Calcio ‘gonfiato’. False fatturazioni: 283 indagati


Al centro dell’inchiesta decine di società di calcio
dilettantistico, soprattutto nel centro Italia, e un vorticoso giro di fatture false o gonfiate per un ammontare complessivo di circa 50 milioni di euro. Le fatture venivano emesse per sponsorizzazioni o cessioni di spazi televisivi da imprese specializzate nelle produzioni televisive sul calcio minore: la Promoter e la Publiazzurra di Cesena e la Erre Tre Diffusion di San Marino.
Il costo effettivo
era però, secondo l’accusa, circa il 5% di quanto veniva fatto figurare. Il denaro, dopo ‘giri’ tortuosi e facilitati da coperture, veniva fatto rientrare nella disponibilità delle ditte sponsor.
A capo dell’organizzazione Maria Raethia Cappucci, origini
sudamericane, 44 anni, molto conosciuta per la produzione del format ‘I colori del cuore’, che trasmetteva ampie sintesi delle partite e interviste ad allenatori, giocatori e tifosi, in onda su molte emittenti del centro nord.
La donna è finita in
carcere assieme alla sorella Corinne, 45 anni, e a Davide Broccoli, 33 anni, suoi stretti collaboratori. Tra le persone finite agli arresti domiciliari Roberto Galletti, di Cremona, 36 anni, ex giocatore della Cremonese, il cui compito, secondo la Guardia di Finanza, era quello di ‘piazzare’ le fatture false
nel Bresciano e nel Milanese.
Tra gli indagati anche un uomo, residente a Cesenatico, con
precedenti passati in giudicato per attività eversive da estremista di sinistra. Le persone indagate per
associazione a delinquere finalizzata all’emissione di fatture false sono 17. Tra questi, oltre ai tre in carcere, sono agli arresti domiciliari Christian Dionigi, avvocato cesenate e legale di fiducia dei Cappucci, Stelio Neri, dirigente del Bellaria calcio, Giorgio Scretis, direttore sportivo della Sarsinate calcio, Umberto Fortini, commercialista, Antonio
Ferrini, commercialista, Pino Cera, direttore di una filiale Rolo banca di Cesena e Giorgio Mulazzani, presidente della società Garmon Rimini e l’ex calciatore Galletti.
Per gli altri 283 indagati l’ipotesi di accusa è di dichiarazioni fraudolente mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. In totale, hanno precisato le Fiamme
Gialle, sarebbero state più di 500 le imprese in Italia a beneficiare del flusso di fatture false emesse dall’organizzazione. Le indagini hanno preso il via – è stato spiegato – nel dicembre 2001, con un primo controllo sulle fatturazioni della Promostudio, dopo averne notate alcune per
importi vistosamente troppo elevati rispetto ai precedenti fatturati della società.
Una svolta decisiva alle indagini è stata data dalle intercettazioni telefoniche autorizzate dal gip
Michele Leoni dopo la richiesta del pm Alessandro Mancini, che per oltre un anno ha coordinato le attività investigative condotte dal capitano Vincenzo Josè Cavallaro. In sostanza, secondo quanto spiegato dai militari, Cappucci e i suoi stretti
collaboratori avevano organizzato il lucroso giro:
commercialisti, legali e direttori di filiali offrivano
‘l’assistenza tecnica’. Vi era poi una rete di procacciatori che contattavano in mezza Italia nuove aziende interessate all’operazione.
Le intercettazioni telefoniche avrebbero inoltre
rivelato che il gruppo, una volta capito di essere sotto indagine, aveva deciso non di cessare le sue attività illecite, ma di trasferirle a San Marino. Da qui la nascita della società sammarinese Erretrediffusion s.a. che per le operazioni bancarie
(l’apertura, cioè, di conti in nero da parte delle aziende utilizzatrici del giro di fatture false o gonfiate), operava presso un istituto di credito sammarinese, il cui direttore mensilmente foraggiato dall’organizzazione con una consegna di
costosissimi regali (orologi Rolex, gioielli, diamanti).
A tenere i contatti con il direttore sarebbe stato il non meglio precisato personaggio con precedenti nell’eversione. Nella sua abitazione, hanno riferito i finanzieri, sarebbero stati trovati decine di Rolex autentici. Unicredit banca, nella quale è confluito il Rolo, in una brevissima nota stampa si è dichiarata “disponibile a collaborare con gli inquirenti per l’accertamento dei fatti e
di tutte le responsabilità”.