Incendio Raibano. Comitato valuta esposto in procura


Il comitato Sant'Andrea in Besanigo valuta di presentare un esposto in Procura per fare chiarezza sull'impatto ambientale dell'incendio sviluppatosi lo scorso primo giugno nei pressi del termovalorizzatore di Raibano. Una iniziativa che sarebbe portata avanti d'intesa con le associazioni ambientaliste che chiedono ulteriori approfondimenti sull'impatto del rogo.
La nota del comitato
Secondo gli Amministratori di Coriano, Riccione e Misano il disco verde di Arpae è sufficiente a tranquillizzare i cittadini su quanto accaduto nell’area attigua all’inceneritore di Raibano cioè del mega incendio di plastica accatastata sul piazzale di AKRON ( Gruppo Herambiente). Noi residenti di Besanigo non ne siamo per niente d’accordo soprattutto dal comunicato del Comune di Coriano sede dell’impianto andato a fuoco. Anzi, tradotto dal formale-politichese, vediamo “tra le righe” una politica volta a salvaguardare più l’immagine turistica dei cittadini residenti. Per essere più chiari. Abbiamo sempre saputo che il bruciamento della plastica genera tossicità e la combustione di detto materiale libera sostanze velenose quali diossine e furani che sono particolarmente stabili e persistenti per lunghi periodi nell’ambiente, causando inquinamento cronico. Ora, leggiamo che sono stati fatti dei rilievi a campione sul suolo attiguo all’inceneritore e fino al centro di Riccione. Questo può andar bene per il turismo visto che i vacanzieri si erano allarmati dal fumo nero arrivato fino al mare. Non si parla della possibile contaminazione dei prodotti coltivati nei vari orti presenti per le ricadute di inquinanti fino a quando, (verso sera) grazie all’aiuto fortuito del cambiamento di vento, la grossa colonna di fumo nero col suo carico di veleni si è incanalata nell’asta fluviale del Rio Melo dirigendosi e scaricarsi in mare aperto. Perché non si fanno fare controlli all’ASL sull’agro alimentare presente in zona: grano, vitigni, olivi, frutti ecc.?. Ci viene detto di aver disposto a raccogliere l’acqua usata per lo spegnimento vietandone lo sversamento nel vicino fossato/Rio Melo. Ora, considerato l’arrivo dei tecnici di Arpae dopo diverso tempo della presenza dei Vigili del Fuoco, ci si chiede dove è finita tutta quell’acqua usata prima della loro presenza e direttiva? Certamente viene da pensare che questo liquido sia finito nelle caditoie esistenti sul piazzale di AKRON per la raccolta delle acque di prima pioggia. Per essere ancora più chiari, avevamo segnalato l’incendio anche alla Forestale di Rimini la cui presenza ci avrebbe sollevato diverse perplessità presenziando alle singole fasi operative, ma a quanto ci è dato sapere, il nipaf forestale non è intervenuto. A Besanigo non possiamo far finta di nulla ed accettare sempre che tutto è nella norma vedi fumo rosa, incidente nastro trasportatore, ora questo. Che altro deve succedere per non sentirsi dire va tutto bene madama la marchesa e magari poter vedere copia del report ufficiale di Arpae? Permanendo in noi questi ed altri dubbi , stiamo valutando con altre associazioni ambientaliste di fare un esposto alla Procura della Repubblica affinché vengano azzerate ogni dubbio.