ma non condivido la preoccupazione esternata da alcuni rappresentanti di associazioni di consumatori e da altri soggetti. Non le condivido per un motivo banale, l’avere vista la classifica? Chi c’è all’ultimo posto? Ve lo dico io se non l’avete letta, c’è Potenza, una delle città più economicamente depresse d’Italia. E ai primi posti chi c’è, oltre Rimini? Ci sono le ricche città del Nord: Milano, Bergamo, Venezia eccetera. E allora mi spiegate di cosa mai dovremmo lamentarci se questa classifica rispecchia in maniera perfetta quella delle città economicamente più vitali? Vorremmo forse essere all’ultimo posto come Potenza? Non è che si possa primeggiare per ricchezza ed essere poi ultimi in queste classfiche qui. I prodotti costano poco o molto, in tutto il mondo, a seconda della ricchezza della città, da qui non si scappa, pertanto Rimini è una città ricca, ammesso che sia degna di fede la classifica del Sole, sul che non ci metterei la mano sul fuoco. Altra cosa: a proiettare Rimini ai primi posti della classifica potrebbe anche essere il fatto che la grande distribuzione organizzata qui a Rimini, per quello che pare a me, è in regime di “duopolio” per così dire CONAD e COOP, non ci sono Auchan e Esselunga, non c’è IPER, c’è pocchissimo DESPAR, questo secondo il mio avviso influisce. Perchè non ci siamo bisognerebbe, per me, chiedere in comune, perchè non credo che non siamo appetibili come mercato. C’è Billa, lì costa tutto pochissimo, affettato in busta a 1,75, roba cinese per me, inmangiabile, ma se c’è la fame… Mancano anche i Discount, che per esempio ci sono a Cesena e direi dappertutto. Qui è tutto colonizzato Coop e Conad. E comunque, lasciando per un attimo la classifica, a svuotare le tasche della gente ci pensano: Hera, SGR, ENEL, tasse come ti muovi, telefonia mobile, la spesa sarebbe il meno se non ci fossero questi autentici svuotasche.
Distintamente,
Paolina Barbiani, studentessa












