Omicidio Paganelli, è il giorno della testimonianza della nipote di Pierina
Sesta udienza del processo a carico di Louis Dassilva per l'omicidio di Pierina Paganelli. Oggi è il giorno di Giorgia Saponi, nipote della vittima, che si è seduta sul banco dei testimoni per rispondere alle domande del pubblico ministero Daniele Paci, degli avvocati di parte civile, Marco e Monica Lunedei e Andrea Scifo, e della difesa, rappresentata dagli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi. In aula, come sempre, presente Dassilva. Manuela Bianchi, invece, ha preferito non entrare in aula e attendere nel corridoio.
"Con mia nonna - dice Giorgia Saponi - avevo un rapporto molto bello, passavamo molto tempo insieme. La nonna era una persona molto cordiale a cui non piacevano i conflitti. Con Dassilva e Bartolucci aveva rapporti di normale vicinato. Mio zio Loris lo vedevo raramente prima dell'incidente del babbo. Invece, dopo, ci ha aiutati molto. La nonna parlava a voce alta al telefono, a volte usava anche il vivavoce. La sera del 3 ottobre ricordo che mio zio Loris intrattenne una conversazione con Dassilva, che passò a casa nostra prima di cena. Sentii che parlarono di moto. Quella sera seguimmo l'adunanza da casa su Zoom, prima attraverso il televisore, poi, dopo che si bloccò, su un altro dispositivo, uno dei cellulari. Finita l'adunanza, abbiamo sparecchiato, poi io e mio zio abbiamo riportato il tavolo sul terrazzo e ci siamo messi a chiacchierare tutti e tre. Ricordo che quella sera mio zio Loris si stese in salotto, a terra, perché cercava di far avvicinare il cane e mia mamma gli fece delle foto. La mamma gli chiese di fermarsi a dormire da noi, ma lui preferì tornare a casa. Quando andò via, lo accompagnammo alla porta e vidi che scese le scale. Dopo che mio zio andò via, andai in bagno per una mezzoretta per prepararmi per andare a letto. Poi andai in camera e trovai la mamma nel mio letto. Nell'ultimo periodo mamma era solita dormire in camera mia".
"Il giorno in cui hanno scoperto il cadavere di mia nonna sono venuti a prendermi degli amici di famiglia a scuola e mi hanno comunicato che la nonna era morta. La mamma mi raccontò che quella mattina, quando aveva messo la macchina in garage, aprì la porta tagliafuoco e aveva visto una donna a terra che all'inizio non aveva riconosciuto. Mi parlò di una scena strana, perché la donna stesa davanti a lei era molto composta. Poi mi raccontò che salì al primo piano per chiedere aiuto. Ion Nastas le chiuse la porta dicendo che aveva paura dei morti e così salì al terzo piano e suonò alla porta di Valeria Bartolucci. Le aprì Louis, che tentò di calmarla e poi scese con la mamma in garage. La sera del 4 ottobre, inizialmente, non dissi che c'era con noi anche mio zio Loris perché non mi fu chiesto. Ricordo di aver detto alla polizia che mio zio uscì di casa verso le 22.10, perché mi basai sull'orologio a farfalla che c'era in soggiorno. Mio zio era vestito con abiti da lavoro quella sera. Dalle 20 alle 22.49 (momento in cui furono scattate le foto) siamo sempre rimasti insieme io, la mamma e lo zio. Andai in camera per un minuto o due quella sera, ma lasciai la porta socchiusa e sentii la mamma e lo zio che parlavano".
"La mamma mi disse della relazione con Louis dopo l'omicidio. A metà aprile, quando la mamma andò via da casa, mi disse che lei e papà si erano presi una pausa e che nella sua testa c'era un'altra persona. In estate sospettai che la mamma potesse avere una relazione con Louis e ne parlai con un amico di famiglia, Fabio Ranocchini. I miei sospetti nacquero dopo aver visto dei messaggi di mia mamma nella chat con Louis. Lei gli aveva inviato una canzone d'amore e gli scriveva che il suo cuoco preferito. Durante una giornata al mare, notai degli sguardi complici tra mia madre e Dassilva, come tra due amanti, e mi trovai a disagio. Quando chiesi alla mamma chi fosse questa persona nella sua testa, negò che fosse Louis, mi giurò che non era lui. Non ricordo se ne parlai con mia nonna, che però sapeva che la mamma aveva per la testa un'altra persona".
"A settembre suonai alla porta di Louis per chiedergli di spostare la moto perché la nonna non riusciva a parcheggiare. Dopo essere stata un po' dalla nonna, torno a casa, la porta era semiaperta e ricordo che c'erano la mamma e Louis che parlavano. Poi Louis venne verso di me e mi diede un pacchettino con all'interno degli orecchini. Inizialmente li accettai e poi dissi alla mamma di ridarglieli perché non volevo sostituirli con quelli persi, che erano di mia zia e ai quali tenevo molto. Era stata la mamma a raccontare a Louis che ne aveva perso uno dei due".












