Inflazione, ennesima impennata a giugno. In un anno 820 euro a famiglia


L'arrivo dell'estate porta l'ennesimo aumento dell'inflazione a Rimini, uno tra i più alti d'Italia. Nel mese di giugno il tasso si attesta al +2,7%, l'1,1 % in più di maggio e l'1% in più sulla sulla media nazionale.
A trainare l'impennata sono i prezzi dei beni alimentari (+4,4%). Un dato che preoccupa Federconsumatori "perché colloca strutturalmente la nostra città in vetta alle classifiche inflattive con prezzi che tornano a crescere in maniera più marcata, e sopratutto perché gli aumenti maggiori si registrano in settori vitali come, appunto l’alimentazione". Per fare quallche esempio "Pane e cereali" + 2,9%, "Carni" + 3,8%, "pesci e prodotti ittici" + 2,6%, "Latte uova e formaggi" + 5,4%, "Frutta" + 6% per non parlare di "Caffè, tè, cacao" +27,4%.
Con questi livelli di inflazione, l'associazione stima una ricaduta di 820 euro in più annui per una famiglia media riminese, con un incremento di 275 euro solo nel settore alimentare.
L’Osservatorio Federconsumatori da tempo denuncia la riduzione del consumo di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); l’incremento della tendenza a ricercare offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 51% dei cittadini); l’aumento della spesa presso i discount (+12,1%).
"Tendenze che si aggraveranno - scrive l'associazione -, se il Governo non avvierà provvedimenti urgenti per arginare i rincari, sostenere il potere di acquisto delle famiglie e colpire l’insorgere di fenomeni speculativi".
Federconsumatori invoca la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo (che consentirebbe un risparmio di oltre 516 euro annui a famiglia), la creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica, la riforma degli oneri di sistema su beni energetici (eliminando voci obsolete e spostandone altre sulla fiscalità generale), lo stanziamento di risorse adeguate per la sanità pubblica e una riforma fiscale equa tesa a sostenere i redditi medio-bassi.