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arrestato 39enne

Il cognato la picchia e la fotografa nuda, poi il ricatto

di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura 2 min
Lun 15 Gen 2024 17:25 ~ ultimo agg. 16 Gen 12:46
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E’ stata picchiata con una mazza, denudata e fotografata: “Se non ritiri la denuncia nei miei confronti, pubblico le tue foto in un gruppo di WhatsApp”, è stata la minaccia avanzata. La donna, però, non ha ceduto al ricatto del cognato, che ieri è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Rimini. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere porta la firma della gip Raffaella Ceccarelli, che ha avallato la richiesta del pubblico ministero Davide Ercolani.

Stalking e lesioni personali, queste le accuse nei confronti di un 39enne magrebino residente a Rimini, difeso dall’avvocato Gianluca Brugioni. I problemi tra lui e la cognata erano sorti quando lei, dopo averlo visto introdursi nel condominio di famiglia, aveva sospettato che lo stesse usando come nascondiglio per i suoi traffici illeciti. Da quel momento il 39enne ha iniziato a minacciare di morte la cognata, moglie del fratello, arrivando persino ad aggredirla fisicamente.

Gli episodi più gravi sono stati due. Il primo risale all’11 novembre scorso quando la donna fu colpita con un pugno al volto e graffiata con un temperino; il secondo il 6 gennaio di quest’anno, quando l’indagato, approfittando dell’assenza del fratello, si è introdotto all’interno dell’appartamento e, impugnando duna mazza, ha colpito la cognata su varie parti del corpo. Poi le ha scaraventato a terra il cellulare per impedirle di chiedere aiuto e l’ha spogliata lasciandola completamente nuda. A quel punto l’ha minacciata di ritirare la querela sporta nei suoi confronti per stalking, “altrimenti pubblico le tue foto su WhatsApp”.

La vittima, che in passato si era allontanata per un breve periodo dall’Italia nella speranza che la situazione potesse normalizzarsi, ha consegnato alla polizia le foto con le quali il fratello del marito la ricattava, oltre ai certificati medici del pronto soccorso dell’Infermi con relativa prognosi di 5 giorni a seguito delle due aggressioni subite, l’ultima in ordine cronologico avvenuta alla presenza dei figli minori, tutti e tre in tenerissima età. Così, per il 39enne magrebino ieri si sono aperte le porte del carcere riminese dei Casetti.

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