Fondazione Valducci: Francesco e Nicola Ridolfi in missione in Tanzania


“Credo nei giovani, nella loro voglia di cambiare e di fare!” È la frase di Roberto Valducci che campeggia nella home page del sito della Fondazione, nata lo scorso aprile, che porta il suo nome.
E di voglia di cambiare e di fare i suoi giovani nipoti, Francesco e Nicola Ridolfi, ne hanno da vendere. Sono tornati da pochi giorni, infatti, da un’esperienza di volontariato molto intensa e proficua, in Tanzania, presso la scuola dell’associazione TSCS Tanzania Service & Children Support di Arusha, per aiutare alla realizzazione di un nuovo complesso scolastico.
Grazie al costante impegno di volontari che provengono da ogni parte del mondo, l’associazione è riuscita, negli ultimi mesi, a comprare il terreno e ad erigere i primi muri portanti, per i bambini meno abbienti della città. A mancare erano la parte elettrica, l’accesso all’acqua, la costruzione dei soffitti e la sistemazione dell’ingresso. Servirà a questo la donazione di circa 1000 euro da parte della Fondazione Roberto Valducci, di cui Francesco e Nicola sono soci fondatori, insieme alla madre Alessia Valducci, al padre Andrea Ridolfi e alla nonna Piera Aniceti. La quota permetterà anche di acquistare riso, fagioli, mais, olio, porridge, ugali e verdure fresche, per i bambini della scuola, provenienti da famiglie in estrema povertà, per un periodo di circa tre mesi. Sono in 70 a frequentare le lezioni, vanno dai 3 ai 10 anni e sono divisi in 3 classi con 3 maestri e alcuni volontari che supportano le attività didattiche e di gioco, un momento di socializzazione molto importante.
Fare il bene è contagioso, l’esperienza di Francesco e Nicola in Tanzania, segue infatti di circa tre mesi, il viaggio-missione in Kenya dei loro genitori, organizzato da Cittadinanza Onlus e la seguente raccolta fondi nel corso della convention di Valpharma Group il 9 maggio scorso.
“Questi bambini mi hanno dato molto più di quanto avrei mai potuto immaginare - racconta Francesco Ridolfi -. Sono partito senza preconcetti, con l’intento sincero di offrire il 100% di me stesso durante la mia permanenza. Ma non mi aspettavo di ricevere così tanto in cambio: il loro calore, la gioia contagiosa, i sorrisi sinceri. Pur non avendo nulla, vivono ogni giorno con un’innata positività, che disarma e insegna. Ho visto da vicino la loro realtà, e questo mi ha permesso di riconsiderare profondamente ciò che spesso, nella nostra quotidianità, definiamo ‘sfortuna’. Donare loro un futuro migliore non è un gesto fine a sé stesso, ma un passo necessario verso la costruzione di una società più giusta, più forte, più umana. Una società capace, non solo di non dimenticare i più deboli, ma di mettere le loro necessità al centro. Perché è da lì, dai margini, che può nascere il cambiamento più autentico.”
“È stata un esperienza unica, come si può dire davvero per poche - sottolinea anche Nicola Ridolfi -. Anch’io, come Francesco, non mi aspettavo di ricevere queste emozioni così impattanti, ma soprattutto genuine! È qualcosa davvero di indescrivibile: sono sicuro che chiunque tornerebbe cambiato dopo un esperienza del genere.”