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Coriano Lavoro Newsrimini

Futuro a rischio per 21 lavoratori di San Patrignano. Accordo non trovato

di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Mer 29 Gen 2014 13:07 ~ ultimo agg. 17 Mag 01:50
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Le premesse, però, non sono delle migliori. Dal 4 novembre e fino a venerdì 31 gennaio, 19 lavoratori, alcuni dei quali arrivano da percorsi terapeutici in comunità, sono in cassa integrazione a 0 ore, ma i sindacati non rinnoveranno l’accordo se non sarà attivata una cassa a rotazione con gli altri dipendenti. Cgil, Cisl e Uil hanno presentato un’alternativa di risparmio, ma al momento San Patrignano non sembra disponibile alla trattativa. “Abbiamo calcolato che i 21 esuberi porterebbero ad un risparmio medio di circa 700mila euro – spiega Gianluca Bagnolini, della Cisl Rimini -. Assorbendo tutti i permessi del contratto collettivo nazionale applicato e utilizzando un’ora di solidarietà per 160 dei 199 dipendenti si manterrebbero tutti i dipendenti e si otterrebbe lo stesso risparmio“.
A noi sembra discriminante la scelta delle 21 persone – aggiunge Daniela Giorgini, della Uil -. Auspichiamo che l’azienda ci dia spiegazioni più precise sulle motivazioni della scelta“. L’azienda avrebbe parlato di una riorganizzazione nata dopo il cambio societario, dall’era Muccioli a quella Moratti, e dell’intenzione di riprendere appieno la mission originaria, quelle del recupero di persone con problemi di tossicodipendenza, rivedendo quindi altri progetti.
I sindacati, non essendo stati rassicurati durante il confronto, temono anche per il futuro stesso di San Patrignano che occupa 199 lavoratori, 141 nella comunità e 58 nel consorzio. Con forza chiedono un passo indietro dell’azienda. “Abbiamo sugli aspetti societari delle conoscenze molto limitate, perché come sindacati siamo entrati in contatto con l’azienda solo ora che si è aperta la procedura – spiega Alessandra Gori, della Cgil -. San Patrignano ha un valore importante non solo per il territorio locale ma a livello nazionale. Ha dato tanto al Paese e ha ricevuto anche tanto. Alla nuova gestione chiediamo trasparenza. Al tavolo non abbiamo avuto rassicurazioni che questa riorganizzazione riguardi solo queste 21 persone e siamo preoccupati che per il futuro possa toccare anche altri lavoratori“.

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