Affitti, crescita inarrestabile: +31% in 5 anni. Stagionali, corsa a posto letto


Non è una novità ma la crescita inarrestabile dei canoni d'affitto di anno in anno diventa sempre più preoccupante. L'ultimo allarme arriva dal Sicet Cisl Romagna che ha elaborato i dati aggiornati al mese di maggio 2025.
In provincia di Rimini il prezzo medio dell’affitto è passato da 11,35 €/mq nel gennaio 2020 a 14,91 €/mq a maggio 2025, registrando un aumento complessivo del 31,4% in cinque anni e un ulteriore incremento del 14,1% su base annua nel 2025 (periodo gennaio-maggio). Nel comune capoluogo, il canone medio è salito da 9,43 €/mq a 12,05 €/mq (+27,8% dal 2020), con un aumento del 2,2% nei primi cinque mesi dell'anno in corso. Canoni più elevati a Riccione dove, nonostante un incremento più contenuto, si passa da 18,75 €/mq a 20,60 €/mq (+9,9% in cinque anni), con un picco storico di 26,11 €/mq raggiunto a giugno 2024 e un aumento del 2,8% nel 2025. Nella provincia di Ravenna il prezzo medio al metro quadro è invece di 13,38 euro (+31,8% in 5 anni) mentre a Forlì Cesena di 10,11 euro (+26,4%).
“Questa tendenza non riguarda solo chi cerca casa per vivere tutto l’anno – spiega Luca Giacobbe Segretario Generale SICET CISL Romagna –. Anche gli studenti universitari faticano a trovare una stanza in affitto, spesso affrontando prezzi insostenibili per spazi minimi.”
Un altro fronte è quello dei lavoratori stagionali del turismo. “Registriamo sempre più giovani che, pur avendo un contratto stagionale, non riescono a trovare un alloggio dove dormire - evidenzia Giacobbe -. In molti casi sono costretti a soluzioni temporanee, a spostarsi ogni settimana, o addirittura a rifiutare l’impiego.” Anche la Cisl torna poi a puntare il dito sui proprietari che preferiscono destinare le abitazioni esclusivamente agli affitti brevi per turisti, riducendo ulteriormente la disponibilità per studenti e lavoratori.
Ma non se la passano bene neppure i pensionati. L’innalzamento dei canoni colpisce infatti anche molti anziani, che si trovano a dover sostenere affitti insostenibili con redditi fissi e spesso modesti. Molti, spiega la Cisl, sono costretti a ridurre spese essenziali per riuscire a far fronte al caro casa, oppure a rinunciare a vivere nei centri urbani per trasferirsi in aree più isolate, dove però devono scontrarsi con la carenza di servizi essenziali.
A fronte di queste difficoltà, il sindacato SICET CISL Romagna lancia un appello alle istituzioni locali e regionali: “Bisogna intervenire ora, prima che il problema esploda. Servono politiche strutturali per contenere il caro casa e garantire il diritto all’abitare”. “Serve, e con urgenza, un vero piano casa nazionale e politiche abitative che nelle agende dei governi sono assenti da oltre 20 anni, ricordo che l’ultimo vero intervento in materia fu fatto dal governo Fanfani” – chiosa Giacobbe.
Tra le proposte:
• Maggiori investimenti in edilizia pubblica e sociale
• Controllo degli affitti brevi e turistici, soprattutto nei centri storici e sulla costa
• Sostegno concreto per studenti fuori sede e lavoratori stagionali
• Rilancio del piano affitti a canone calmierato
• Creazione di residenze temporanee per il lavoro stagionale, anche in collaborazione con le imprese
A sottolineare la gravità della situazione anche Francesco Marinelli, Segretario Generale CISL Romagna, che afferma: “La situazione degli affitti in Romagna è diventata insostenibile e richiede un intervento urgente – commenta –. È inaccettabile che lavoratori e pensionati, che non solo hanno contribuito ma continuano a contribuire al nostro sistema, si trovino oggi a lottare per garantirsi un tetto. Non si tratta più solo di un disagio, ma di una vera e propria emergenza sociale che compromette la dignità e la qualità della vita di migliaia di persone. Dobbiamo agire subito per implementare politiche abitative concrete che restituiscano alla casa il suo valore di diritto e non di mero bene economico. Inoltre – aggiunge Marinelli – questa situazione si ripercuote negativamente anche sull’attrattività del territorio romagnolo: diventa sempre più difficile attrarre e trattenere lavoratori, giovani e famiglie in un’area che non riesce a garantire condizioni abitative dignitose e accessibili. Serve una visione strutturale che metta al centro la persona e il diritto all’abitare”.