2012 record per la cassa integrazione: 9.200.000 ore (dati Cgil)


Male – stando ai dati raccolti dalla Cgil- tutti i settori, dal manifatturiero all’edilizia, con un preoccupante arresto anche per l’agroalimentare, che fin’ora aveva retto meglio ai colpi della crisi. “Siamo molto preoccupati – spiega al microfono della nostra trasmissione Tempo Reale Graziano Urbinati, segretario generale della Cgil di Rimini – è una fase in cui la crisi picchia con durezza incidendo soprattutto sulla disoccupazione, che anche da noi è in forte crescita. Veniamo da quattro anni di ammortizzatori sociali, che in molti casi stanno finendo. Molte imprese non hanno recuperato le quote di produttività del periodo pre crisi e oggi si trovano nella situazione di lasciare i lavoratori a casa. Il 2013 sarà un anno molto duro, almeno per i primi mesi. Difficile fare previsioni più a lungo termine“.
“Certamente la diversificazione della struttura economica occupazionale del nostro territorio – aggiunge Urbinati – ha in un certo modo ammortizzato la crisi, che però si sente pesentemente. Dò alcuni dati esemplificativi: registriamo nel 2012 un record di cassa integrazione, quasi 9 milioni e 200mila ore tra ordinaria, straordinaria e in deroga, lo scorso anno si era chiuso con due milioni di ore in meno, ed era anno di crisi anche il 2011. Sono aumentate in modo esponenziale di 4-5mila unità le domande di disoccupazione. Il problema lavoro è centrale“.
Ci sono nuovi settori in sofferenza che fin’ora avevano retto meglio?
“La crisi era partita colpendo in modo forte il settore manifatturerio, però poi è arrivata a colpire in modo trasversale. Anche settori che inizialmente avevano sofferto meno, come l’agroalimentare e il commercio, oggi con la crisi dei redditi e la perdita di lavoro che hanno portato un calo di consumi, sono in sofferenza. Poi ci sono mercati di nicchia che però non fanno differenza su un quadro generale“.
Per la Cgil è necessario pensare al rilancio dell’economia. Una ripartenza è auspicabile, ad esempio, per il settore edile.
“E’ evidente – afferma Urbinati – che bisogna metter in moto delle idee supportate da investimenti per cercare di far ripartire la nostra economia. Mi soffermo sull’edilizia: il processo di riqualificazione del territorio, letto a 360°, sia in ambito pubblico che privato che turistico, può essere una leva straordinaria per rimetterci in competitività e creare posti di lavoro anche in tempi rapidi“.