Liberalizzazione autoscuole. Le perplessità degli operatori: quali garanzie?


Una liberalizzazione contro cui le scuole guida esistenti non hanno mancato di esprimere dissenso. A rischio, ci sarebbe la qualità della preparazione.
Per la Provincia di Rimini, come recita una nota, “un’opportunità di lavoro per i giovani” e una concorrenza salutare per il portafoglio dei patentandi. Ma gli operatori non sembrano proprio d’accordo. La nuova legge sulle autoscuole, affermano, rischia di andare a scapito della sicurezza. E, con tutto il rispetto per i colleghi di liberalizzazione, non accettano di essere assimilati a parrucchieri ed estetisti.
“Noi garantiamo un servizio di carattere sociale – spiega Daniele Barbieri, titolare di una scuola guida riminese – all’inizio ci sarà magari la possibilità di rismparmiare, ma sotto certi limiti sarà difficile garantire un’adeguata preparazione, con le relative conseguenze sulla sicurezza in strada”.
Oggi il costo medio per una patente in Italia é di 450 euro, contro una media europea di mille euro. Ma in Europa ci sono parametri, come le venti guide obbligatorie, cui anche l’Italia dovrà adeguarsi.
Una legge fatta in fretta, lamentano le scuole guida, e con poco criterio. Il Governo ha accettato, ad esempio, di inserire il requisito per chi apre di avere lavorato almeno due anni in un’altra scuola, ma non la clausola che i due anni fossero negli ultimi cinque. Cosicché potrebbe tornare a insegnare chi non lo fa più dai tempi delle 127.
COn la nuova legge non serve più l’autorizzazione, ma basta una comunicazione di inizio attività. Solo dopo arrivano i controlli: quando, secondo gli operatori, già delle patenti potrebbero essere finite in mano di autisti poco preparati. E se la sicurezza resta il tema principale, si sottolinea anche il risvolto economico: quante nuove scuole può sopportare il mercato riminese?
“A Rimini ci sono scuole che lavorano con 70-80 patenti all’anno, al limite della sopravvivenza – spiega Barbieri – Spazio per dividere ancora di più il mercato non c’é”