
Oltre 35 milioni di euro: è questo il valore della produzione raggiunto nel 2024 dalle oltre quaranta cooperative sociali di tipo B associate al CSR – Consorzio Sociale Romagnolo, attivo nei territori dell’Area Vasta Romagna e nelle Marche. Con sede a Rimini, il Consorzio estende la propria azione alle province di Ravenna, Forlì, Cesena e Pesaro. Alcuni giorni fa il bilancio di esercizio è stato presentato proprio a Ravenna alla presenza dei rappresentanti delle cooperative aderenti.
I dati di bilancio
Il valore della produzione, pari a 35,7 milioni di euro (nuovo record rispetto ai 34,2 del 2023), è stato raggiunto grazie alla gestione di gare, affidamenti diretti e contratti stipulati con aziende private. Nel dettaglio, nel corso del 2024 il CSR ha partecipato a 50 gare, sulle 63 esaminate, vincendo oltre 2 gare su 3, promuovendo servizi e inserimenti lavorativi su tutta l'Area Vasta della Romagna, un territorio sul quale il Consorzio oggi si muove come punto di riferimento per la cooperazione sociale di tipo B.
Carlo Urbinati: “CSR attore di primo piano a livello economico e sociale”
“Oltre al risultato economico – commenta Carlo Urbinati, Presidente del CSR – ci conforta anche l’esito della Valutazione dell’Impatto Sociale delle cooperative associate, realizzata dall’Università di Bologna. Alla luce della nostra mission, ovvero l’inserimento lavorativo di persone con disabilità e svantaggio, le prime elaborazioni ci restituiscono lo status di attore di primo piano a livello economico e sociale. Far conoscere ciò che la cooperazione fa ed è sarà la chiave per consolidare il nostro ruolo all’interno del sistema di welfare.”
Le certificazioni
Nel 2024 il CSR ha ottenuto la certificazione del Sistema di Gestione per la Parità di Genere secondo la norma UNI PdR 125:2022, e ha mantenuto le certificazioni già acquisite: ISO 9001:2015 (qualità), ISO 14001:2015 (ambiente) e ISO 45001:2018 (salute e sicurezza sul lavoro).
Il rapporto con il territorio
“La cooperazione sociale nasce dal territorio, per rispondere ai bisogni del territorio e delle persone che lo vivono – aggiunge Urbinati –. Tuttavia, registriamo sempre più spesso la presenza di soggetti provenienti da altre regioni italiane che partecipano, legittimamente sia chiaro, alle gare sul nostro territorio. Se il lavoro svolto dalla cooperazione è riconosciuto come strategico, sarebbe auspicabile una maggiore tutela attraverso bandi pubblici con più forti clausole sociali.”
Il rinnovo del contratto della cooperazione sociale: scenari
Il 2024 ha inoltre segnato il rinnovo del contratto della cooperazione sociale, che troverà piena attuazione entro ottobre 2025. “Il nuovo contratto – spiega Alfio Fiori, Vicepresidente del CSR – prevede un aumento complessivo di circa il 15% degli stipendi. Un passo giusto e necessario, in linea con il costo della vita e la dignità del lavoro. Tuttavia, non sempre questo adeguamento è stato riconosciuto dai nostri committenti, e questo rappresenta un problema serio: riduce la marginalità delle cooperative e ne mette in discussione la sostenibilità. Torniamo al punto centrale: se la cooperazione sociale è un attore fondamentale del welfare, i committenti e le amministrazioni pubbliche con le quali operiamo devono farsene carico e sostenerla con strumenti adeguati.”