Indietro
menu
Coi colleghi fiorentini

In cielo una nuova stella variabile a firma riminese

In foto: l’osservatorio Hypatia
l’osservatorio Hypatia
di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura 4 min
Lun 21 Feb 2022 16:31 ~ ultimo agg. 22 Feb 12:55
Tempo di lettura 4 min Visualizzazioni 1.234

Una nuova stella entra nel catalogo mondiale delle stelle variabili grazie a una collaborazione, avviata alcuni mesi fa, tra due osservatori di qua e di là dell’Appennino che hanno unito le forze per sondare il cielo alla ricerca di nuove stelle variabili.

A raccontarci la scoperta sono gli astrofili Fabio Mortari e Davide Gabellini dell’osservatorio Hypatia di Viserba che, insieme a Nico Montigiani e Massimiliano Mannucci dell’osservatorio Margherita Hack di Firenze, hanno messo la firma sulla scoperta.

“Qualche settimana fa, durante l’analisi delle stelle di campo facenti parte di una rilevazione fotometrica dedicata all’asteroide Arequipa l’attenzione è caduta su una stella particolare che sembrava mostrare una leggera variabilità, ma i dubbi erano diversi perché si trattava di una variazione di intensità molto piccola”.

Dopo diverse nottate passate a misurare fotometricamente la stella e unendo i dati raccolti con quelli di altre osservazioni della Ohio State University e del Palomar Observatory in California, si è ottenuta una curva di luce e il relativo periodo di variabilità. I dati raccolti e rielaborati sono stati poi comunicati alla AAVSO (American Association of Variable Star Observers) che il 19 febbraio ha validato la scoperta. La nuova stella, una variabile di tipo Delta Scuti, è stata così aggiunta al VSX, l’International Variable Stars Index.

Dal 13 gennaio, giorno della prima osservazione, è partito un intenso tour de force: “Per l’osservazione della variazione, misurata in un centesimo di magnitudine, c’è stata una collaborazione tra i nostri due osservatori cavando il sangue dalle rape per ricavare il dato corretto”, spiega Fabio Mortari: la bassa variazione è stata infatti la sfida maggiore perché era fondamentale effettuare misure precise e col più alto rapporto segnale/rumore possibile, portando ai limiti gli strumenti a disposizione dei due osservatori. Ma dopo tanto lavoro ora c’è la soddisfazione della registrazione ufficiale della stella con i nomi dei quattro scopritori.  “Ora quella smette di essere una stella qualunque ma diventa una stella che ha un periodo, una sua variazione e classificazione. Quanto più il catalogo si riempie, tanto più è preciso e gli studi sono approfonditi”, spiega Fabio.

il plotting dei punti di visibilità della stella

La celebrazione delle donne della scienza

La stella è stata inserita a catalogo come Hack-Hypatia V1, dai nomi dei due osservatori che sono entrambi omaggio alla scienza al femminile: l’astrofisica contemporanea e la filosofa e astronoma della Grecia antica. Con una significativa coincidenza temporale: proprio l’11 febbraio si è celebrata la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza. “Due donne. divise da 1.600 anni nei quali le donne hanno faticato nel tentativo di affrancarsi ed emanciparsi in tutti i campi, compresa la scienza”, spiegano gli autori della scoperta.

Sotto la giusta luce

Dell’osservatorio Hypatia ci eravamo già occupati poco tempo fa per l’incertezza sulle sue future possibilità di azione: si trova infatti a Viserba, a fianco del comparto dell’ex Corderia che ora, dopo decenni di abbandono, vede la partenza del previsto intervento urbanistico. Dal buio del bosco a un nuovo insediamento col rischio però che vengano a meno le condizioni ideali per l’osservazione.

Ma un risultato c’è già stato: dopo avere visto il nostro video con la sua intervista, Fabio Mortari è stato contattato dall’associazione “Cielo Buio”, in prima linea per il contrasto all’inquinamento luminoso in Italia, che con una perizia e una comunicazione all’Arpa ha avviato la pratica per far diventare quella dell’Hypatia una “zona di particolare protezione dall’inquinamento luminoso” come da Legge regionale, 19/2003 e successive direttive.

“Non significa, ovviamente, che non si possono accendere luci – specifica Fabio – ma che è più facile intervenire se ci sono luci non a norma. Se qualcuno spara luci eccessive verso il cielo, magari anche senza conoscere le norme sull’inquinamento luminoso, è più semplice tenerle sotto controllo e farle rimuovere”. E non è solo una questione di osservazione degli astri: “C’è già un regolamento regionale che stabilisce come deve essere fatta l’illuminazione sulle strade. Ci sono, ad esempio, fari che disperdono inutilmente luce verso l’alto che andrebbero cambiati con fari a norma per indirizzarla verso il basso, con un conseguente risparmio energetico”.


La nostra intervista a Fabio Mortari del 15 novembre 2021:

Altre notizie
di Lamberto Abbati
FOTO