28 delfini "fotosegnalati" tra Romagna e Marche e adesso si studiano i dialetti


I delfini hanno "preso casa" nelle acque tra Romagna e Marche. A confermare i tanti avvistamenti che fa chi esce in barca arriva anche il monitoraggio del team di esperti che ha preso parte alla ricerca di “Delfini Metropolitani Adriatico”. Da aprile a ottobre 2024 (per una media di due uscite settimanali, in base alle condizioni meteo) l’unità di ricerca romagnola, coordinata da Acquario di Genova e Fondazione Acquario di Genova, ha perlustrato un'area compresa entro un raggio di 25 miglia nautiche dalla Marina di Cattolica, tra Cervia e Senigallia. Su 15 uscite in mare, nove sono stati gli avvistamenti per un totale di 28 individui fotoidentificati individualmente. Tutti a distanza di circa 8-10 miglia dalla costa. Piccola curiosità: sulle prime tre uscite svolte nel 2025, un tursiope soprannominato ‘Pinnabianca’ era già stato fotoidentificato nel 2024, facendo supporre che si tratti di un animale residente. I tursiopi avvistati prediligono le acque di piattaforma, entro i 200 metri di profondità e sembrano attratti dalle attività di pesca a strascico, come accade anche nel Levante Ligure e in altre zone del Mediterraneo. I risultati sono stati presentati questa mattina all'acquario di Cattolica all’interno del Festival dell’Industria e dei Valori d’Impresa di Confindustria Romagna.
Delfini Metropolitani Adriatico è un progetto che coinvolge l'Acquario di Cattolica e Oltremare 2.0 del gruppo Costa Edutainment, con il supporto del Marina di Cattolica che ha messo a disposizione due imbarcazioni - un gommone a motore di 8 metri e un cabinato di 14 metri, oltre allo skipper e al carburante.
Da quest’anno il progetto è anche oggetto di una tesi di laurea che ha il suo focus sulla comunicazione acustica. I ricercatori tenteranno di capire se esistono differenze con i “linguaggi” di altri gruppi di tursiopi (ad esempio quelli del Mar Ligure) e se quindi le diverse unità mediterranee utilizzano «dialetti» diversi per comunicare.
Scopo principale di PROMED (PROtecting MEditerranean Diversity) è valutare lo stato di conservazione dei cetacei che vivono nel Mare Nostrum e il monitoraggio della diversità delle specie, soprattutto in relazione agli effetti del cambiamento climatico. Il progetto Delfini Metropolitani Adriatico nasce quindi con l’obiettivo di colmare un vuoto di conoscenze sul versante italiano dell’Adriatico Centro Settentrionale.
Alessandro Uguccioni, Assessore all’Ambiente del Comune di Cattolica, ha sottolineato come l’impegno della città “Siamo fieri di ospitare questo progetto a Cattolica: è sempre importante studiare quello che accade nel nostro mare e soprattutto monitorarlo nel tempo, in relazione ai cambiamenti climatici”
Alessandro Pesaresi, Presidente delle delegazione territoriale di Rimini di Confindustria Romagna: “Il Festival dell’Industria e dei Valori di Impresa, giunto all’undicesima edizione, apre le porte delle aziende associate per far vedere e toccare con mano, a tutta la comunità, la ricchezza che viene prodotta dalle imprese del territorio. L’appuntamento di oggi è un bellissimo esempio: le strutture del Gruppo Costa sono da tempo attive nella conservazione e tutela della biodiversità e delle specie marine, fornendo una testimonianza concreta di quella sostenibilità di cui spesso sentiamo parlare, ma che a volte è un concetto un po’ astratto. Senza dimenticare il carattere internazionale di questo progetto, che ben rappresenta il mix riuscito e vincente tra industria e turismo a Rimini e in Romagna”.
Stefano Furlati, biologo e responsabile del Dipartimento Didattico Scientifico Polo Adriatico di Costa Edutainment: “In tre anni di attività, l’ipotesi che lo studio vuole verificare è la presenza regolare del tursiope nell’area di studio e se ci sono associazioni tra i delfini e alcune attività antropiche come la pesca. Al momento queste ipotesi sembrano essere state comprovate. I tursiopi vivono anche per più tempo in questa zona, ci sono degli esemplari riconosciuti che abbiamo foto identificato anche l’anno scorso. E amano seguire i pescherecci, soprattutto per la pesca a strascico, per cacciare e trovare cibo più facilmente. Per costruire una prima mappatura dei cetacei nell’area di studio, ottimizzando le risorse a disposizione, abbiamo utilizzato l’esperienza ligure, iniziando ad indagare le aree di attività dei pescherecci, potenziali attrattori per i delfini. Ed è qui che li abbiamo trovati. Nei nove avvistamenti ci siamo sempre trovati a 8-10 miglia dalla costa, dove lavorano i pescherecci che navigano a 3-4nodi di velocità. Nel prossimo futuro confronteremo i nostri dati con quelli raccolti dai gruppi di ricerca di Croazia, Serbia e Montenegro, per capire come i delfini si spostano e si distribuiscono nell’Adriatico centro settentrionale”.