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Rapporto Camera Commercio Romagna: un 2023 incerto ma le prospettive migliorano

In foto: la presentazione a Forlì
la presentazione a Forlì
di Redazione   
Tempo di lettura 7 min
Lun 25 Mar 2024 17:37
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 La Camera di commercio della Romagna ha presentato il Rapporto sull’Economia della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini 2023 e scenari, appuntamento annuale per condividere risultati e strategie per il territorio. L’evento di presentazione si è svolto sia in presenza, nella sala Zambelli della sede di Forlì, sia in diretta streaming ed è stata realizzata con il sostegno della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.

In un contesto internazionale e generale complesso e nonostante diffuse difficoltà, le province di Forlì-Cesena e Rimini hanno fatto rilevare nel 2023 una sostanziale tenuta. Il quadro è stato segnato, come prevedibile, dagli effetti dell’alluvione. Tra i trend individuati dal report della Camera di Commercio, diminuzione delle imprese e delle localizzazioni; livelli di imprenditorialità che si confermano comunque elevati; stabilità del tasso di occupazione; crescita del tasso di disoccupazione; incremento delle ore autorizzate di Cassa integrazione (soprattutto straordinaria); lieve calo delle esportazioni; lieve aumento delle presenze turistiche (sostenuto dall’incremento delle presenze straniere).

Secondo gli scenari Prometeia, aggiornati a gennaio 2024, nel complesso, l’area Romagna ha fatto rilevare nel 2023 un lieve aumento del valore aggiunto, più 0,3%, rispetto al +0,9% regionale e al +0,7% nazionale. Al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le prospettive per il 2024 indicano un andamento in recupero del valore aggiunto dell’1,0% (+0,6% per Emilia-Romagna, +0,4% per l’Italia).

L’analisi dettagliata

Il territorio della Camera di commercio della Romagna, ovvero le due province di Forlì-Cesena e Rimini, è sempre stato caratterizzato da una realtà imprenditoriale articolata, intraprendente e dinamica, che occupa un posto di assoluto rilievo nel tessuto produttivo regionale e nazionale. Accanto, infatti, a realtà imprenditoriali di rilievo internazionale, opera un numero elevato di piccole e medie imprese (il 92,2% delle imprese ha meno di 10 addetti) che svolgono un ruolo significativo nella creazione del valore.

In particolare, il territorio della Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) si caratterizza per una diffusa imprenditorialità, con 96 imprese attive ogni mille abitanti (Emilia-Romagna: 88, Italia: 86). Le elaborazioni, effettuate al 31/12/2023, riportano 99.099 localizzazioni (sedi e unità locali) registrate (di cui 88.978 attive); le imprese (sedi) registrate sono 79.583 (di cui 69.988 attive). Nel confronto con il 31/12/2022 si riscontra una diminuzione sia delle localizzazioni attive (-1,5%) sia delle imprese attive (-2,3%), superiore alle dinamiche altrettanto negative regionali (rispettivamente, -0,8% e -1,5%) e nazionali (nell’ordine, -0,1% e -0,6%). In termini di numerosità, assumono particolare rilievo le imprese artigiane attive (20.960 unità a fine anno), pari a circa un terzo (il 29,9%) del totale delle imprese attive del territorio (30,9% in regione, 24,7% a livello nazionale), in calo annuo del 3,5% (Emilia-Romagna: -2,3%, Italia: -0,6%). In diminuzione risultano anche le altre tipologie di imprese: femminili (-1,7%, 21,5% del totale), straniere (-2,3%, 12,5%) e giovanili (-0,8%, 7,0%).

Tra i settori di attività economica maggiormente significativi in termini di numerosità di imprese, il Commercio, che costituisce il 22,5% delle imprese attive, risulta, in termini tendenziali, in flessione (-3,5%). Cala anche il numero di imprese attive nel settore delle Costruzioni (-4,6%), che rappresenta il 15,2% del totale. Le imprese del settore agricolo, comparto caratterizzato da dinamiche e specificità particolari, sono l’11,8% delle imprese attive totali, in calo del 3,5%. Segue, per incidenza, il settore “Alloggio e ristorazione” (10,5% sul totale), anch’esso in diminuzione (-1,3%) rispetto al 2022. Sostanziale stabilità per le Attività immobiliari (incidenza pari al 8,4%, +0,1% la variazione) mentre una dinamica non positiva caratterizza il Manifatturiero (8,2%, -3,1%) e, in misura meno marcata, le “Altre attività di servizi” (4,7%, -0,6%), che comprendono i servizi alla persona, come acconciatori e centri estetici. Crescono, invece, le imprese nelle Attività professionali, scientifiche e tecniche (incidenza del 4,0%, +1,2% la dinamica) e nel settore Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (3,2%, +0,8%). A seguire, si rileva una flessione delle imprese nel Trasporto e magazzinaggio” (2,9% del totale, -4,5% annuo), una stabilità nelle Attività sportive e di intrattenimento (2,4%, 0,0%) e una crescita sia nelle Attività finanziarie (credito e assicurazione) (2,2%, +2,8%) sia nei servizi di ICT (2,1%, +0,6%).

