Nella perquisizione per il furto di uno zaino spunta un enorme archivio di pedopornografia


Sabato scorso il personale della Squadra Mobile di Rimini, al termine di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Bologna, ha eseguito la misura cautelare in carcere emessa nei confronti di un sessantenne del Riminese dal gup di Bologna per detenzione di materiale pedopornografico.
L’uomo, responsabile del furto di uno zainetto lo scorso settembre, era stato sottoposto a perquisizione personale e domiciliare dalla Squadra Mobile. Durante la perquisizione, su un tavolo gli agenti hanno notato un telefono cellulare con icone di immagini raffiguranti alcune persone di giovanissima età compiere atti sessualmente espliciti. Gli accertamenti disposti dall’autorità giudiziaria hanno permesso di rinvenire a suo carico una ingente quantità di materiale pedopornografico che il sessantenne deteneva sia su apparecchi telefonici che all’interno di diversi supporti informatici.
L’indagato nel tempo si era procurato e aveva detenuto un totale di 1.328 files di natura pedopornografica realizzati con minorenni, in particolare ritraenti giovani uomini inequivocabilmente under 18, nudi e con gli organi genitali esplicitamente esposti, nonché intenti a compiere atti sessuali, fatto per il quale sussiste il reato di cui all’art. 600 quater c.p. con l’aggravante dell’ingente quantità. L’analisi della cronologia del suo cellulare ha fatto presumere che l’indagato avesse visitato intenzionalmente 1.729 pagine web pedopornografiche dalle quali aveva effettuato numerosissimi downloads di immagini e video di natura pedopornografica che successivamente aveva editato nella parte audio e poi diffuso su altri canali telematici.