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assolti i figuranti

Bacio tra finte suore in chiesa, condannato il fotografo

In foto: la chiesa della Pace a Trarivi
la chiesa della Pace a Trarivi
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura 3 min
Gio 25 Gen 2024 08:45 ~ ultimo agg. 26 Gen 18:10
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E’ stato condannato a 4 mesi di reclusione, pena sospesa, un fotografo faentino di 54 anni, imputato per i reati di violazione di domicilio e offesa a confessione religiosa. Assolti invece i tre attori, due donne vestite da suora e un uomo da prete, che erano con lui all’interno dell’antica chiesa della Pace a Trarivi, frazione sulle colline del comune di Montescudo Monte Colombo.

Quel giorno, era il luglio del 2015, il fotografo si introdusse all’interno della chiesa diroccata, ma mai sconsacrata, per scattare delle foto provocatorie. Due finte suore, con tanto di rosario in mano e classico abito nero, si scambiavano un lungo bacio appassionato, mentre un uomo travestito da prete, alle loro spalle, benediceva l’unione. Il tutto, per di più, proprio davanti all’altare. Il vociare dei presenti in un luogo di culto abitualmente deserto attirò l’attenzione di alcuni cittadini, che una volta dentro la chiesa videro la scena blasfema immortalata dal fotografo.

Scandalizzati, chiamarono subito i carabinieri. Al loro arrivo tutti i partecipanti furono identificati e la macchina fotografica momentaneamente sequestrata. A denunciare l’accaduto furono però l’amministrazione comunale e il parroco di Montescudo Monte Colombo, che si sono costituiti parte civile nel processo attraverso l’avvocato Samuele De Sio. A nulla valsero i successivi tentativi di conciliazione da parte del fotografo (difeso dall’avvocato Fabiomassimo Del Bianco), che fece pubblica ammenda per quanto accaduto, cancellando gli scatti incriminati ma sottolineando al tempo stesso di aver ottenuto regolari permessi per allestire il set fotografico all’interno della chiesa (avrebbe però omesso di specificare il contenuto esatto della sua rappresentazione).

Secondo la difesa, la chiesa della Pace non essendo recintata era raggiungibile da chiunque. Di tutt’altro avviso parroco e amministrazione, che invece hanno sempre messo in evidenza la presenza di un grande cancello di accesso che si affaccia sulla pubblica via, recante persino gli orari di apertura. Da parte del parroco di allora, che a suo tempo aveva fatto la denuncia insieme al primo cittadino, si apprezza la sentenza che ribadisce la sacralità, il valore e l’inviolabilità di un luogo dove si celebra regolarmente, in alcune ricorrenze, la santa messa, ed è riferimento per la pietà popolare come il museo della pace lo è per la società civile. La sentenza ha confermato che non era stato dato alcun permesso e che fotografo e modelle  entrarono nel luogo sacro in modo illecito. Resta il dispiacere che le fotografie abbiano continuato a circolare anche dopo che venne acclarato l’illecito.

L’inopportunità del gesto ritratto era stato ricondotto dal legale del fotografo ad una goliardata, una provocazione artistica che non aveva minimamente lo scopo di ledere alcuna confessione religiosa. Il tribunale monocratico di Rimini ieri pomeriggio (mercoledì) ha emesso sentenza di condanna per il solo fotografo, chiamato a risarcire simbolicamente di 500 euro sia il Comune sia il parroco, e a provvedere al pagamento delle spese legali. L’avvocato Del Bianco ha preannunciato il ricorso in appello.

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