Con riferimento alla forma giuridica, più della metà delle imprese attive (il 53,0%) risulta costituita come impresa individuale (in diminuzione annua del 4,4%); seguono, le società di capitale (22,8%), in aumento del 3,0%, e le società di persone (22,0%), in calo del 2,5%.

Riguardo al mercato del lavoro, i principali indicatori ISTAT, espressi in termini di media annua, per l’area Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), nel confronto 2023-2022 riportano una stabilità del tasso di occupazione, da un lato, e un incremento del tasso di disoccupazione, dall’altro; sinteticamente, nel 2023 si riscontra la seguente situazione:

• tasso di attività (15-64 anni) pari al 72,4% (+0,8 punti percentuali rispetto al 2022), inferiore al dato regionale (74,4%) e maggiore di quello nazionale (66,7%); tale variazione positiva è determinata dalla crescita delle persone in cerca di occupazione, a fronte di una stabilità del numero degli occupati, che, a loro volta, vanno ad incrementare la consistenza complessiva delle forze di lavoro;

• tasso di occupazione (15-64 anni) pari al 67,8% (stabile), più basso del dato regionale (70,6%) ma superiore alla media nazionale (61,5%);

• tasso di disoccupazione (15 anni e oltre) pari al 6,2% (+1,1 p. p.), più alto di quello dell’Emilia-Romagna (5,0%) ma migliore del dato Italia (7,7%);

• tasso di disoccupazione (15-24 anni) pari al 24,5% (+5,3 p. p.), peggiore di quello sia dell’Emilia-Romagna (17,0%) sia dell’Italia (22,7%).

Nel territorio Romagna (FC-RN), nel periodo gennaio-dicembre 2023, sono state autorizzate 7,5 milioni di ore di cassa integrazione guadagni, di cui il 73,4% di tipo ordinario e il 26,6% straordinario; ben il 94,2% delle ore autorizzate ha riguardato il settore manifatturiero, seguito, ad una netta distanza, dal settore edile (3,7%). In termini di confronto annuo, si assiste ad un deciso incremento delle ore di CIG autorizzate (+27,4%), superiore a quello regionale (+26,3%) e diversamente dalla diminuzione nazionale (-12,7%); tale aumento ha interessato sia la CIG ordinaria (+15,4%) sia, soprattutto, quella straordinaria (+136,8%).

Nel 2023 le esportazioni del territorio Romagna (FC-RN) sono state pari a 7.492 milioni di euro, con un decremento dello 0,7% rispetto al 2022 (segno “più” per Forlì-Cesena, segno “meno” per Rimini), diversamente dall’incremento regionale (+1,1%) e dalla stabilità a livello nazionale; con riferimento ai principali prodotti, non mancano le variazioni annue positive ma ad incidere maggiormente sul risultato complessivo sono quelle negative. Nello specifico, gli aumenti hanno riguardato le seguenti tipologie merceologiche: macchinari e apparecchi meccanici (+2,1% sul 2022, 21,3% dell’export), prodotti tessili, dell’abbigliamento e delle calzature (+1,4%, 13,3%), mezzi di trasporto (+1,5%, 11,1%), di cui soprattutto navi e imbarcazioni (+5,7%, 10,1%), prodotti alimentari e bevande (+2,2%, 8,7%), prodotti dell’agricoltura (+6,6%, 6,1%) e articoli sportivi (+2,2%, 4,2%). Le diminuzioni, invece, hanno caratterizzato i seguenti prodotti: prodotti in metallo (-6,4% annuo, 9,8% delle esportazioni), apparecchi elettrici (-9,7%, 6,2%), articoli in gomma e materie plastiche (-9,4%, 5,4%) e mobili (-9,6%, 5,2%). Proseguendo, i principali mercati di sbocco risultano, nell’ordine, la Francia (12,3% del totale), gli Stati Uniti (10,9%), la Germania (9,7%), il Regno Unito (5,7%), la Spagna (4,9%), la Polonia (3,9%), i Paesi Bassi (3,3%) e la Russia (2,4%). In cinque di questi si evidenzia un calo; più deciso verso gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Germania (rispettivamente, -9,4%, -7,3% e -5,5%), più lieve verso la Polonia e i Paesi Bassi (nell’ordine, -1,8% e -1,0%). In tre Paesi, invece, si registrano aumenti, con il più alto che spetta alla Russia (+37,0%), grazie, in particolare, al sensibile incremento delle esportazioni di articoli di abbigliamento e calzature (+48,8%, 68,8% del totale dell’export russo); a seguire, Spagna (+4,3%) e Francia (+2,1%).

I dati provvisori relativi al movimento turistico nell’anno 2023, per l’area Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), rilevano un aumento annuo sia degli arrivi (4.799.264 unità), pari al 5,0%, sia delle presenze (20.214.726 unità), dello 0,8%; i risultati sono migliori con riferimento alla clientela estera, rispetto a quella nazionale (+2,5% degli arrivi italiani e -2,0% delle presenze nazionali, contro +15,9% degli arrivi stranieri e +10,8% delle presenze estere). In tale contesto, i comuni della riviera assorbono ben il 94,4% delle presenze complessive. La permanenza media (rapporto presenze/arrivi) è risultata pari a 4,2 giorni (4,4 gg. nel 2022): 4,0 giorni per i turisti italiani (4,2 gg. nel 2022

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di Lamberto Abbati