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Edilizia in crisi. Ance: amministrazione rispetti i diritti acquisiti

di Redazione   
Tempo di lettura 6 min
Mer 14 Dic 2011 12:51
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“Aziende schiacciate da una critica condizione di stasi sul fronte degli appalti pubblici e su quello delle iniziative private”. A denunciarlo è l’associazione costruttori edili di Rimini che parla di ritardi non più sostenibili nell’approvazione di pratiche sismiche e piani particolareggiati. A tal proposito l’Ance chiede al comune il rispetto dei diritti acquisiti. Il riferimento è ai 25 piani praticamente pronti a partire ma sui quali il sindaco aveva chiesto nuovi confronti alla luce degli elementi contenuti in Psc e Rue per evitare problemi in futuro. “Un contenzioso col comune – aveva detto Gnassi – non conviene a nessuno”. “Privati e imprese – scrivono invece i costruttori – hanno già speso notevoli risorse e da parte dell’amministrazione occorre un atteggiamento responsabile.” Intanto i dati della Cassa Mutua Edile, aggiornati ad ottobre, testimoniano le difficoltà del settore. Le aziende iscritte sono passate dalle 842 del 2007 alle 678 dello scorso anno alle 652 attuali, le ore lavorate sono diminuite di oltre il 5% mentre crescono gli operai iscritti alla cassa dai 3.867 del 2010 ai 3.988 del 2011. Numeri addolciti dai lavori per la terza corsia dell’A14. Temporanei però. Mentre sembra invece strutturale il calo del portafoglio ordini che, secondo l’Ance, porterà ad inizio 2012 un aumento dei dipendenti in cassa integrazione. Secondo i costruttori per uscire dalla crisi occorre dare immediate occasioni di lavoro alle imprese mettendo in appalto tutte le opere possibili da parte dell’amministrazione, prevedendo lotti adeguati alle dimensioni delle aziende locali e favorendo l’investimento dei privati. Per farlo serve però meno burocrazia. Indispensabile anche l’approvazione di PSC e RUE ma con l’accoglimento delle osservazioni delle categorie: così com’è, scrivono i costruttori, il Piano Strutturale non risponde alle esigenze della città che ha bisogno di interventi di qualità. Inadeguata anche la scelta della “crescita zero” che, secondo l’Ance, non significa risparmio del territorio ma ingessamento della città.

La nota stampa

E’ sempre più preoccupante lo stato di crisi del settore edile.
Ance Rimini, sulla base di quanto deliberato nell’ultima riunione del Consiglio Direttivo, non può esimersi dal sottolineare le gravi difficoltà vissute dalle aziende riminesi del settore, schiacciate da una critica condizione di stasi sia sul fronte degli appalti pubblici sia su quello delle iniziative private a causa dei ritardi non più sostenibili nell’approvazione delle pratiche sismiche, dei piani particolareggiati e del fermo dell’urbanistica.

I dati (aggiornamento mese di ottobre) della Cassa Mutua Edile di Rimini rivelano che nell’ultimo anno è diminuito il numero delle aziende iscritte, passate dalle 678 del 2010 alle 652 del 2011 per un – 3,83%. Un calo ancora più incisivo se confrontato con i dati del 2007 quando le iscritte furono 842 (- 22,57%). Le ore lavorate nel 2011 hanno subito una diminuzione del – 5,29% rispetto al 2010 e il numero degli operai iscritti alla cassa mutua è passato dai 3.867 del 2010 ai 3.988 del 2011. Dati da leggere con ulteriore senso critico per via dei lavori di realizzazione della terza corsia dell’A14, lavori lo ricordiamo temporanei e realizzati da aziende non del territorio.
Una crisi che anzi è ancora più drammatica perché il portafoglio ordini si sta sempre più assottigliando e molte imprese, nei primi mesi dell’anno, dovranno probabilmente aumentare il numero di dipendenti da mettere in cassa integrazione proprio per la mancanza di commesse.

Da questo quadro emerge appunto la necessità di mettere in atto nell’immediato una strategia condivisa che per Ance si deve basare su due pilastri:
Innanzi tutto, dare immediate occasioni di lavoro alle imprese mettendo in appalto tutte le opere possibili da parte dell’amministrazione, prevedendo lotti adeguati alle dimensioni delle imprese locali e favorendo l’investimento da parte dei privati nelle iniziative programmate. Questo grazie ad uno snellimento della burocrazia che consenta di rendere subito cantierabili le opere programmate e programmabili approvate dopo un lungo iter, come per esempio i piani particolareggiati.
A tal proposito Ance sottolinea che in questo senso privati ed imprese hanno già messo in campo notevoli quantità di risorse e quindi da parte dell’amministrazione occorre un atteggiamento responsabile affinché vengano rispettati i diritti acquisiti e non vadano perduti gli investimenti fatti. Un rischio impensabile in un momento critico come questo.
Le imprese stanno già combattendo con la precarietà della situazione, è quindi intollerabile caricarle di ulteriori incertezze per un futuro messo pericolosamente in discussione.
Senza ovviamente dimenticare, in tutto questo, anche la necessità del continuo sostegno da parte degli istituti di credito, indispensabile per la sopravvivenza delle imprese.
Il secondo pilastro consiste nell’assicurare l’approvazione di PSC e RUE con l’accoglimento delle osservazioni nostre, delle altre categorie e degli ordini professionali, per permettere di programmare le attività future delle imprese con la condivisione delle visioni urbanistiche dell’amministrazione nel rispetto di uno sviluppo sostenibile del nostro territorio e nel rispetto degli impegni economico finanziari sostenuti anche in questo momento di fermo delle attività.

E parlando di PSC riteniamo opportuno ribadire, dopo averlo attentamente esaminato ed avere presentato le opportune osservazioni all’amministrazione che, così com’è, non sembra rispondere alle esigenze di una città, Rimini, che ha bisogno di essere riqualificata e quindi d’interventi di qualità.
In particolare sembra, che il Piano non prenda in considerazione le indicazioni e gli stimoli delineati dal Piano Strategico con notevoli discrepanze fra teoria e pratica.
Già alla prima stesura della bozza del PSC, dopo un’attenta analisi svolta da una commissione mista composta da rappresentanti di Ance Rimini, Confindustria Rimini e Consulta delle Professioni Tecniche, venne prodotto un documento con riflessioni costruttive sulla bozza di pianificazione strutturale. Quindi, già prima dell’adozione di PSC e RUE era stata posta l’attenzione sui numerosi nodi presenti. Punti che oggi rimangono da risolvere e su cui ci sentiamo in dovere di porre l’attenzione.
Fra questo si ricordano, le CARENZE NEL QUADRO CONOSCITIVO; NORMATIVE PIU’ COMPRENSIBILI e MENO BUROCRAZIA; l’inadeguatezza della scelta relativa alla “CRESCITA ZERO” che così come proposta, non significa risparmio del territorio, ma ingessamento della città; i grossi buchi neri di MOBILITÀ’ e SISTEMA DEI TRASPORTI; una PEREQUAZIONE COMPENSATIVA ancora difficilmente comprensibile; poca chiarezza sull’idea di riqualificazione di CENTRO STORICO, MARINA, di SOSTENIBILITA’ e SICUREZZA URBANA.

Perciò auspichiamo che le nostre osservazioni sullo stato del settore e sulle reali necessità del territorio ricevano un’adeguata attenzione e ancora una volta, ribadiamo la nostra piena disponibilità a partecipare direttamente affinché si possa trovare una strada condivisa nell’ottica del raggiungimento di uno sviluppo sostenibile.

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