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Consiglio approva Regolamento alloggi ERP. I commenti e le critiche

di Redazione   
Tempo di lettura 6 min
Ven 31 Lug 2009 17:05 ~ ultimo agg. 13 Mag 05:11
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Il commento dell’assessore alle Politiche Abitative Anna Maria Fiori:

“Il regolamento per l’assegnazione e la gestione degli alloggi di edilizia pubblica, approvato ieri sera in Consiglio Comunale – ha dichiarato l’assessore alle Politiche Abitative, Anna Maria Fiori – nasce dalla necessità di ridefinire e aggiornare, in un’ ottica migliorativa, i criteri di priorità e di attribuire o riattribuire diversi punteggi alle luce delle nuove problematiche sociali che stanno emergendo, soprattutto in questa fase di crisi economica.

La situazione abitativa è in uno stato di reale problematicità e queste nuove regole intendono dare risposte molteplici e diversificate a esigenze dei cittadini, sensibilmente mutate nel corso degli anni.

Le modifiche più significative riguardano l’emergenza abitativa: con il nuovo regolamento non vengono più sottratti, come in precedenza, 7 punti al giorno a partire dal sesto mese di permanenza in un alloggio reperito dal Comune. Questo fatto determinava una forte penalizzazione per coloro che venivano a trovarsi in tale, grave situazione.

Nel caso di residenza definita ‘impropria’, sono stati ridefiniti i criteri che determinavano l’improprietà di alloggio di talune categorie catastali, ad es: magazzini, autorimesse, box auto, cantine e soffitte, uffici, negozi. Ora, per potere fare in modo che la situazione venga riconosciuta, è necessario il perdurare della stessa da almeno 2 anni, a differenza del precedente regolamento che prevedeva soltanto 6 mesi.

Particolare attenzione è stata rivolta agli anziani in stato di abbandono, situazione per la quale è stato aumentato notevolmente il punteggio. Sempre in tema di anziani, è stato approvato un emendamento con cui si favorisce la permanenza all’interno della graduatoria di pensionati a basso reddito che attualmente costituiscono una delle fasce maggiormente esposte a rischio sfratto per morosità.

Un altro elemento nuovo è dato dall’inserimento della cosiddetta ‘conflittualità familiare’ quale elemento riconosciuto per l’ottenimento di 5000 punti. In questo modo si intende contribuire a sfavorire situazioni di maltrattamento in famiglia, comprovate, ovviamente, dai servizi pubblici e / o dal Tribunale.

Un freno è stato posto anche rispetto alle condizioni economiche. Il nuovo regolamento non prevede più l’attribuzione di punti se il richiedente non è in possesso di un reddito pari al trattamento minimo INPS ( per l’anno in corso è pari a € 5700, circa ), fatti salvi naturalmente i redditi esenti e le persone seguite dai servizi. Ciò per evitare sperequazioni e/o furbizie legate alla denuncia dei redditi o al lavoro non dichiarato.

Quindi si costituisce una Commissione tecnica che avrà un ruolo di garanzia all’atto di presentazione di eventuali ricorsi e nel definire criteri di priorità e punteggi nelle future graduatorie di cambio alloggio.

Il regolamento pone una attenzione particolare anche verso problematiche legate al sottoutilizzo degli alloggi, alle decadenze per superati limiti di reddito; elementi questi che saranno posti sotto la costante lente di ingrandimento dell’Amministrazione Comunale. A tal proposito alla fine dell’estate 2010 verrà fatta una ricognizione sull’attuazione delle nuove disposizioni in modo tale da verificare l’efficacia delle stesse e, eventualmente, se apportare correttivi ai criteri approvati.”

Respinto l’emendamento del centrodestra, passato in Commissione per l’assenza di alcuni consiglieri del PD, che prevedeva la priorità ai cittadini italiani. Renzi, del PD, lamenta però l’esclusione anche del criterio di anzianità.
Dall’opposizione arrivano però voci critiche: Gioenzo Renzi, del PDL, lamenta l’esclusione dal regolamento del criterio di anzianità.
“Con la votazione da parte della maggioranza di centro sinistra di un emendamento di Rifondazione Comunista, infatti, è stato eliminato dal Regolamento il criterio dell’anzianità di residenza, che riconosceva ai riminesi residenti da almeno 10 anni, un punteggio massimo di 5110 punti, un punteggio, tra l’altro, più contenuto rispetto agli altri requisiti. L’effetto – secondo Renzi – sarà quello di penalizzare i “vecchi” riminesi rispetto a coloro appena arrivati a Rimini o che vi risiedono da poco tempo, e che da meno tempo lavorano, pagano le tasse e contribuiscono allo sviluppo del territorio riminese”.

Duro anche il commento di Eraldo Giudici, dei Popolari Liberali PDL:

La carenza di alloggi popolari, che pare voluta per non turbare le politiche immobiliariste locali e che, mantenendo inevase circa 1500 richieste di alloggi popolari, garantisce nel tempo un bel po’ di clientele elettorali; tanto quanto serve per vincere le elezioni amministrative nella nostra città.

A Rimini sono circa 8000 gli alloggi sfitti sul mercato privato, per cui sarebbe bastato rispettare gli obblighi di legge, che prevedono che un 40% di aree dovessero essere sempre destinate a Peep, per corrispondere alle necessità dei ceti meno abbienti
Nei prossimi mesi ci sarà sicuramente un aumento di finanziamenti per il settore dell’edilizia pubblica, da sempre motore dell’economia nei periodi di stagnazione economica, ma a Rimini non ci sono più aree Peep disponibili.
Imprevidenza? Oppure è proprio vero che se i problemi venissero risolti, e i bisogni della gente soddisfatti, i nostri Amministratori non servirebbero più a nulla, e ogni attrazione nei loro confronti potrebbe scemare.
Intendiamo così la stroncatura, da parte della maggioranza del Consiglio Comunale, di alcuni nostri emendamenti al regolamento per l’ERP, che intendevano affrontare il tema della casa per i ceti meno abbienti, non tanto sul piano dei buoni sentimenti, ma su quello del rispetto dei diritti reali e degli obblighi di legge.

Abbiamo proposto emendamenti a proposito di :

1) Riconoscimento di priorità per lavoratori italiani ed assimilati che hanno versato i contributi GESCAL, come succede nella maggior parte dei Comuni italiani dove, nella formazione della graduatoria di assegnazione di alloggi di E.R.P., si tiene conto di quote riservate ai soli lavoratori dipendenti, o ex dipendenti, che hanno versato almeno un mese dei contributi previsti dall’art. 10 della legge 14.02.1963 n.60.
2) Una formula di garanzia a favore della famiglia, al fine di riconoscerne la funzione di garante della stabilità sociale, per cui in nessun caso le famiglie di diritto possono risultare sfavorite, a parità di altri requisiti, rispetto alle convivenze di fatto.
3) Istituzione di graduatoria in sezioni separate per italiani ed assimilati da una parte, e per i residenti extra comunitari dall’altra, per distribuire proporzionalmente le disponibilità di nuovi alloggi.
4) Corretta risoluzione, delle necessità abitative dei cittadini Rom e Sinti, come prescritto dalle vigenti disposizioni di legge, in modo da tener conto delle loro peculiarità e tradizioni.

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