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la sentenza

Eredità Soleri, tutti assolti gli imputati

In foto: l’ingresso del Tribunale
l’ingresso del Tribunale
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura 2 min
Mer 23 Feb 2022 15:27 ~ ultimo agg. 29 Mag 08:44
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Un’eredità da 18 milioni di euro, che comprende la bellezza di settanta appartamenti, due alberghi e l’immobile dove sorgeva la celebre discoteca Paradiso. Un patrimonio immenso, quello lasciato dal noto e facoltoso commercialista Giorgio Soleri, finito al centro di un’inchiesta giudiziaria che ha visto sul banco degli imputati il notaio riminese Barbara Ciacci e le impiegate di quest’ultima, Sonia Giambagli e Mariagrazia Meoli, oltre al dottor Giuseppe Bianchini, all’epoca dei fatti medico del reparto di Geriatria dell’ospedale Infermi di Rimini. Ieri il tribunale di Rimini in composizione collegiale ha assolto con formula piena tutti gli imputati dal reato di falso perché il fatto non sussiste, non accogliendo quindi la richiesta di condanna avanzata dalla Procura, che era di tre anni e sei mesi di reclusione per ciascuno.

Al centro della contesa, che poi ha dato il là all’inchiesta e al successivo processo, una donazione fatta pochi giorni prima di morire da Giorgio Soleri mentre era ricoverato in ospedale in seguito ad un grave ictus. L’atto “incriminato” riguardava la cessione di quote di una società che gestiva proprietà per 19 milioni di euro a favore degli eredi. A impugnare la donazione fu proprio uno dei quattro figli, Stefano, che contestava la validità dell’atto in quanto il padre, a suo dire, al momento delle disposizioni non sarebbe stato in grado di intende e volere, e il certificato medico che ne attestava la capacità sarebbe stato falso.

Circonvenzione d’incapace e falso, queste le pesantissime accuse mosse all’indirizzo dei quattro professionisti. La prima, però, finì prescritta nel gennaio del 2020 mentre la seconda è caduta del tutto ieri. Durante il processo, infatti, le consulenze dei periti Tagliabracci, Provinciali ed Ariatti hanno concordato nel ritenere il Soleri (deceduto il 12 aprile del 2012) capace di intendere e di volere alla stipula dell’atto. Piena soddisfazione viene espressa dagli imputati attraverso i loro difensori, gli avvocati Nicola Mazzacuva, Giuliano Renzi e Filippo Giunchedi: “Le accuse – dicono i legali – si sono rivelate, come sempre ribadito, infondate. I nostri assistiti sono persone perbene, che svolgono con prestigio e serietà la loro attività professionale, e che loro malgrado si sono trovati ingiustamente imputati per circa 10 anni”.

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