Concessioni: Legacoop invoca nuova legge. A Riccione offerto un € per la spiaggia


Nei giorni scorsi, scaduto l’ennesimo ultimatum da parte dell’Europa per il mancato adeguamento dell’Italia alla direttiva Bolkestein sulle concessioni balneari, il Governo italiano ha chiesto 4 mesi di proroga per concludere la mappatura delle spiagge italiane. La situazione resta quindi in stallo e gli operatori sono sempre più preoccupati. Una incertezza che frena anche gli investimenti. I Comuni costieri della Regione Emilia Romagna – ricorda Legacoop – si sono dati il 31 dicembre 2024 come termine per ottemperare alla normativa esistente e avviare le evidenze pubbliche. Resta però la difficolta e il rischio per i comuni ad affrontare “la mole di lavoro che deriverebbe dal dover riassegnare tutte le concessioni costiere (migliaia), senza regole condivise e nello stesso momento“. Per questo Legacoop chiede una legge quadro nazionale, che ordini la materia e difenda il settore. «Mai come ora, in questo periodo di incertezza sulla normativa delle concessioni demaniali, è importante che i nostri Comuni e la Regione facciano squadra con le cooperative tra stabilimenti balneari e la categoria nel suo complesso — chiosa il responsabile delle cooperative balneari, Stefano Patrizi —. Per evitare il forte rischio di destrutturazione del nostro sistema è fondamentale che ogni atto relativo al demanio e al turismo balneare sia profondamente concertato, nei tempi e nei modi, e garantisca la salvaguardia del lavoro e delle micro e piccole imprese, cioè i soggetti economici più preziosi per le economie locali ma anche più fragili. Occorre quindi che vengano convocate celermente dai Ministeri le Associazioni di settore e gli Enti Locali competenti e analizzata una proposta di legge di riordino della materia che abbia come prima finalità la salvaguardia del lavoro di famiglie e micro imprese della filiera e della corretta funzionalità degli enti locali». «E condivisibile il lavoro di raccolta di elementi che possono contribuire a rafforzare e qualificare le ragioni del nostro modello turistico tuttavia non possiamo far trascorrere altro tempo e dobbiamo essere uniti, perché le incertezze per le imprese balneari sono al limite — dice Paolo Lucchi, presidente di Legacoop Romagna —. Tra l’altro, a breve inizierà la stagione turistica, momento in cui servirà dare il massimo per garantire ai turisti italiani e stranieri i servizi che rendono la nostra offerta una eccellenza assoluta a livello mondiale».
Intanto c’è chi, tra polemica e ironia, ha deciso di portarsi avanti. Il riccionese Daniele Bartolucci ha formalizzato lo scorso 29 dicembre, tramite PEC al Comune di Riccione, al Segretario Comunale, all’Ufficio Attività Economiche e al SUAP, la sua offerta economica per acquisire la concessione di cinque stabilimenti balneari della Perla Verde: un euro a bagnino. “Al momento – scrive – per quanto mi è dato sapere, sono l’unico offerente ad essersi proposto entro il 31 dicembre 2023, giorno in cui sono scadute tutte le concessioni, comprese quindi anche quelle oggetto della mia offerta“. Bartolucci dice di essere consapevole della decisione del comune di rimandare di un anno le evidenze pubbliche “ma sono altrettanto consapevole – aggiunge – che tale iniziativa, come confermato anche dai giudici del Consiglio di Stato nella recente sentenza n. 11200, questo non può costituire una proroga automatica delle concessioni, perché è in contrasto con il diritto eurounitario“. Quindi precisa che la sua iniziativa “è andata a colmare un vuoto che si sarebbe creato dal 1/1/2024, visto che nessuno – salvo gare nel 2023 – avrebbe potuto gestire le varie concessioni, non avendone più titolo né diritto. Questo si potrebbe tradurre in una grave mancanza di servizi ai turisti e costituirà un danno di notevole rilevanza per tutti i Comuni balneari e anche per la mia Riccione. Non tutta Riccione – conclude –, visto che per cinque zone spiaggia c’è stato almeno un offerente ed è il sottoscritto. Attendo dunque fiducioso, come da mia richiesta protocollata, di essere convocato dal Comune per formalizzare le conseguenti pratiche“.