L’infermiere ed il bisogno di salute … mentale


Il bisogno di salute mentale è in rapida crescita in tutto il mondo, anche nelle società economicamente sviluppate come la nostra. Sulla sfera psicologica ed emozionale delle persone già più fragili ed esposte alla crisi economica, ha impattato in maniera significativa la pandemia da Covid 19, complicando gli effetti psicologici da essa scaturenti.
Uno studio preliminare realizzato dal Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Humanitas University di Milano, basato su un campione di 2400 persone, ha evidenziato che il 21% di queste ha notato un peggioramento nei rapporti con il partner; il 31% con i propri figli; il 50% di aver subito un incremento della fatica percepita durante lo svolgimento di attività lavorative ed il 70% degli studenti, un sensibile calo della concentrazione nello studio.
La risposta alle tante richieste di aiuto e bisogno risiede nell’operato del CSM (Centro Salute Mentale), primo punto di riferimento a cui il Servizio Sanitario Nazionale delega la specifica risposta. Il CSM coordina, in ambito territoriale, tutti gli interventi di prevenzione, cura, riabilitazione, reinserimento sociale dei cittadini che presentano patologie psichiatriche. Eroga prestazioni medico psichiatriche, psicologiche, psicoterapeutiche, infermieristiche, educative e di assistenza sociale in sede ambulatoriale, territoriale e domiciliare. Svolge attività di raccordo con i medici di medicina generale, cura l’integrazione funzionale con l’attività dei Distretti, ha funzione di proposta e monitoraggio dei ricoveri, di consulenza presso i presidi ospedalieri (pronto soccorso, reparti specialistici).
L’infermiere in ambito psichiatrico appare distante dallo stereotipo del personale ospedaliero: caratteristica peculiare di un operatore del CSM è quella di operare principalmente sul territorio e in abiti borghesi. La presa in carico dell’assistito si realizza attraverso la costruzione di una relazione/alleanza terapeutica: la fiducia, l’essere un riferimento autorevole, sono elementi indispensabili per mantenere attivo un proficuo percorso di cura.
L’attuale concezione della malattia mentale è senz’altro più complessa rispetto al passato; la persona che soffre di un disturbo psichico porta con se problemi e bisogni multidimensionali che non riguardano soltanto la sfera psicologica, ma anche quella sociale, culturale, educativa, lavorativa e familiare; tutti elementi che si intrecciano con la storia soggettiva della persona (determinando un disturbo mentale con caratteristiche peculiari in ogni soggetto).
Come indicato dal piano attuativo della Regione Emilia Romagna, l’infermiere partecipa attivamente nella creazione di una rete integrata e personalizzata di interventi. Il suo ruolo si esplica nelle diverse aree della vita della persona con sofferenza psichica, in sinergia con molti altri professionisti dell’area sanitaria, sociale e del terzo settore.
Nell’ambito della salute mentale, l’infermiere deve disporre di modelli di lettura diversi e di teorie infermieristiche a supporto. L’infermiere psichiatrico è privo del supporto della tecnologia, trovandosi spesso ad operare in luoghi differenti, molto diversi tra loro: l’abitazione della persona, l’ambulatorio, la struttura ospedaliera, la struttura residenziale. L’infermiere opera all’interno di una equipe multidisciplinare costituita dal medico psichiatra, dall’educatore professionale e dallo psicologo, una squadra di professionisti con l’obiettivo di creare una rete ed un progetto di presa in carico personalizzato, per migliorare l’integrazione dell’assistito nel proprio nucleo familiare e sociale.
Questo approccio metodologico rende evidente quanto la salute mentale valorizzi ed intrecci le caratteristiche personali e professionali del singolo infermiere che opera in un contesto di relazione interpersonale, autentico fattore terapeutico.
L’infermiere di salute mentale è chiamato a confrontarsi in modo particolare con la dimensione etica della professione. Egli rispetta la libertà, le scelte e la concezione di vita della persona assistita, riconoscendo il tempo dedicato alla relazione come tempo di cura.
Alla fine del XVIII secolo, l’infermiere in psichiatria era semplicemente identificato come il “guardiano dei polli”, oggi rappresenta uno degli attori principali del processo di cura nell’ambito della salute mentale.
Articolo a cura di Silvio Chiarabini e Massimiliano Gaggiotti con il coordinamento di Monica Aitoro.
Questo articolo è dedicato alla memoria di Raffaele Pennella, infermiere del CSM recentemente scomparso (vedi articolo dello scorso 9 gennaio).