‘La Ghigi si racconta’. Sabato inaugura la mostra all’ex pastificio


In mostra scatti fotografici che vanno dal 1870 al 2000. Alle 19, ci sarà una spaghettata con pasta dal marchio Ghigi offerta a tutti davanti al pastificio.
La storia del pastificio:
La Ghigi nacque nel 1870 su iniziativa del fornaio e commerciante Nicola Ghigi che decise di ampliare la propria attività iniziando a produrre pasta secca per minestre. Il suo forno in via Ronci divenne un piccolo laboratorio artigianale, dove con macchinari rudimentali si produceva pasta per Morciano e paesi limitrofi.
Nicola morì nel 1894, l’attività venne rilevata dal figlio Stefano che continuò il mestiere del padre per poco più di un decennio. Venuto a mancare anch’esso subentrò la moglie di Nicola, Margherita, che gestì a partire dal 1911 la ‘Fabbrica di pane e pasta-salsamenteria’ assieme al figlio maggiore di Stefano. Nel 1922 i fratelli minori liquidarono Nicola, che si chiamava come il nonno, per la cifra di 50.000 lire. Investirono poi su nuovi macchinari e la produzione passò da cinque quintali di pasta al giorno a venti e poi quaranta. L’attività si trasforma e diviene piccola industria in via Roma dove nel ’50 viene costruito il molino a cilindri e successivamente il mangimificio. Alla fine degli anni ’50 i dipendenti erano quasi 400; in quel periodo l’azienda raggiunge il massimo splendore al pari di Barilla e Buitoni.
Pasta Ghigi diviene sponsor di una squadra ciclistica e avvia una collaborazione con Fausto Coppi e campioni come Aldo Moser, Bariviera, Trapè, lo spagnolo Suarez e il direttore sportivo Luciano Pezzi che poi diverrà direttore sportivo della Nazionale di Ciclismo.
Uno spot televisivo in cui compariva un uomo di nome Gigi recitava: “Da Gigi un consiglio nostrano Pasta Ghigi Morciano”. Nel 1961 i due fratelli si separano: Emilio continua a gestire la casa madre, mentre Angelo fonda un nuovo pastificio a Rimini.
Ad Emilio subentrò il figlio Giorgio ma la fabbrica si trovò di fronte a grandi difficoltà. Sono anni di crisi in tutto il settore pastario tanto che in Italia dal 1960 all’80 il numero di pastifici scende da 730 a poco più di 200.
Nel 1972 interviene GEPI, la finanziaria pubblica di salvataggio delle aziende in crisi che controlla la produzione e salvaguardia l’occupazione. Nel 1979 Ghigi è acquistata da CON.SV.AGRI un consorzio di nove cooperative agricole tra Marche e Romagna. Viene avviata una ristrutturazione e un’adeguamento degli impianti e la produzione riprende a salire. La Ghigi riacquista il suo prestigio nazionale specialmente per la pasta all’uovo avvalorata da produzioni per Emiliane Barilla e marchi come Sidis e Selex.
Nel 2000 Con.Sv.Agri entra in crisi e nonostante gli interventi di sostegno con l’avvio della costruzione di un nuovo stabilimento produttivo a San Clemente nel 2007 entra in liquidazione coatta amministrativa.