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di Giorgio Biagini

Il rifugio di via Montefeltro e la morte di 30 persone. A Rimini la presentazione del libro

In foto: dalla locandina
dalla locandina
di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Lun 4 Dic 2023 12:43
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Sarà presentato martedì 5 dicembre alle 19 al Bar Lento di Rimini (via Bertola, 52) il libro di Giorgio Biagini “28 dicembre 1943. Il rifugio della Villa Cecchi Bruttapela” (edito da IlPonte). Nel rifugio, ricavato nella cantina della casa di via Montefeltro 55, avevano trovato riparo trenta riminesi. Una bomba sganciata il 28 dicembre 1943, colpì il marciapiede antistante l’edificio che, crollando, causò la morte delle persone che si erano rifugiate nella piccola stanza sotto l’abitazione.

Oltre alla presentazione del libro, sarà anche proiettato un video che ricostruisce con suoni e immagini, i bombardamenti e le distruzioni subiti dalla città di Rimini durante la seconda guerra mondiale. Intervengono all’incontro, a ingresso libero, l’autore e lo storico Daniele Celli.


Nel piccolo volume “28 dicembre 1943. Il rifugio della Villa Cecchi Bruttapela” (edito da IlPonte), Giorgio Biagini ricostruisce la nascita del rifugio riminese (in via Montefeltro, 55) e la sua tragica distruzione a causa di una bomba alleata che distrusse la casa il 28 dicembre 1943.

L’autore ha pubblicato questo libro per fare conoscere la storia della cantina-rifugio costruita nella casa della famiglia della moglie. Una decisione nata dalla consapevolezza che il rifugio di via Montefeltro è poco conosciuto dai riminesi, nonostante la dolorosa importanza che ebbe in città. Infatti in quel 28 dicembre 1943 riportato nel titolo, trenta persone si nascosero nel rifugio per proteggersi dal bombardamento in corso su Rimini, ma una bomba alleata cadde sul marciapiede antistante la casa di via Montefeltro e causò la morte di tutti coloro che avevano trovato riparo nella cantina.

Il libro di Biagini ripercorre la storia di quegli anni, riportando le normative dell’epoca, l’elenco dei rifugi presenti in città, alcuni aspetti della vita della famiglia Cecchi, soprannominata “Bruttapela”, e molto altro.

Come scrive lo storico Daniele Susini nell’Introduzione al volume, «L’autore Biagini, dedicando questo libro alla conoscenza di quello che è avvenuto al rifugio Cecchi fa un’opera meritevole della massima stima e attenzione, non solo perché raccoglie dettagli pubblici e privati per farci conoscere meglio quello che lì è avvenuto, ma fa anche un atto di giustizia nei confronti di chi è perito». E, sull’importanza della memoria e delle opere come questo libro che documentano ciò che è accaduto, conclude: «Chi è nato dopo il conflitto ha quindi solo una strada per capire la Rimini in guerra, quella della conoscenza attraverso la storia, questa è data dalle fonti e dalla Memoria. Solo attraverso le immagini, i documenti e le testimonianze è possibile fornire questa conoscenza alle giovani generazioni. Il rischio è quello di avere, come spesso accade, generazioni non coscienti di quello che è stato e di quanto sia costato ai nostri nonni e bisnonni».

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