Ex Delfinario. Pari: spesi 100.000 € senza poter usare lo stabile


La presentazione in comune a Rimini di un progetto che coinvolge l'associazione Alberghi Tipici e Fondazione Cetacea (vedi notizia) è stata anche l'occasione per fare il punto sul progetto per la riqualificazione dell'ex delfinario in concessione proprio alla fondazione e al club nautico. Purtroppo prosegue lo stallo ma il nuovo piano spiaggia potrebbe sbloccarlo
Ancora tutto fermo per l’ex Delfinario di Rimini. Sono ormai passati 5 anni da quando Fondazione Cetacea e Club Nautico hanno ottenuto la concessione della struttura dal comune. Il progetto per trasformarla in un centro per le ricerche sul mare nonché ospedale delle tartarughe, prevedeva due step: un primo, più rapido, per il riutilizzo del pianterreno ed un secondo, più strutturato, con la riqualificazione completa dello stabile. Purtroppo però a bloccare tutto finora sono stati alcuni abusi edilizi fatti dai vecchi gestori, non sanabili e quindi da abbattere ma che metterebbero a rischio la stabilità dell’ex delfinario. “Il bene è del demanio – ricorda l’assessora all'ambiente Anna Montini – se fosse stato del comune sarebbe stato più semplice gestire la situazione”. Ora il futuro del progetto è legato al nuovo piano spiaggia che dovrebbe essere definitivamente approvato tra giugno e luglio, spiega l'assessora.
"Quando sarà approvato il piano spiaggia sarà possibile mettere mano agli abusi in modo più regolare e meno perentorio rispetto a quanto ci è stato imposto finora - commenta Sauro Pari della Fondazione Cetacea -. Per noi è una cosa fondamentale perchè in questi cinque anni abbiamo pagato 15.000 euro per la concessione demaniale a cui se ne aggiungono quasi 100.000 per lavori, manutenzione, eccetera e non abbiamo mai potuto utilizzare lo spazio. E adesso dobbiamo anche preoccuparci del decoro di quello spazio che si trova in una zona importante della città (ndr sul lungomare a due passi dal porto) e questo significa investire ogni anno in cose che poi hanno brevissima durata perché in quell'area c'è una giungla di persone che considerano un'area vuota come qualcosa di occupabile. Per noi è un grosso problema" conclude Pari