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Lupo sbrana vitelli al pascolo. Coldiretti: troppi attacchi, rischio abbandono territori

In foto: l’attacco di lupi del 16 settembre a Sant’Agata
l’attacco di lupi del 16 settembre a Sant’Agata
di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Lun 18 Set 2023 11:46
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L’ultimo episodio risale al 16 settembre nell’azienda agricola Pratiffi di Sant’Agata Feltria: un vitello al pascolo sbranato da un lupo. Ma si tratta solo di uno dei vari casi accaduti recentemente. “I dati confermano che il lupo, ormai, non è più in pericolo – spiega il Presidente di Coldiretti Rimini Guido Cardelli Masini Palazziè arrivato il momento che le istituzioni si impegnino a definire un Piano nazionale che prenda spunto dalle misure poste in essere da altri paesi Ue per la difesa degli agricoltori e degli animali allevati dagli attacchi del lupo. Il rischio vero oggi è la scomparsa della presenza dell’uomo nelle montagne e nelle aree interne per l’abbandono delle famiglie e anche di tanti giovani che faticosamente hanno deciso di continuare il lavoro dei genitori o che sono ritornati per una scelta di vita importante per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane di bovini, capre e pecore”. Recentemente l’agricoltura si è trovata a fare i conti con l’aumento incontrollato dei costi, le piogge alluvionali, gli insetti “alieni” che hanno falcidiato le produzioni e a questo si aggiungono i danni causati dei cinghiali e dai lupi. Questi ultimi secondo il Direttore di Coldiretti Rimini Alessandro Corsiniinseguono le loro prede rappresentate principalmente dai cinghiali che per difendersi si concentrano in folti gruppi che si spingono verso zone, anche in pianura, dove ci sono attività zootecniche e agricole. Inoltre i lupi – conclude Corsini – se trovano prede più facili come ovini e bovini, ovviamente predilogono queste ultime; mettendo in moto un circolo vizioso alla fine del quale a rimetterci è sempre e solo l’agricoltore“. Maggiormente penalizzati  sono gli allevamenti bovini e ovini più virtuosi che hanno scelto il pascolo allo stato semi brado, salvaguardando l’ambiente e il benessere animale. “E’ necessario e non procrastinabile – aggiunge il Vice Direttore di Coldiretti Rimini Giorgio Ricci un censimento della specie, ponendo in essere ogni utile azione per individuare e tutelare il ‘vero’ lupo distinguendolo dagli ibridi o dai cani inselvatichiti, che rischiano di farlo scomparire del tutto, così come è praticamente scomparso il ‘vero’ cinghiale originario italiano“. “Sarebbero opportuni congrui contributi specifici a risarcimento del danno causato – precisa Ricci – mentre attualmente i rimborsi in caso di aggressione non ripagano del danno reale e soprattutto non contemplano i danni indiretti (aborti, mancata lattazione, animali morti nella calca, animali dispersi)“. “In gioco – conclude il Presidente Cardelli Masini Palazzinon ci sono soltanto la sicurezza del bestiame e il lavoro agricolo: potrebbe esserlo anche l’incolumità dell’uomo“.

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